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Stanzani Sergio - 30 novembre 1988
La risposta di Stanzani a Mellini

SOMMARIO: Rispondendo alla lettera aperta di Mauro Mellini, il Primo segretario del Pr Sergio Stanzani afferma innanzitutto che non è in suo potere modificare il luogo di convocazione del Congresso (Zagabria) perché questo è stato fissato prima dal Congresso di Bologna e successivamente dal Consiglio federale. Male ha fatto Mellini a non contestare in quelle sedi la scelta di Zagabria. Rinvia quindi al dibattito congressuale le altre questioni sollevate nella lettera aperta.

(Notizie Radicali n· 262 del 30 novembre 1988)

Il compagno Mellini mi invita a non fare il congresso a Zagabria. In pratica - sostiene Mellini - fare il congresso a Zagabria significa non farlo.

Devo rispondere al compagno Mellini in primo luogo che non posso sconvocare il congresso a Zagabria. La decisione di non tenerlo in Italia è stata presa dal congresso di Bologna. Il mandato di convocarlo a Zagabria mi è stato affidato da un consiglio federale, e confermato da un altro consiglio federale che ha a lungo discusso tesi analoghe a quelle di Mellini, esposte da altri compagni e alla fine non condivise e non accettate. Bene avrebbe fatto Mellini ad intervenire a queste riunioni, giacchè il Consiglio federale non solo è l'unico organo legittimato a deliberare in proposito, ma è anche un organo assolutamente legittimo eletto dal Congresso nel rispetto delle regole che ci siamo dati. Se Mellini fosse stato presente alle riunioni del Consiglio federale si sarebbe inoltre reso conto del fatto che come mai in precedenza questo organo ha svolto la sua funzione con tanta rilevanza e utilità, sia per le presenze e l'assiduità dei suoi membri, che per il livello e la qualità del dibattito

In secondo luogo, posso assicurare il compagno Mellini e tutti che il congresso si farà, e sarà un vero congresso: faremo di tutto per farlo a Zagabria, e io spero che riusciremo a farlo. Ma se ragioni tecniche, indipendenti dalla nostra volontà, alla fine non ne consentiranno il regolare svolgimento, sarebbe il consiglio federale a decidere l'aggiornamento del congresso. E sarebbe un rinvio in tempi reali, tempi cioè strettamente necessari ad organizzarlo e convocarlo.

Per il resto, la "lettera aperta" contiene opinioni assolutamente legittime che appartengono tutte al dibattito congressuale. Sono opinioni non nuove, coerenti con quelle che Mellini ha ripetutamente sostenuto all'interno del partito, prima, durante e dopo il congresso di Bologna. Non spetta a me rispondere. Ma Mellini e tutti i compagni dovranno onestamente riconoscere che io - e tutta la segreteria - siamo stati eletti per attuare una politica diversa.

 
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