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Matvejevic Predrag, Magris Claudio - 8 dicembre 1988
ZAGABRIA (24) IL CONGRESSO DEL PR

"La mia Jugoslavia a pezzi"

PARLA PREDRAG MATVEJEVIC AUTORE DEL "BREVIARIO MEDITERRANEO"

di Claudio Magris

(CORRIERE DELLA SERA, 8 dicembre 1988)

SOMMARIO: Lo stralcio di una intervista dello scrittore Predrag Matvejevic al "Corriere della Sera" in cui annuncia di aver scritto, sollecitato dal Partito radicale, una lettera aperta ai dirigenti iugoslavi perchè superino le incertezze relative all'ingresso della Iugoslavia nella Comunità europea.

(RADIKALNE NOVOSTI a cura di MARINO BUSDACHIN e SANDRO OTTONI - hanno collaborato: MASSIMO LENSI, FULVIO ROGANTIN, PAOLA SAIN JAN VANEK, ANDREA TAMBURI - TRIESTE, 1 gennaio 1989)

("Non ci salveranno le piccole patrie, dobbiamo invece entrare nella Comunità Europea" - "Ho scritto a Gorbaciov, a Tito, a Ceausescu: scrivere ai potenti è un dovere morale. L'ideale sarebbe una democrazia in cui queste lettere non fossero necessarie")

... "Auspico soprattutto l'ingresso della Jugoslavia nella Comunità Europea e, sollecitato dal Partito Radicale italo-europeo, ho scritto in tal senso una lettera aperta ai nostri dirigenti, invitandoli a superare difficoltà ed incertezze, paure e sospetti. L'ingresso della Jugoslavia nella Comunità europea non significherebbe abbandono della politica di non allineamento; sarebbe utilissimo per noi, ma gioverebbe anche all'Europa arricchirebbe il comune patrimonio europeo, ancora una volta l'unità nella varietà, di un'esperienza proficua per lo sviluppo della distensione e l'autonomia dell'Europa stessa".

- Matvejevic, socialista dissidente, si considera ancora socialista?

"In politica bisogna essere laici, anche rispetto alla nazionalità ed all'ideologia da cui si proviene, ossia è necessario essere critici, non identificarsi visceralmente e immobilmente con nessuna realtà, vedere il mutamento delle cose. A parte le degenerazioni tiranniche, molte premesse del marxismo ortodosso, specialmente il collettivismo ed anche il volontarismo economico, sono cadute. Ma il socialismo, destinato ad incontrarsi con il liberalismo e a diventare democrazia, è il fondamento di quella dimensione sovranazionale, cosmopolita, umanistica, in cui ci muoviamo. ciò che sta accadendo nell'URSS lo conferma. Le" Lettere aperte, "anche quelle protestano contro il potere nei Paesi socialisti, nascono da quel grande motivo della speranza che non è pensabile senza la tradizione del socialismo".

 
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