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Modugno Domenico - 13 dicembre 1988
Omeopatia: La parola ai ai politici
On.le Domenico Modugno

Gruppo Parlamentare Federalista Europeo.

SOMMARIO: Rispondere alla domanda di centinaia di migliaia di persone che non vogliono più curarsi in modo clandestino; riconoscere solo quei Rimedi che l'esperienza ci indica come gli unici i cui risultati si possono indiscutibilmente documentare come curativi.

(Atti del Convegno trasnazionale sul tema "Rimedio omeopatico: il non farmaco. Una proposta di riconoscimento" - Roma, 12 e 13 dicembre 1988).

Gentili signore e signori, consentitemi come prima cosa di ringraziare vivamente a nome del Gruppo Federalista Europeo i relatori di questo importante Convegno. La loro presenza da sola basta a sottolineare l'importanza dell'argomento che stiamo trattando ed il valore della nostra proposta di legge.

Desidero poi ringraziare tutti voi perchè ci avete aiutato a dimostrare quanto interesse, quanta sensibilità ci sia sul tema della Omeopatia.

Il mio breve intervento non vuole comunque essere un saluto formale, voglio quindi spiegare con estrema franchezza perchè con convinzione ho firmato la proposta di legge per il riconoscimento dei Rimedi Omeopatici.

Con chiarezza e sincerità inizio col dire che io non mi curo omeopaticamente perchè l'alternativa alla mia malattia, alla mia cura che è la fisioterapia, potrebbe essere una specie di pranoterapia alla quale io non credo molto.

Ritengo che, pur avendo avuto una certa diffidenza per le cosiddette medicine alternative, sia molto importante che questa proposta venga firmata da persone che si curano omeopaticamente e da persone che continuano ad utilizzare la medicina allopatica. Noi su questo argomento chiediamo infatti una approccio laico, basato cioè sul confronto e sul riconoscimento dei dati di fatto.

Nella presentazione della nostra proposta diciamo proprio che è impossibile negare l'evidenza dei fatti che gli omeopatici hanno riscontrato. Non occorre comunque essere specialisti per accorgersi che le persone che si curano omeopaticamente sono ogni giorno di più e per accorgersi che molte di queste guariscono, non occorre neppure essere politici per rendersi conto che in un enorme numero di farmacie sono in vendita centinaia di prodotti sui quali lo Stato non si pronuncia e che questo ha creato fascie di mercato che sfuggono a qualsiasi controllo. Mi chiedo, ad esempio, dove è la tutela del consumatore che acquista un dentifricio omeopatico?

Le questioni che abbiamo voluto affrontare con la nostra proposta sono sostanzialmente due: da un lato rispondere alla domanda di centinaia di migliaia di persone che non vogliono più curarsi in modo sostanzialmente clandestino, dall'altro riconoscere solo quei Rimedi che l'esperienza ci ha detto essere gli unici per cui si possono indiscutibilmente documentare i risultati curativi.

Il riconoscimento dell'Omeopatia va oggi visto come un riconoscimento di libertà, non è più infatti tollerabile che chi amministra la sanità del nostro Paese, finga di non sapere che esiste un grande numero di persone che sceglie e chiede cure diverse da quelle della medicina ufficiale.

Io credo che il Servizio Sanitario Nazionale debba rispondere a queste leggittime richieste. Ciascuno ha il diritto di curarsi nel modo che ritiene per lui il più efficace, e nei limiti del lecito lo Stato deve rispondere a questa esigenza.

La Medicina Omeopatica rappresenta l'aspetto più macroscopico di questa situazione e certamente è anche l'argomento su cui paradossalmente c'è meno da discutere. Se escludiamo l'agopuntura, l'Omeopatia infatti è l'unica fra le medicine alternative ad avere una continua ricerca specialistica, a curare milioni di pazienti, a sollevare quesiti che profondamente mettono in crisi le tradizionali cognizioni scientifiche. Credo che lo Stato non possa chiudere gli occhi verso questa realtà, e credo che i ritardi che in questo campo si registrano siano dovuti soprattutto alla vicinanza eccessiva tra politica, finanziamenti e ricerca.

Il riconoscimento della Medicina Omeopatica è dunque oggi un atto dovuto, subentra qui però la seconda delle questioni di cui prima dicevo, ossia la garanzia e la tutela dei consumatori. Ecco che dunque chiediamo che siano i medici a praticarla e che siano i farmacisti a vendere i Rimedi Omeopatici.

Va anche detto che non è possibile porre la dicitura "Prodotto Omeopatico" su qualunque cosa perchè è prodotto omeopatico, è solo quello che risponde a determinati requisiti, so che su quest'ultimo punto in particolare c'è stata molta polemica, ma anche a questo riguardo voglio essere estremamente chiaro. Il mercato omeopatico oggi si sta allargando al punto tale per cui esiste un interesse commerciale a moltiplicare i prodotti. Noi abbiamo deciso di non riconoscere come Rimedi Omeopatici i prodotti composti. Riteniamo infatti che gli argomenti portati dai medici e dai ricercatori consultati durante la preparazione del disegno di legge, siano stati più che convincenti. Questi argomenti sono chiariti nella presentazione alla proposta di legge e quindi è inutile ripeterli, è bene però dire che questa iniziativa vuole essere un primo passo, un primo approccio sul problema.

Con ulteriori iniziative affronteremo poi due altri problemi: quello relativo al riconoscimento dei medici omeopatici e quello della prescrizione dei Rimedi Omeopatici a carico del Servizio Sanitario Nazionale come qualunque altro farmaco. Il primo approccio non poteva però che essere quello del riconoscimento dell'Omeopatia, che ripeto noi vediamo non solo come medicina alternativa ma come un riconoscimento di libertà.

 
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