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Sciaudone Goffredo - 13 dicembre 1988
Omeopatia: Conclusioni della tavola rotonda
Prof. Goffredo Sciaudone

(Atti del Convegno trasnazionale sul tema "Rimedio omeopatico: il non farmaco. Una proposta di riconoscimento" - Roma, 12 e 13 dicembre 1988).

La Tavola Rotonda è terminata; gli interventi che sono venuti dal pubblico, abbastanza numerosi, hanno, come sempre, apportato argomenti di notevolissimo interesse, per cui sarebbe davvero utile poter recuperare il contributo che ciascuno ha dato. Il moderatore non può tuttavia per mere ma ineludibili ragioni di tempo, che approfondire qualche tema.

Innanzitutto quello della necessaria decantazione nel confronto tra le varie scuole omeopatiche. Non tocca a me, che sono allopata, farmi carico di questo discorso, ma come moderatore di una Tavola Rotonda che ha affrontato questi argomenti, giro senz'altro a quanti di voi rappresentano le diverse Scuole Omeopatiche l'invito a questo incontro-confronto-scontro; soprattutto in un momento come l'attuale, de jure condendo, come è stato ricordato dal Professor Ventre, certe diversità debbono trovare la confluenza in un testo legislativo.

Per quel che riguarda l'accesso universitario, registro due posizioni:

a) Con la nuova disciplina, dopo la 382/80, quattro sono i livelli ipotizzabili: il corso di laurea, la scuola a fini speciali, la scuola di specializzazione, il corso di perfezionamento; quindi quelli che erano i vecchi "corsi di cultura" non hanno piu' diritto di esistere nell'Universita' e probabilmente vanno inquadrati nei corsi di aggiornamento, organizzati dall'Ordine dei Medici, dalle USL, o anche dai Centri privati di formazione, come anche il corso svolto a Catania di cui e' stato riferito.

b) Il Dottor Kennedy ha giustamente ricordato che non è prevista una specializzazione in Omeopatia nell'elenco delle scuole di specializzazione che la CEE ha approvato, e pertanto occorre, promuovere una iniziativa a livello CEE perche' l'integrazione sia possibile. Un altro punto da sottolineare e' il giudizio posto per quel che concerne le strategie dei laboratori di prodotti omeopatici; giudizio che, peraltro ha trovato ampia conferma in altri interventi esposti nell'odierno dibattito.

E' da enfatizzare il penultimo intervento del collega di Milano, in tema di "scorciatoia" impiegata dal medico omeopata (definito da lui "di seconda classe") che non per perdere tempo col suo paziente, si affida alla pluri-prescrizione del rimedio.

Da ultimo vorrei accogliere il contenuto dell'intervento della rappresentante del Bureau internazionale per l'arte medica, precisando che il rapporto Censis 1983, basato sulle ricerche fatte su 15 citta' italiane nel 1982 e nel 1983, a proposito di medicina tradizionale, convenzionale ed alternativa ha distinto prestazioni con organizzazione e struttura: agopuntura, argillo-terapia, bio-feedback, bioritmologia, chiropratica, macrobiotica, elettroagopuntura, elettroterapia, fitoterapia, ipnosi, idroterapia, musicoterapia, omeopatia, riflessoterapia, training autogeno, vegetarismo, e yoga; ed in tema di prestazioni senza organizzazione-strutture, antroposofia, auricoloterapia, medicina ayurvedhica, cromoterapia, guaritori, iridologia, hata-yoga, massaggio zonale del piede, pranoterapia. Non credo che in un Convegno si potesse abbracciare tutta la variegata situazione della medicina terapeutica e, pur dando atto all'ultimo interventore della esistenza di una situazione così complessa nel mondo sanitario, non

dobbiamo perdere di vista il tema del Convegno che "de jure condendo" come ha ricordato il Professor Ventre, concerne la regolamentazione del Rimedio Omeopatico.

 
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