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Rutelli Francesco, Aglietta Adelaide, Modugno Domenico, Vesce Emilio - 13 dicembre 1988
Riconoscimento dei Rimedi Omeopatici
PROPOSTA DI LEGGE d'iniziativa dei Deputati

RUTELLI, AGLIETTA, FACCIO, MODUGNO, VESCE

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X LEGISLATURA -- DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI -- DOCUMENTI

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C A M E R A D E I D E P U T A T I N. 3138

PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa dei Deputati

RUTELLI, AGLIETTA, FACCIO, MODUGNO, VESCE

Presentata il 12 Settembre 1988

____

Riconoscimento dei Rimedi Omeopatici

____________

COLLEGHI DEPUTATI! Nonostante una forte e crescente pratica nel nostro Paese, la medicina omeopatica non riconosciuta né regolamentata è costretta ad operare in una situazione di ipocrita tolleranza che non può essere più accettata. Compito del Parlamento è oggi innanzitutto quello di riconoscere i rimedi omeopatici, per poter poi procedere in modo razionale e serio ad una regolamentazione della medicina omeopatica. Per fornire alla Camera un adeguato contributo nell'avvio di questo processo non più rinviabile, i firmatari della presente proposta di legge hanno deciso di accompagnarla con la seguente relazione, espressamente affidata ad un gruppo di medici omeopatici coordinati nel loro lavoro da Maria Teresa Di Lascia. Per cominciare a parlare dell'omeopatia non useremo le parole degli omeopati ma quelle del premio Nobel per la Chimica, M. Jean Marie Lehn, intervistato su Le Monde del 30 Giugno 1988: "Questi risultati sono sconvolgenti, assolutamente sconvolgenti! Allo stato attuale delle conoscenze, nel m

ondo della scienza molecolare, io non vedo come in biologia, in assenza di molecola, si possa trasmettere una informazione; io non vedo altrettanto come in un mezzo liquido, sede di movimenti molecolari rapidissimi, una "Impronta" possa essere conservata. Soprattutto a tali diluizioni. Immaginate una diluizione di 10 alla 120! A titolo di paragone, il numero di particelle dell'universo è di 10 alla 60. Evidentemente ci sono dei fatti e io non li posso mettere in dubbio, giacchè gli autori di questo studio sono dei validi scienziati". La scoperta cui fa riferimento il professor Lehn è quella di cui hanno parlato tutti i giornali e che è passata con il titolo "La memoria della materia" (Le Monde, 29 Giugno 1988), ovvero "Credere all'incredibile" (Nature, 30 Giugno 1988). Nonostante le polemiche e le smentite questa scoperta è certamente frutto di uno studio condotto contemporaneamente da laboratori in Francia (Parigi), Canada (Toronto), Italia (Milano) e nello stato di Israele; il risultato ottenuto nei differ

enti laboratori è univoco: l'acqua mantiene la "memoria" della sostanza con cui è venuta a contatto anche in assenza di molecole. Per gli omeopatici questa scoperta, da molti definita "rivoluzionaria" anche se fortemente avversata in alcuni ambienti scientifici, è solo una conferma con metodologie comprensibili alla medicina ufficiale di quello che essi hanno già sperimentato, verificato e saputo attraverso il metodo omeopatico. La medicina ufficiale non ha mai accettato fino ad oggi che contra factum non valet argomentum rifiutando come scientificamente accoglibile l'obiettività della sperimentazione e della clinica omeopatica: dunque veniamo ai fatti! I fondamenti scientifici della medicina omeopatica sono:

a) legge dei simili;

b) sperimentazione pura;

c) riscontro terapeutico, ovvero guarigione del malato.

Similia Similibus curentur: Ippocrate lo aveva già enunciato ma soltanto il medico C. F. S. Hahnemann, sistematizzò e codificò questo principio curando fin dalla fine del '700 con rimedi da lui stesso preparati che, col passare dei secoli, mantengono attiva tutta la loro efficacia terapeutica. Come è descritta sperimentalmente la legge dei simili? La stessa sostanza, diluita e dinamizzata, chimicamente non quantificabile, somministrata ad una persona sana produce la comparsa di una serie di sintomi psichici e fisici (la cosiddetta patogenesi) e cura il malato sofferente di quel simile stato morboso. Si effettua, cioè, un riscontro sperimentale duplice: sperimentazione pura del medicamento sulla persona sana e relativa descrizione dei sintomi comparsi; riscontro clinico-terapeutico, nel malato, della scomparsa dei sintomi simili a quelli indotti sperimentalmente nel sano. Ovvero la guarigione. Va notato come una siffatta sperimentazione, che è stata condotta in tempi e luoghi diversi, da persone culturalment

e, socialmente e costituzionalmente diverse, abbia dato risultati sovrapponibili costanti. La purezza metodologica di questa sperimentazione è dimostrata dalla comparsa costante degli stessi sintomi, per ciascun medicamento in epoche e luoghi diversi. Tutti i rimedi omeopatici sono stati preparati e saggiati su persone sane e ciascun rimedio ha rivelato la propria peculiarità sintomatologica, offrendo al medico omeopatico la possibilità di intervenire sul malato acuto e cronico. In questo modo i testi di medicina omeopatica la materia medica sono anche il linguaggio del corpo e della psiche, così come vengono descritti dal paziente e dallo sperimentatore; sono cioè il linguaggio, non dell'esperto ma della sofferenza così come essa si esprime e si sviluppa nel tempo e nelle diverse situazioni. Si tratta cioè di una sperimentazione di una medicina evolutiva che guarda al malato e non alla malattia, giacchè ciascun individuo soffre e ammala con modalità del tutto proprie. Ognuno ha la propria ulcera, dovuta a r

agioni singolari, uniche, peculiari di quell'individuo; nessuna malattia è assimilabile a tutti, nessuna malattia può essere curata, ma solo soppressa con criteri uniformati. Questa è la grande lezione dell'omeopatia che guarda alla persona nella sua interezza, nella sua storia evolutiva e nella sua unicità di individuo! Per ciascuna persona, in un momento dato della propria esistenza, esiste uno, ed uno solo, rimedio omeopatico in grado di ricondurlo alla salute e quell'unico rimedio è asso lutamente individuale. Vale la pena di fare anco ra qualche considerazione sulla sperimentazione omeo patica, confrontata alla sperimentazione della medi cina ufficiale. La medicina omeopatica, come abbiamo detto, speri menta in vivo e sull'uomo sano, inducendo uno stato di malattia artificiale (pato genesi) con medicamenti diluiti e dinamizzati. Tutte le sostanze divengono rime di solo dopo la sperimenta zione sulla persona sana; i rimedi sperimentati all'epoca di Hahnemann danno oggi gli stessi riscontri di due secoli

fa. Quanti animali sono stati sottoposti alle più feroci sperimentazioni per produrre un farmaco che poi doveva curare l'uomo? Quante scimmie sono state costrette in laboratorio a fumare fino a prodursi un cancro al polmone, per cer care il relativo farmaco curativo, come se la scimmia per sua natura ed inclinazione potesse essere fumatrice e sviluppare il cancro? Le conseguenze di una tale sperimentazione sono sotto gli occhi di tutti: malattie iatrogene in crescita; decadimento della validità del farmaco in pochissimo tempo, anche in conseguenza alla rapida assuefazione dell'organismo. Il rimedio omeopatico non ha contro-indicazioni, non ha tossicità, può essere assunto dai neonati e dagli anziani, dagli allergici e dalle donne in stato di gravidanza. Ottiene risultati inconfutabili sugli animali e sulle piante, e a questo proposito il riscontro clinico terapeutico della guarigione negli animali è stata la risposta degli omeopati all'accusa di "suggestionare" i pazienti con il cosiddetto "effetto placebo".

Vogliamo qui dire che "l'effetto placebo" come comunemente identificato non esiste, e che invece la medicina omeopatica (la quale, in quanto medicina, è anche filosofia del corpo e della mente) utilizza il placebo come presidio indispensabile, coadiuvante il rimedio che conduce alla guarigione. Sono ormai molte le ragioni per le quali è tempo che il legislatore si occupi del riconoscimento del rimedio omeopatico: a) il crescente numero di medici che pratica la medicina omeopatica nel nostro Paese e in tutto il mondo; b) la grande richiesta dei malati di essere curati esclusivamente o anche solo occasionalmente con l'omeopatia. Questi ultimi soprattutto si avvicinano all'omeopatia perchè delusi della medicina ufficiale, oppure perchè intossicati o intolleranti o allergici ai farmaci di uso comune come antibiotici, antipiretici, antalgici e, quindi, bisognosi di farmaci sicuri e di pronto intervento. Solo una percentuale più bassa di pazienti sceglie la medicina omeopatica come risultato della ricerca di una

medicina olistica che rispetti l'unità psico-fisica dell'uomo senza intossicarlo, in un progetto curativo e insieme preventivo. Di fronte a questa grande richiesta, il legislatore non può più consentire che il medico omeopatico sia considerato uno stregone e il paziente omeopatico un illuso; non può più consentire che il buon diritto di ciascun cittadino ad avere cura della propria salute, secondo i propri convincimenti e la propria libertà sia conculcata dalla "denegata identità" della omeopatia; non può più consentire che un medico omeopatico regolarmente laureato in medicina non possa curare i propri pazienti secondo quanto la sua coscienza e il suo sapere gli impongono. La medicina omeopatica, seppure non proibita è tollerata, sicchè niente di ciò che la riguarda deve essere conosciuto e diffuso e il cittadino non può, secondo il principio einaudiano, conoscere per deliberare, e fare la propria scelta. E' oggi, un dovere del legislatore dare questa possibilità a tutto il Paese per evitare che, all'ombra

del silenzio, crescano ibridi derivati dall'esigenza posta dal paziente, di curarsi omeopaticamente e l'uso improprio di questa medicina. Sempre più infatti il rimedio omeopatico viene prescritto come se fosse un farmaco ufficiale. E' di tutta evidenza che il medico omeopatico non è quello che è venuto a conoscenza di una diversa farmacologia, applicabile sintomatologicamente e soppressivamente in modo sostituitivo al farmaco ufficiale, ma è il medico che è stato preparato a sperimentare in vivo, a decodificare il linguaggio precedentemente appreso, a guardare al malato e non alla malattia, a leggere e a scrivere una differente anamnesi storico-clinica del paziente. Per tutte queste ragioni, un vero omeopata ha bisogno di molti anni di studio e di esperienza per impadronirsi di un sapere che non viene insegnato e, anzi, viene ignorato nelle università di medicina ufficiale. Per sopperire a questa mancanza è stata creata da molti anni con lo scopo di creare medici omeopatici, l'Associazione per la Libera Univ

ersità di Medicina Omeopatica (L.U.I.M.O.) che raccoglie nel corpo docente i più grandi medici omeopatici di tutto il mondo e che ha come presidente il più illustre medico omeopatico italiano, il Professor Antonio Negro. La esigenza più grande posta dai medici omeopatici è il riconoscimento universitario dei corsi di insegnamento per la formazione del medico omeopatico. Gli omeopati rispondono della efficacia del rimedio omeopatico a condizione che sia propriamente utilizzato e che la metodologia sia quella indicata dal fondatore Hahnemann. Gli omeopati hanno il più grande rispetto della medicina ufficiale nei suoi progressi tecnologici e diagnostici; i medici omeopatici sono tutti laureati nelle università della medicina ufficiale, ciò nonostante dicono con chiarezza che il rimedio omeopatico non è compatibile con nessun altro farmaco, sia per le ragioni farmaco logiche che per ragioni metodologiche. Le ragioni farmacologiche sono facilmente evidenti: il dosaggio ponderale e massivo del far maco tradizional

e impedirebbe l'azione delle dosi infinitesimali omeopatiche; le ragioni metodologiche sono più complesse ma la prima fra tutte è che il farmaco tradizionale sopprime il sintomo o ha un'azione sostituitiva alla funzione fisiologica, mentre il rimedio omeopatico stimola la risposta energetica del malato (vis sanatrix naturae) riportandolo all'equilibrio. Dobbiamo anche dire che la medicina omeopatica è soprattutto medicina preventiva.

La Compagnia inglese di Assicurazione sulla vita istituì, nell'800 e nei primi anni del '900, una sezione speciale per le persone curate omeopaticamente e per queste richiese un premio assicurativo meno alto che per gli altri, visto che questi erano più longevi e si ammalavano meno degli altri (F. Zammarano "Il medico omeopatico dalle origini ad oggi", Ed. Cappelli 1951).

I rimedi omeopatici sono da tempo regolamentati in Francia, Germania, Inghilterra, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi; non lo sono in Italia, Spagna e Portogallo. Si pone quindi, con urgenza, la necessità del varo di un provvedimento legislativo specifico considerato che nel nostro Paese la medicina omeopatica è praticata da 1.500 medici e circa un milione di italiani si curano con i rimedi omeopatici venduti in 3.000 farmacie con un fatturato annuo di almeno 20 miliardi. L'assenza di norme, rispetto ad una crescente domanda, appare sempre più insostenibile e intollerabile: chiunque, infatti, può oggi praticare la medicina omeopatica e prescrivere i rimedi omeopatici. La necessità di una disciplina in materia, almeno per rimedi omeopatici, che tuteli i diritti e la salute dei cittadini, appare atto doveroso. Si è volutamente tralasciata la problematica relativa alla medicina omeopatica, ai corsi universitari di laurea o di specializzazione. Questi problemi dovranno essere affrontati in successiva sede e con

procedure più complesse e articolate di quelle previste per il semplice riconoscimento dei rimedi omeopatici. La presente proposta consta di 5 articoli. L'articolo 1 definisce i rimedi omeopatici, le tinture madri e le soluzioni idroalcooliche, queste ultime indicate come prodotti di partenza del rimedio omeopatico stesso. Nell'articolo 2 sono individuati, attraverso l'allegato A, i rimedi omeopatici ormai acquisiti dalla sperimentazione e dal riscontro terapeutico; viene inoltre delegata al Ministro della Sanità l'autorizzazione per ulteriori rimedi omeopatici che comunque dovranno seguire la metodologia hahnemanniana.

L'obbligatorietà della vendita in farmacia dietro presentazione di ricetta medica è prevista nell'articolo 3: ciò garantisce il cittadino per la qualità del prodotto e la congruità del la prescrizione. La delega al Ministro della Sanità per la predisposizione delle norme relative alla produzione, consumo, commercializzazione e per i controlli di qualità è prevista nell'articolo 4. Queste procedure dovranno garantire all'utente la qualità del prodotto e l'efficacia dei controlli di rito, mentre l'articolo 5 detta norme relativamente alle modalità di confezionamenti del rimedio omeopatico.

PROPOSTA DI LEGGE

________

ART. 1.

1. Il rimedio omeopatico è la diluizione dinamizzata ottenuta da una singola sostanza minerale, vegetale o animale, esistente in natura allo stato naturale o per azione chimica non di sintesi, che somministrata al soggetto sano abbia prodotto una sintomatologia costante e che risulti curativa in pazienti che presentino un quadro morboso simile a quello osservato e descritto nel soggetto sano. 2. Le tinture madri di origine vegetale o animale e le soluzioni idroalcooliche di origine minerale costituiscono il prodotto di partenza del rimedio omeopatico.

ART. 2.

1. Sono rimedi omeopatici quelli indicati nella tabella A allegata alla presente legge.

2. Il Ministro della Sanità, sentito l'Istituto Superiore di Sanità, può con proprio decreto autorizzare altri rimedi omeopatici che siano stati sperimentati e che abbiano dimostrato riscontro terapeutico, secondo la metodologia hahnemanniana, per non meno di 5 anni.

ART. 3.

1. Il rimedio omeopatico, le tinture madri e le soluzioni idroalcooliche possono essere prescritti solo dal medico e venduti solo nelle farmacie.

ART. 4.

1. Entro 180 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge il Ministro della Sanità, sentito l'Istituto Superiore di Sanità, stabilisce con proprio decreto le procedure di produzione, conservazione, commercializzazio ne, importazione ed i criteri di controllo di qualità dei rimedi omeopatici, delle tinture madri e delle soluzioni idroalcooliche.

ART. 5.

1. La confezione del rimedio omeopatico deve recare con evidenza la dicitura "prodotto omeopatico" nonchè la denominazione del prodotto e la sua diluizione; deve inoltre specificare il numero delle unità complessive ed il loro peso nonchè la data di produzione del prodotto, la data di scadenza indicata dal produttore ed il numero del lotto di provenienza.

2. I rimedi omeopatici, le tinture madri e le soluzioni idroalcooliche devono essere commercializzati unitamente ad un foglietto illustrativo sul quale vengano chiaramente riportate le modalità di assunzione e di conservazione del prodotto.

TABELLA A.

(Articolo 2).

Abies Caadesis

Abies nigra

Abrotanum

Absinthium

Acalyipha Indica

Acetic Acid

Aconitum cammarum

Aconitum napellus

Aconitum ferox

Actaea spicata

Aethusa

Agaricus emeticus

Agaricus muscarius

Agaricus phalloides

Agnus castus

Ailanthus

Alcohol

Aletris farinosa

Allium cepa

Allium sativum

Aloe

Allium constricta

Alumen

Alumina

Alumina silicata

Aluminium

Ambra

Ambrosia artemisae folia

Ammoniacum

Ammonium bromatum

Ammonium benzoicum

Ammonium carbonicum

Ammonium causticum

Ammonium muriaticum

Amphisbaena

Amygdalae amarae aqua

Amyl nitrite

Anacardium

Anagallis

Anantherum

Angustura

Anilinum

Anisum stellatum

Anthemis nobilis

Anthracinum

Anthorokali

Antimonium arsenicosum

Antimonium crudum

Antimonium oxydatum

Antimonium sulph. auratum

Antimon., et potass., tart.

Aphis chenopodii glauci

Aphis

Apium graveolens

Apocynum cannabinum

Apomorphium

Aralia racemosa

Aranea diadema

Argentum cyanidum

Argentum metallicum

Argentum muriaticum

Argentum nitricum

Arnica

Arsenicum album

Arsenicum hydrogenisatum

Arsenicum iodatum

Arsenicum metalliclim

Arsenicum sulphuratum flavum

Arsenicum sulphuratum rubrum

Artemesia vulgaris

Arum dracontium

Arum macalatum

Arum triphyllum

Arundo mauritanica

Asafoetida

Asarum

Asclepias cornuti (Syriaca)

Asclepias tuberosa

Asimina triloba

Asparagus

Astacus fluviatilis

Asterias rubens

Atropinum

Aurum

Aurum arsenicum

Aurum iodatum

Aurum muriaticum

Aurum-m-n

Aurum sulphuratum

Badiaga

Baptisia

Bartfelder (acid sprig)

Baryta acetic

Baryta carbonica

Baryta iodata

Baryta muriatica

Belladonna

Bellis perennis

Benzinum

Benzoic acid

Benzinum nitricum

Berberis

Bismuthum oxidum

Blatta Orientalis

Boletus lariscis

Boracicum acidum

Borax

Bothrops lanceolatus

Bovista

Brachyglottis

Bromium

Brucea antidysenterica

Bryonia

Bufo

Bufo sahytiensis

Cactus

Cadmium sulphuratum

Cahica

Cajuputum

Caladium

Calcarea acetica

Calcarea arsenica

Calcarea carbonica

Calcarea caustica

Calcarea fluorata

Calcarea iodata

Calcarea phosphorica

Calcarea silicata

Calcarea sulphurica

Calendula off.

Calliandra-houstoni

Calotropis

Camphora

Canchalagua

Cannabis indica

Cannabis sativa

Cantharis

Capsicum

Carbolic acid

Carbo animalis

Carboneum hydrogenisatum

Carboneum oxygenisatum

Carboneum sulphuratum

Carbo vegetalis

Carcinosium

Carduus marianus

Carlsbad

Cascarilla

Castanea vesca

Castor equi

Castoretum

Caulophyllum

Causticum

Ceanothus Americanus

Cedron

Cenchris contortrix

Centaurea tagana

Cereus bonplandii

Cereus Serpentaria

Chamomilla

Chelidonium majius

Chenopodium anthelminticum

Chenopodium vulvaria

Chimphila

China

Chinium arsenicosum

Chinium sulphuricum

Chionanthus Virginica

Chloralum

Chloroform

Chlorum

Cholesterimun

Chromicum acidum

Cicuta virosa

Cimex

Cimicifuga

Cina

Cinchonium sulphuricum

Cinchona boliviana

Cinnabaris

Cinnamomum

Cistus

Citric acid

Citrus limonum

Citrus vulgaris

Clematis

Cobaltum

Coca

Cocculus

Coccinella septempunctata

Coccus cacti

Cochlearia

Codeinum

Coffea cruda

Coffea tosta

Colchicum

Colibacillinum

Collinsonia

Colocynthis

Colostrum

Comocladia

Conium

Convallaria majalis

Copaiva

Corallium rubrum

Coriaria ruscifolia

Cornus circinata

Cornus florida

Cornus serica

Crocus

Cotyledon umibilicus

Crotalus cascavella

Crotelus horridus

Croton tigliuni

Cubeba

Culex moscae

Cundurango

Cuprum

Cuprum aceticum

Cuprum sulphuricum

Curare

Cyclamen

Cypripedium

Daphne Indica

Derris pinnata

Digitalis

Dioscorea

Dirca palustris

Dolichos pruriens

Doryphora

Drosera

Duboisinum

Dulcamara

Erchinacea angustifolia

Elaps

Elaterium

Epigea repens

Equisetum

Erigeron

Eryngium aquaticum

Ecualyptus

Eugenia jambos

Euonymus Europaeus

Eupatorium perfoliatum

Eupatorium purpureum

Euphorbium

Euphrasia

Eupion

Fagopyrum

Ferrum arsenicosum

Ferrum

Ferrum Aceticum

Ferrum iodatum

Ferrum magneticum

Ferrum muriaticum

Ferrum phosphoricum

Ferrum picricum

Ferrum sulphuricum

Filix-mas

Fluoricum acidum

Formica

Gadus morrhua

Gambogia

Gelsemium

Genista

Gentiana lutea

Gentiana cruciata

Geranium maculatum

Gettisburg water

Ginseng

Glanderine

Glonoin

Gnaphalium

Gossypium

Granatum

Graphites

Gratiola

Grindelia robusta

Guaco

Guarana

Guarea

Guaiacum

Gymnocladus

Haematoxylon

Hamamelis

Hecla lava

Helleborus niger

Heloderma

Helonias

Hepar sulphuris calcareum

Hippomanes

Hippozaeninum

Homarus

Hura braziliensis

Hydrangea

Hydrastis

Hydrocotyle

Hydrocyanie acid

Hyoscyamus

Hypericum

Iberis

Ictodes foetida

Ignatia

Illicum

Indigo

Indium metallicum

Inula

Iodoformum

Iodium

Ipecacuanha

Ipomia purpurea

Iris florentina

Iris foetidissima

Iris versicolor

Jaborandi

Jacaranda

Jalapa

Jatropha

Juglans cinerea

Juglans regia

Juniperus Virg

Kali aceticum

Kali arsenicosum

Kali bichromicum

Kali bromatum

Kali carbonicum

Kali chloricum

Kali cyanatum

Kali ferrocyanicum

Kali iodatum

Kali manganicum

Kali nitricum

Kali phosphoricum

Kali sulphuricum

Kalmia

Kaolin

Kissengen

Kreosote

Lac caninum

Lac defloratum

Lac felinum

Lachesis

Lachnanthes

Lactic acid

Lactuca

Lamium

Lapus albus

Lappa arctium

Lappa major

Lathyrus

Lactrodectus mactans

Laurocerasus

Lecthi

Ledum

Lemna minor

Lepidium bonariense

Leptandra Virginica

Lilium Tigrinum

Linum cathar

Lithium carbonicum

Lithium muriaticum

Lobelia cardinalis

Lobelia inflata

Lobelia syphilitica

Lycopodium

Lycopersicum

Lycopus virginicus

Lydrophobinum

Magnesia carbonica

Magnesia muriatica

Magnesia phosphorica

Magnesia sulphurica

Magnetis Polus Arcticus

Magnetis Polus Australis

Malandrinum

Mancinella (Hipponanes)

Manganum

Manganum muriaticum

Marmoreck

Medorrhinum

Melilotus

Menispermum

Mentha piperita

Menyanthes

Mephitis

Mercurius

Mercurius corrosivus

Mercurius cyanatus

Mercurius dulcis

Mercurius iodatus flavus

Mercurius iodatus ruber

Mercurius nitrisus

Mercurius sulphuricus

Mercurialis

Mezereum

Millefolium

Mitchella

Morphinum

Moschus

Murex

Muriaticum acidum

Mygale lasiodora

Myrica

Myrustuca

Myrtus communis

Naja

Narcotinum

Natrum aceticum

Natrum arsenicatum

Natrum hypochlorosum

Natrum muriaticum

Natrum nitricum

Natrum phosphoricum

Natrum sulphuricum

Niccolum

Niccolum sulph

Nitricum acidum

Nitro muriatic acid

Nitri spiritus dulcis

Nitrogenum oxygenatum

Nuphar luteum

Nux moschata

Nux vomica

Nymophaea

Ocimum

Onanthe

Oleander

Oleum animale

Oleum jecoris aselli

Onosmodium

Opium

Origanum majorana

Osmium

Ovinine

Oxalicum acidum

Oxytropis lamberti

Paeonia

Palladium

Pareira brava

Paris quadrifolia

Paullinia pinnata

Pediculus capitis

Penthorum

Petiverie

Petroleum

Phallus impudicus

Phaseolus nanus

Phellandrium

Phosphoricum acidum

Phosphorus

Physostigma

Phytolacca

Picricum acidum

Pinus silvestris

Piper methysticum

Piper nigrum

Plantago

Platinum

Platinum muriaticum

Plectranthus

Plumbago litteralis

Plumbum

Podophyllum

Polygonum hydropiperoides

Populus

Pothos foetidus

Prunus spinosa

Psorinum

Ptelea trifoliata

Pulex iritans

Pulsatilla

Pulsatilla nuttaliana

Pyrogenium

Pyrus

Radium

Ranunculus bulbosus

Ranunculus sceleratus

Raphanus

Ratanhia

Rheum

Rhododendron

Rhus aromatica

Rhus glab

Rhus radicans

Rhus toxicodendron

Rhus venenata

Robinia

Rumex cispus

Ruta

Sabadilla

Sabal serrulata

Sabina

Saccharun album

Salicylicum acidum

Salamandra

Salix niger

Sambucus nigra

Sanguinaria

Sanguinaria nit

Sanicula aqua

Santoninum

Sarracenia

Sarsaparilla

Scutellaria

Secale cornutum

Selenium

Senecio

Senega

Sepia

Serpentaria

Silicea

Sinapis alba

Sinapis nigra

Solanum mammosum

Solanum nigrum

Solanum oleraceum

Solanum tuborosum aegrotans

Solidago Virg. aur.

Spigelia

Spigelia marilandica

Spuranthes

Spongia

Squilla

Stachys betonica

Stannum

Staphisagria

Stellaria media

Sicta pulmonaria

Stillingia sylvatica

Stramonium

Strontium

Strychninum

Sulphur

Sulphur iodatum

Sulphuricum acidum

Sumbul

Syphilinum

Symphitum officinale

Symphoricarpus rac

Syphilinum (Luesinum)

Tabacum

Tanacetum

Tanninum

Taraxacum

Tarantula hispanica

Tarent cubensis

Taxus beccata

Tellurium

Teplitz

Terebinthina

Teucrium marum verum

Thallium

Thea

Theoridion

Thuja

Tilia

Tongo

Trifolinum pratense

Trillium pendulum

Trombidium muscae domesticae

Tuberculinum

Tubercolinum residum di Koch

Tussilago fragrans

Tussilago petasites

Upas

Uraninum nitricum

Urtia urens

Ustilago

Uva ursi

Vaccinninum

Valeriana

Variolinum

Veratrum album

Veratrum viride

Verbascum

Vespa

Viburnum opulus

Vinca

Viola odorata

Viola tricolor

Vipera

Viscum album

Wiesbaden

Wyethia

Xanthoxylum

Yucca

Zincum

Zincum muriaticum

Zincum sulphuricum

Zingiber

Zizia

nelle seguenti diluizioni dinamizzate:

decimale hahnemanniana DH

dalla 1 DH almeno alla 60 DH,;

centesimale hahnemanniana CH

dalla 1 CH almeno alla 30 CH,;

centesimale korsakoviana K

dalla 1 K almeno alla 100 CMK,;

cinquantamillesimale hahne manniana LM dalla 1 LM almeno alla 60 LM.

Il rimedio omeopatico si assume per via orale e viene commercializzato in granuli del diametro di 3,5 mm. di lattosio o saccarosio impregnati della diluizione dinamizzata dichiarata che costituiscono la forma multidose ovvero in globuli del diametro di 1,5 mm. di lattosio o saccarosio della diluizione dinamizzata dichiarata che rappresentano la forma monodose classica ovvero in soluzione idroalcoolica della diluizione dinamizzata dichiarata.

 
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