DAI DEMOCRATICI AI RADICALI
SLOBODNA DALMACIJA - 17 dicembre 1988
SOMMARIO: Il principale quotidiano della Dalmazia esprime giudizi negativi sull'Alleanza socialista, incapace di essere organo di controllo del potere e dello stato, rilevando come altre organizzazioni, fra cui il Partito radicale trasnazionale, offrono reali sbocchi alla domanda di pluralimo politico della società iugoslava.
(RADIKALNE NOVOSTI a cura di MARINO BUSDACHIN e SANDRO OTTONI - hanno collaborato: MASSIMO LENSI, FULVIO ROGANTIN, PAOLA SAIN JAN VANEK, ANDREA TAMBURI - TRIESTE, 1 gennaio 1989)
L'alleanza socialista non è diventata mai l'opposizione nel senso di Kardelj, ma neanche il più democratico organo di controllo dell'autorità e dello stato come lo dovrebbe essere secondo la Costituzione.
In pubblico si offrono due nuovi programmi politici generali, più o meno chiari, il programma dell'alleanza democratica slovena e il programma della nuova alleanza social-democratica in Slovenia. E questo non è tutto. E' noto, scrive Delo, che già una buona parte degli jugoslavi ha accolto l'invito di iscriversi al partito radicale transnazionale europeo, cioè quel partito che vuole organizzare il congresso a Zagabria. Non si sa ancora quale gruppo di interesse o politico tenterà di occupare il posto rimasto vuoto, non solamente in Slovenia, ma anche nel sempre più aperto spazio politico jugoslavo. Però saranno sempre in numero più grande, valuta il giornale nel commento intitolato ``Dai democratici ai radicali''.
Non si potrà aspettare la lungo. L'Alleanza socialista non diventata mai opposizione nel senso di Kardalj, ma non è diventata neanche il più democratico organo di controllo sopra il potere e sopra lo stato come dovrebbe esserlo secondo la Costituzione. Al di fuori del partito (comunista) e dell'Alleanza socialista sta sgorgando il pluralismo con colore e contenuto politico. Secondo Delo si tratta di una specie di opposizione blanda, che in questo momento è molto meno pericolosa del pluralismo politico che vive dentro la lega dei comunisti jugoslava e che in sostanza sta bloccando il cambiamento più veloce del sistema politico ed economico. Il formarsi dei nuovi gruppi politici di interesse è l'espressione naturale del rinnovo del sistema. In realtà, se dietro a questo ci sono tendenze verso il sistema di partito o quello senza partiti non ha importanza. Il giornale aggiunge però che l'obiettivo delle riforme jugoslave è tuttavia chiaro: determinare una nuova, più moderna identità del socialismo e della Jugos
lavia. Se però la decisione per la democrazia e per la democratizzazione è stata accolta, e lo è stata anche da parte degli organi del governo più importanti, allora bisognerà cercare con un po' di inventiva in più, il ponte tra il sistema monopartitico e il pluralismo politico. ``Comunque, scartare la nascita di nuove alleanze e di nuovi gruppi politici, causa della protopaura del sistema politico sarebbe la cosa peggiore'', conclude il Delo. La riforma del sistema politico e i nuovi valori auspicati dalla democrazia socialista portano una sfida e nei loro confronti neanche la Lega dei Comunisti e l'Alleanza socialista ancor di più, non possono essere indifferenti. I tempi di una tale alleanza socialista, come lo è adesso, sono definitivamente passarti, conclude il Delo di Lubiana.