MARCO PANNELLA SI MERAVIGLIA E VUOLE SODDISFAZIONE
Il leader dei radicali italiani è offeso a causa del modo in cui viene trattato ripetutamente dalla stampa belgradese.
DELO - 19 dicembre 1988
SOMMARIO: Il resoconto della conferenza stampa tenuta da Marco Pannella il 18 dicembre a Belgrado. La polemica con il portavoce della Lega comunista che, con metodi stalinisti, ha attaccato il Partito radicale accusandolo di voler destabilizzare la Iugoslavia. Le difficoltà causate dall'assenza di una legge che permetta o proibisca lo svolgimento del congresso radicale a Zagabria e dalla mancanza comunque di una istanza di appello.
(RADIKALNE NOVOSTI a cura di MARINO BUSDACHIN e SANDRO OTTONI - hanno collaborato: MASSIMO LENSI, FULVIO ROGANTIN, PAOLA SAIN JAN VANEK, ANDREA TAMBURI - TRIESTE, 1 gennaio 1989)
Belgrado 18 dicembre - ``Non mi è noto a che piano del grattacielo della Lega dei Comunisti jugoslavi vive e lavora Aleksander Sekulovic'', ha detto durante l'incontro odierno con i giornalisti il leader del Partito Radicale italiano, il partito che vuole essere considerato transnazionale. ``Non so neanche perché questo funzionario per i rapporti internazionali della vostra Lega ha attaccato in ``Vecernje Novosti'' il mio partito in modo non europeo e stalinistico. So però che io quel giorno, venerdì, ho avuto un colloquio amichevole di tre ore al ventunesimo piano di questo stesso grattacielo con il vecchio amico Milojko Drulovic.
Mentre me ne stavo andando non avrei mai pensato che qualcuno di questo edificio potesse offendere così gravemente il prestigio del presidente del Consiglio europeo, i leaders politici e i più alti rappresentanti dei diversi gruppi politici e intellettuali che si sono impegnati per tenere il congresso del P.R. dal 4 all'8 gennaio nella sala Vatroslav Lisinski a Zagabria''.
Secondo le parole di Pannella, in questo momento, il problema fondamentale non è più la tenuta del congresso, ma come avere soddisfazione per le offese di Sekulic. Anche se la data di convocazione del congresso è obbligata dallo statuto del partito, per Pannella in questo momento è più importante il fatto di come si possa trattare in questo modo il partito che fino ad ora ha dimostrato continuo appoggio per la Jugoslavia nella CEE e sulla preparazione degli accordi di Osimo. In questo senso, è stata anche formulata la idea che il congresso di questo ``partito transnazionale'' venga organizzato in Jugoslavia, perché i suoi membri più importanti credono alla tendenza che la Jugoslavia diventi membro della CEE e la sostengono. Pannella non è stato sorpreso quando si è saputo che l'intenzione del suo partito suscitasse dei dubbi in alcuni dei giornalisti presenti.
Il collega del Vecernje Novosti, per esempio, si è riferito con espliciti cenni al perché il congresso fosse necessario nel nostro paese democratico e non sia stato convocato, invece, in Sud-Africa o in Cile. Pannella ha risposto: perché Zagabria è più vicina all'Italia settentrionale, alla Germania e agli altri paesi europei dove risiedono i membri del Partito Radicale.
Alla domanda dei due colleghi di ``DUGA'' se il P.R. fosse pronto a fare qualcosa contro la persecuzione dei Serbi e dei Montenegrini nel Kossovo, oppure contro la persecuzione di alcune persone in Bosnia o Erzegovina, egli ha dato una risposta argomentando che non conosce la particolarità, e che non può parlare di qualsiasi colpa essendo lui per la libertà di tutti e contrario a tutti gli articoli 133, ovunque nel mondo.
Dato che il portavoce del governo jugoslavo ha riposto, durante gli scorsi mesi, alla richiesta ufficiale del P.R. di organizzare il congresso a Zagabria che non esiste la legge che lo permetta o che lo proibisca, il P.R. ha accolto questa risposta oracolare come un permesso per poter continuare con i preparativi.
Quindi la cosa adesso non si può fermare se all'ultimo momento il permesso non ci fosse. La situazione è resa ancora più difficile dal fatto che non è chiara, come lo dovrebbe essere in ogni stato di diritto, quale può essere l'istanza di appello, e non è neanche chiaro chi è quello che vieta se già qualcuno lo fa ``SIC!''.