La lettera dei deputati europei a Branko Mikulic
SOMMARIO: Il testo della lettera inviata da numerosi parlamentari europei al Presidente del Consiglio federale Branko Mikulic in cui si ribadisce l'appello affinché il congresso radicale possa svolgeri a Zagabria. Nella lettera si afferma inoltre l'estrema gravità delle dichiarazioni rese da un alto dirigente della Lega dei comunisti che ha accusato il Congresso di essere "l'espressione di una volontà di destabilizzazione anticomunista della Jugoslavia".
(RADIKALNE NOVOSTI a cura di MARINO BUSDACHIN e SANDRO OTTONI - hanno collaborato: MASSIMO LENSI, FULVIO ROGANTIN, PAOLA SAIN JAN VANEK, ANDREA TAMBURI - TRIESTE, 1 gennaio 1989)
Bruxelles, 20 dicembre 1988
Branko MIKULIC
Presidente del Consiglio Esecutivo Federale
Belgrado
Egregio Presidente,
abbiamo ricevuto la Sua risposta in data 8 dicembre, e Le siamo riconoscenti.
Tuttavia il suo contenuto ci dispiace e preoccupa. In effetti il 15 novembre, il portavoce del Ministero degli Esteri dichiarava che non c'era alcun ostacolo ``legale'' ma casomai solo di ordine pratico alla tenuta del Congresso del Partito Radicale.
E' per questo che, con un buon numero di colleghi europei - tutti o quasi ben lontani dall'essere iscritti al Partito Radicale - ma nondimeno interessati e fiduciosi nel carattere europeo e transnazionale del suo Congresso, nella sua volontà di manifestare anche, amicizia, fiducia e interesse per il vostro popolo ed il vostro paese, che Le abbiamo inviato un appello affinché in Congresso possa essere autorizzato e perché ci sia possibile partecipare ai suoi lavori.
La risposta che Lei ci fornisce, Egregio Presidente, è assolutamente negativa ed aggrava gli ostacoli che noi desideravamo veder superati. Infatti Lei afferma che si tratta sia di una scelta politica ed in difesa dell'ordine pubblico, sia di un'impossibilità legale estesa all'attività di un partito ``transnazionale'' e nonviolento.
Abbiamo anche appreso con stupore, che a seguito di un appello di duecento intellettuali europei, fra cui Eugene Jonesco, nel quale sostanzialmente si affermava ciò che noi avevamo nella nostra lettera richiesto, un alto dirigente della Lega dei comunisti ha accusato il Congresso di essere l'espressione di una volontà di destabilizzazione anticomunista della Jugoslavia.
Tutto ciò è molto grave. Egregio Presidente siamo certi che ciò è dovuto a mancanza di informazione e di conoscenza non solo sul Partito Radicale, cosa che non ci tocca direttamente, ma delle nostre funzioni democratiche e di rappresentanza e della dignità del nostro essere parlamentari.
E' per questo, Egregio Presidente, che con fiducia, rispetto e volontà d'amicizia, ci permettiamo d'insistere affinché questo Congresso non sia vietato e che non si respingano le offerte di dialogo proveniente da un così grande numero di eletti, di personalità e di semplici cittadini.
Cogliamo l'occasione per porgerLe i nostri più cordiali saluti.
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LISTA DEI FIRMATARI
CERVERA CARDONA Josè Emilio (E) NI
CODERCH PLANAS Josè (E) NI
DIEZ DE RIVERA ICAZA Carmen (E) NI
DONNEZ Georges (F) LDR
FORD James Glyn (UK) S
TONGHE Carole (UK) S
TRIDENTE Alberto (I) ARC
Von HABSBURG Otto (D) PPE
van der WAAL Leen (NL) NI
WEDEKIND Rudolf (D) PPE
ZAHORKA Hans-Jürgen (D) PPE