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Pengov Jure - 24 dicembre 1988
ZAGABRIA (56) IL CONGRESSO DEL PR

Chi è il Partito Radicale?

IL TRAM RADICALE AL CONFINE JUGOSLAVO

DELO (SUPPLEMENTO DEL SABATO) - 24 dicembre 1988 - Pagina 25

SOMMARIO: "Il Partito radicale è come un tram. Compri il biglietto, entri, prosegui per una stazione o due, forse più. Certo, conducenti e conduttori, sono su di esso già da tutta una vita. Ancora un anno fa, questo tram, si apriva la breccia nella folla di casa propria; poi ha aperto una tratta internazionale".

(RADIKALNE NOVOSTI a cura di MARINO BUSDACHIN e SANDRO OTTONI - hanno collaborato: MASSIMO LENSI, FULVIO ROGANTIN, PAOLA SAIN JAN VANEK, ANDREA TAMBURI - TRIESTE, 1 gennaio 1989)

La società italiana del dopoguerra deve ringraziarli per aver rotto le catene delle tradizioni, pregiudizi, limiti legislativi. Hanno fatto clamore i referendum sulla separazione e sulla legalizzazione dell'aborto, proposti e approvati anche se apparentemente la società cattolica italiana non era pronta a questo. Sono seguite altre novità: i radicali sono stati i primi a impegnarsi a sostenere l'obiezione di coscienza sul porto d'armi (la legge in questione è stata approvata 13 anni fa), poi il riconoscimento delle minoranze sessuali (i derisi omosessuali e lesbiche), si contano per il primo partito ``verde'' in Europa per aver raccolto 700 mila forme contro l'energia nucleare (hanno vinto solo l'anno scorso dopo il terremoto negli altri partiti a causa della disgrazia di Cernobil), sono contro le armi nucleari e contro altri arsenali, si battono contro la fame dei sottosviluppati (è praticamente merito loro se l'Italia è al vertice riguardo agli aiuti), sono gli assertori della non violenza gandhiana. Con c

erte azioni acrobatiche hanno messo in evidenza le pecche e gli anacronismi dello stato di diritto, hanno provato che la legge spesso è la serva della politica, che a questo proposito è usato ancora il codice militare e la corte in uniforme anche in tempo di pace.

Chi, se non la Jugoslavia, è la più adatta per trafiggere la membrana della CEE? Ed elencano certi suoi primati del passato, molto attuali a quel tempo, come lo sfuggire le catene del realsocialismo, l'aderire al non allineamento, l'apertura delle frontiere. L'annessione della Jugoslavia alla CEE porterebbe oltre ai privilegi economici anche qualcosa di più importante: coinvolta nei problemi e nei piani del mondo e dell'uomo attuale distruggerebbe i recinti interi dietro i quali crescono i particolarismi e i nazionalismi.

Facendo un'indagine tra i conducenti e domandando perché hanno scelto proprio quel tram e non un altro si sentirebbe tutto il possibile tranne un coro unisono. Da quando è in funzione la nuova tratta è comunque più alla moda accennare all'Europa, ma sempre da mille diversi punti di vista e a causa di desideri diversi. I motivi principali di quelli che aderiscono al Partito sono apparentemente i desideri irrealizzabili o cosiddette utopie. E la carica combattente. Non però combattenti con i pugni, i gomiti e gli stivali, ma con la stoica sopportazione dei colpi e delle umiliazioni che rafforzano lo spirito e attizzano la convinzione di avere ragione. E' vero che ogni tanto perdono l'equilibrio e pestano il callo a qualcuno. Questo è quello che succede oggi all'apertura pomposa della tratta internazionale perché vorrebbero tagliare il nastro inaugurale in Jugoslavia.

Tutto quello che fa la gente su questo tram è controverso, contraddittorio, guardando però dal punto di vista politico e ideale tradizione. Senza la conoscenza di questo, non importa se siamo d'accordo o meno con il loro metodo, è impossibile capirli. Prendiamo ``l'operazione'' del congresso radicale a Zagabria. La contraddizione principale è che si tratti di una improvvisazione pensata. Per mettere insieme due concetti che non possono essere uniti. Nella macedonia della politica, dei problemi, della nobiltà, dell'utopia, dell'ingenuità e buona informazione è nata la provocazione (non) premeditata del congresso in mezzo a una nazione scossa dal taifun europeo attuale più forte. Perché proprio lì? Esistono due motivi. Primo: la penetrazione della barriera socialista anche se non suo punto più sottile aumenterebbe la fama della neonata transnazionalità, convincerebbe della veridicità della sua idea principale, cioè che il futuro dell'Europa e delle sue nazioni non è nella chiusura nelle unità nazionali ma nell

'unificazione delle distese sovranazionali. Secondo: il Partito ha volutamente messo alla prova il governo di una nazione scossa perché questa possa confermare o smentire le promesse della democrazia più forte. Allora si tratta di motivi strettamente egoisti e provocatori. Si potrebbe capire così se la proposta radicale non porti alla sua sommità qualcosa che sarebbe (almeno nelle loro dichiarazioni) anche nell'interesse della nostra nazione e della nostra società, cioè il volere e la richiesta dell'apertura reciproca della Jugoslavia e dell'Europa.

Il nano terribile

Le autorità bulgare hanno arrestato il conducente Marco Pannella nel 1968 perché ha cambiato la carta igienica nei gabinetti pubblici a Sofia con i volantini contro il militarismo. Durante l'interrogatorio gli hanno chiesto quanti militanti avesse il suo partito. Quando ha risposto 600 il traduttore attonito ha tradotto 600 mila e l'interrogatore è sbottato: ``Come? Siete soltanto in 600 mila e vi credete una forza?!''

Oggi anche tra i maggiori avversari (i partiti no usano dire nemici) del Partito Radicale non c'è più nessuno che non riconosca almeno i meriti passati per importanti cambiamenti politici e legislativi che trattano il campo dei diritti dell'uomo. Certi membri del Partito piangono lacrime di coccodrillo perché vorrebbero ancora il movimento invece dell'attuale partito. Sostengono che con questo cambiamento si è persa la capacità del rinnovamento propulsivo. Altri pensano che l'establishment dei partiti, nel processo di lasciarsi dietro le ideologie, abbia assorbito tutti i desideri della società attuale e che i radicali acchiappino soltanto mosche e facciano dell'esibizionismo con scopi circensi. Gli altri partiti della partitocrazia italiana, anche quelli della sinistra, tra i quali secondo le opinioni generali entra anche quello Radicale, non hanno un'opinione positiva sul PR, forse perché gli ha portato via molte tematiche sulle esigenze di domani dell'uomo.

I metodi della non-violenza radicale

Ancora contraddizioni sui concetti. Soluzioni strane improrogabili, anarchia senza armi, disubbidienza, il non attenersi alle regole e alle leggi queste le armi del loro penetrare attraverso la rete fitta dei partiti più ricchi, più grandi e con le idee più chiare. Un'arma sufficiente. Il potere specifico del partito è stato sempre molto più grande del numero dei militanti e simpatizzanti. Pannella è il fenomeno più importante.

E' stato arrestato più di 100 volte, soltanto due volte ha passato un paio di giorni in prigione. Anni fa fatto uno sciopero della fame durato 60 giorni, più volte si è inchiodato su stabilimenti amministrativi. Se non teniamo contro dell'assedio di lunedì sul posto di blocco di Fernetti, i radicali hanno fatto soltanto una provocazione in Jugoslavia. In aprile hanno fatto vedere una scritta perché la Jugoslavia entrasse nella CEE ed hanno ottenuto una pena in denaro e l'espulsione. Quando Giovanni Negri è voluto entrare nel carcere militare per vedere Jansa l'incidente non c'è stato, però neanche la visita.

Si servono con successo di un altro trucco. Se non riescono ad ottenere il cambiamento di legge per strade normali prende il via la raccolta di 500 mila forme che consentono un referendum abrogativo. Con questo sperano di ottenere la legalizzazione di tutte le droghe perché questo secondo loro porterebbe alla distruzione della criminalità e a un numero minore dei tossicodipendenti. Lo stato dovrebbe mettere il monopolio sulle droghe. Le associazioni mediche rilascerebbero delle ricette e così tutto sarebbe sotto controllo. Le contraddizioni non gli vengono mai a mancare.

Un distesa transnazionale, una svolta dalla crisi?

Ogni crisi esige la ricerca dell'uscita. Un anno fa il Partito Radicale si è trovato in una vera crisi. Sulle prime tutto contenuto perché la porno star Cicciolina è entrata a far parte della Camera dei Deputati, è stato il primo partito che ha parlato dei problemi sessuali nella ribalta politica. Ma quando tutto questo si è rivoltato contro lui si è reso conto di aver toccato il fondo. E' seguita una svolta radicale. Si è detto in pericolo e ha minacciato di smettere ad esistere se non arrivava a 10 mila membri. Subito sono saliti sul tram 12 mila passeggeri, tra i quali gente molto importante della sinistra, della cultura, scienza ma anche criminali e condannati.

Seguivano altre sorprese. L'ambiente italiano è diventato troppo piccolo e troppo monotono per loro. Si è nominato forza transnazionale e transpartitica, niente più simbolo con la rosa rossa ma il volto di Gandhi. E nel nome del nuovo credo: diritti personali, libertà del pensiero e della parola, ecologia, lotta per questi concetti. Tutti questi valori morali e umanistici sono propri a tutti sono universali e non solo italiani.

Hanno scoperto un'altra cosa: che saranno più efficienti se diventano di nuovo un movimento. Hanno rinunciato a comparire alle elezioni future in Italia e altrove anche se hanno trasgredito a questo già in due occasioni locali. Usano la transnazionalità per rinnovare i grandi ideali internazionalistici del socialismo pacifista e umanitario dell'inizio del secolo come risposta contro le oppressioni che ci sono imposte dal sistema attuale degli stati nazionali e dei pericoli che sono causa del loro collegarsi nei monopoli e nuovi blocchi. Sono convinti che ci si possa liberare dei particolarismi e conflitti nazionali soltanto con vasti e democratici processi a livello dei continenti. Quello che riguarda la CEE è che ormai scompaiono confini della difesa, economia, informazioni, mercato del lavoro, ecologia, lotta contro il crimine, quasi tutti i fenomeni diventano transnazionali; ma soltanto nell'ambito dei dodici? E gli altri? E infine perché anche i movimenti sociali come i partiti, meccanismi di diritto, is

tituzioni non dovrebbero varcare i confini nazionali e diventare proprietà di tutti.

Sulle basi di questa astrazione ci sono state delle proposte concrete: il parlamento europeo di Strasburgo dovrebbe crescere da un corpo rappresentativo a uno politico parlamentare, nell'assemblea legislativa dei futuri Stati Uniti d'Europa. Non soltanto per i dodici membri attuali, ma per tutti i candidati che pensano allo stesso modo. Insomma uno stato federativo nel quale ognuno potrebbe portare i problemi ma anche le cose migliori. La Jugoslavia per esempio porterebbe la sua non-alleanza.

I radicali hanno sostenuto nella campagna per il congresso che sono dei violenti del dialogo su questi problemi e non i provocatori dei cambiamenti politici o economici in Jugoslavia (ndt, traduzione letterale). Queste riguardano soltanto gli jugoslavi anche se dubitavano ad alta voce che questi cambiamenti possano verificarsi senza una democratizzazione politica e uno stato di diritto. Per questo hanno accettato delusi l'opinione dell'alto rappresentante del partito comunista nella stampa belgradese, dicono di aver reagito troppo emotivamente, ma cosa vuoi, sono cose che scappano quando vedi che l'interlocutore non è interessato alla tua filosofia.

I radicali non sono soli. Sono di nuovo più forti rispetto al loro numero. Tra 63 parlamentari europei e 200 intellettuali che hanno mandato due comunicati a Belgrado, tra queste 300 persone molto importanti c'è soltanto una dozzina di radicali, e se gli jugoslavi non vogliono avere a che fare con i radicali dovrebbero tener conto degli altri.

E questi altri hanno detto: ``Non è in questione soltanto il futuro degli Stati Uniti d'Europa ma anche quello jugoslavo e di tutti i paesi del continente. Saranno tutti messi davanti alla scelta o di aderire alla comune casa libera e democratica o di ritirarsi nell'esilio politico, culturale e economico.

JURE PENGOV

 
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