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Sengers Wijnand J. - 1 febbraio 1989
Il controllo dell'abuso di droga da parte dell'Onu: premesse, commenti e proposte
Wijnand j. Sengers

OLANDA - Psichiatra sociale e funzionario del ministero della sanità olandese, fa parte del comitato consultivo della Drug Policy Foundation. All'inizio del 1987 ha promosso la fondazione dell'European Movement for the Normalisation of Drug Policy, un organismo di cui fanno parte associazioni di otto paesi europei, tutte operanti per una riforma in senso liberale delle leggi sulla droga.

SOMMARIO: Al termine di una descrizione dell'enorme apparato internazionale messo in opera per risolvere, con la repressione, il problema del traffico delle droghe, l'autore formula diverse domande. I sistemi penali offrono la soluzione più efficace per combattere la diffusione delle droghe? La scelta della penalizzazione non aggrava forse il problema che cerca di risolvere?

("I costi del proibizionismo sulle droghe" - Atti del colloquio internazionale sull'antiproibizionismo, Bruxelles 28 settembre - 1 ottobre 1988 - Ed. Partito Radicale)

A. PREMESSE

1. Nella maggior parte delle nazioni, compresi i 12 paesi membri della Comunità Europea, le politiche interne in materia di droga si fondano su due convenzioni delle Nazioni Unite: la Convenzione Unica Emendata sui Narcotici (1962-1972) e la Convenzione sulle Sostanze Psicotrope (1971). Queste convenzioni partono dal presupposto che le droghe narcotiche e le sostanze psicoattive elencate nelle loro Liste provochino dipendenza, siano dannose per la salute di chi le usa e costituiscano un grave pericolo per la società nel suo complesso. Il ``controllo dell'abuso di droga'', così come è stato sviluppato fin dalla prima convenzione del 1912, è stato quindi considerato soprattutto come utile agli interessi della salute pubblica. Solo in questi ultimi dieci anni l'interesse generale della società ne è diventato l'obiettivo principale.

2. Se una sostanza provochi dipendenza o meno spetta all'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) deciderlo.

``L'OMS deve stabilire su base medica se una nuova sostanza debba essere inclusa in una delle due Liste. I criteri sono:

a) la sostanza deve possedere la capacità di produrre uno stato di dipendenza e deve stimolare il sistema nervoso centrale, provocando allucinazioni o disturbi delle funzioni motorie, del pensiero, del comportamento, della percezione o dell'umore;

b) l'abuso della sostanza deve produrre effetti nocivi simili a quelli causati da una delle sostanze già comprese nella Lista.'' (citato da ``The United Nations and Drug Abuse Control'', U.N., N.Y. 1987, pag. 70).

3. Anche nei 12 paesi membri della CEE le politiche antidroga riguardano tre punti principali:

a) leggi penali che seguono i requisiti delle summenzionate convenzioni ONU,

b) misure esecutive per la detenzione e persecuzione dei reati di droga,

c) aiuti ai tossicodipendenti (cura e riabilitazione) secondo le norme e i regolamenti stabiliti in proposito da ogni governo nazionale.

4. La politica antidroga può cambiare tra i vari paesi per tutti e tre i punti di vista, ma il comune denominatore è sempre ed esclusivamente il controllo della droga attraverso la repressione dell'uso, dell'abuso e del traffico. (Intendendo per traffico la coltivazione, produzione, lavorazione, spedizione, commercio, finanziamento, esportazione, importazione e smercio al dettaglio).

5. In tutti i paesi esistono problemi serissimi rispetto alle droghe illegali e ai loro consumatori:

- nonostante il livello raffinato della cooperazione internazionale tra polizie e dogane, si riesce a sequestrare solo il 10% della quantità totale di sostanze illecite;

- in tutti i paesi occidentali i sistemi di giustizia criminale sono oberati da casi legati al consumo, possesso e traffico di droga ed a crimini ad essa connessi, con il risultato che, ad esempio, le prigioni sono sovraffollate;

- i programmi di aiuto riescono a raggiungere solo una piccola minoranza di consumatori e tossicodipendenti e non arrivano quasi mai a raggiungere i tanto meno proclamati obiettivi di riabilitazione e cura efficace;

- attualmente l'infezione da virus HIV tra coloro che si iniettano droga in vena costituisce il problema più difficile da risolvere in ogni politica nazionale di prevenzione dell'AIDS.

6. Dal punto di vista della salute pubblica, l'uso di tabacco e di alcool pone problemi molto più seri - individualmente, epidemiologicamente e socialmente - di quello di sostanze/droghe illecite. In teoria non ci sono ragioni valide per non includere queste due sostanze nelle Liste delle due convenzioni. Entrambe sono sostanze psicoattive in grado di causare danni fisici irreversibili, dalle quali milioni di persone sono dipendenti, e (per quel che riguarda l'alcool) che spesso provocano incidenti che coinvolgono terzi.

7. La principale caratteristica delle politiche antidroga di tutti i paesi che hanno ratificato la convenzione ONU è la scelta di affidare pesantemente al sistema poliziesco e giudiziario la risposta ai problemi causati dalla droga. Le leggi antidroga sono prevalentemente leggi penali. Tutti i provvedimenti e le loro implicazioni finanziarie - comprese quelle per gli aiuti - sono all'interno del contesto di leggi penali. Persino la Svizzera, che non ha firmato le due convenzioni, ha scelto questo modello per il controllo della droga.

8. Questo significa che gli aiuti ai consumatori e tossicodipendenti:

- devono consentire con la proibizione di alcune sostanze

- godono di una priorità relativamente più bassa delle misure di repressione.

9. Le Convenzioni, e le politiche nazionali che si basano su di esse, sono la conseguenza di un processo storico di sviluppi politici che sono iniziati il secolo scorso negli Stati Uniti. Dopo la Seconda Guerra Mondiale abbiamo assistito ad un'accelerazione di questo processo nel quale gli Stati Uniti hanno nuovamente giocato il ruolo principale. Il meccanismo di controllo dell'abuso di droga che ne è risultato (la Divisione Narcotici delle Nazioni Unite, il Consiglio Internazionale per il Controllo dei Narcotici, la Commissione ECOSOC sui Narcotici, l'UNFDAC, il Comitato di Esperti dell'OMS sulla Tossicodipendenza, il gruppo Pompidou del Consiglio d'Europa, i gruppi Droga della Commissione CEE, gli esperti dei ministeri nazionali di Giustizia e Sanità e Affari Sociali, le varie organizzazioni per la cooperazione nazionale ed internazionale tra polizie e dogane - DEA, ICA, TREVI, Interpol, Consiglio di Coordinamento delle Dogane -) ha accentuato nel passato la fiducia nell'approccio penale. L'ultimo pun

to cruciale sembra essere stato toccato con il Prospetto Multidisciplinare delle future attività antidroga (CMO), così come abbozzato dalla Commissione delle Nazioni Unite sui Narcotici nella prima Conferenza Internazionale dell'ONU sull'Abuso e il Traffico di Droga, tenutasi a Vienna nel giugno 1987). E nell'immediato futuro sarà stesa una nuova convenzione (vedi bozza di Convenzione contro il Traffico e l'Abuso di Droga)

B. COMMENTI

Sono convinto che con le misure sopra elencate non si arriverà mai alla scomparsa del problema della droga nelle società contemporanee rendendole libere dalla droga. Questo è l'obiettivo definito dal meccanismo antidroga di cui ho parlato.

E' mia opinione che i problemi descritti nella recente pubblicazione delle Nazioni Unite ``The United Nations and Drug Abuse Control'' siano direttamente legati alla messa fuori legge delle sostanze e non alle droghe o alle sostanze di per se stesse. Rendendo queste droghe illegali grazie alle leggi penali esse sono diventate proibite. Rendendo illegale il traffico si è reso impossibile ogni controllo sulla qualità e sui prezzi di queste sostanze, si sono incoraggiati profitti enormi, crimini connessi alla droga e tutti gli altri problemi ampiamente discussi in quel libro.

E' veramente sorprendente che nemmeno un documento prodotto dal sistema mondiale antidroga abbia mai posto domande quali:

(1) se la scelta dell'approccio repressivo come soluzione dei problemi della droga sia l'unica possibile e la più efficace;

(2) la possibilità che sia stata questa scelta in sé a causare quei problemi che il meccanismo antidroga è destinato ad affrontare.

E' per questo che mi piacerebbe chiedere ai partecipanti a questo Colloquio internazionale di considerare queste due domande. Secondo me i problemi di droga di oggi sono completamente diversi da quelli che si trovavano ad affrontare coloro che dettero il via al meccanismo antidroga nel 1912. Ma penso anche che oggi la ragionevole possibilità di tentare nuove strade per affrontare i problemi della droga esista molto più di quanto non accadesse all'inizio del secolo.

Un'altra questione che mi piacerebbe fosse affrontata riguarda il modo con cui lavora l'OMS rispetto alla decisione sulla capacità di provocare dipendenza di una droga.

Successivamente elaborerò più ampiamente i seguenti argomenti.

(a) Nelle caratteristiche precedenti (vedi A) delle strategie antidroga due concetti economici occupano un posto centrale: la domanda e l'offerta. Mi chiedo come mai concetti psicologici e sociologici non occupino un ruolo altrettanto importante. Le sostanze in questione sono ricercate perché influenzano in modo positivo i sensi e le emozioni umane (dolore, paura, stress, ansia, debolezza e così via). Sono le stesse ragioni per cui l'alcool e il tabacco godono di popolarità mondiale e sono usati comunemente.

(b) Le leggi penali non possono essere altro che un avvertimento.

L'effetto della repressione è duplice: un allontanamento (temporaneo) del colpevole dalla società e un avvertimento agli altri a non seguire il suo esempio. I pochi che vengono severamente puniti per traffico di droga dovrebbero essere visti nel contesto delle molte migliaia (come negli Stati Uniti) alla ricerca di maggiori guadagni. Questi ultimi, a loro volta, sono solo una piccola parte del numero totale di consumatori delle droghe proibite. Il sistema di controllo dell'abuso di droga considera tutti ugualmente criminali.

(c) Se i nostri governi nazionali sono convinti di avere un ruolo da giocare rispetto all'uso di droga da parte dei cittadini e alle conseguenze di questo uso per il paese nel complesso, dovrebbero anche prendere in esame altre strade oltre a quella penale per prevenire o ridurre al minimo tutti i possibili effetti nocivi.

(d) Finché l'OMS dovrà valutare la capacità di dare assuefazione di una droga su basi medico-farmacologiche esiste il rischio di usare modelli obsolescenti. Si ignorano le componenti psicologiche, sociali e culturali legate alla problematica della tossicodipendenza. Di conseguenza queste valutazioni non dovrebbero essere considerate valide.

C. PROPOSTE

Sulla base degli argomenti che ho sin qui presentato, propongo ai partecipanti a questo colloquio di invitare il sistema di controllo dell'abuso di droga delle Nazioni Unite:

1. ad organizzare incontri in cui vengano discusse le premesse che sono alla base del controllo sull'abuso di droga;

2. ad organizzare incontri diretti alla discussione di approcci più appropriati per prevenire e ridurre i problemi dell'abuso di droga;

3. ad organizzare conferenze scientifiche sulla validità e i principi decisionali con cui l'OMS valuta le droghe e le sostanze.

 
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