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Stevenson C. Richard - 1 febbraio 1989
Droga: l'argomento economico a favore della legalizzazione
by Richard C. Stevenson

SOMMARIO: La politica della repressione delle droghe si mostra a tal punto costosa e inefficace da imporre la necessità di valutare i costi della legalizzazione del commercio e della vendita di questi prodotti. Oggi noi disponiamo di poche informazioni obiettive che consentano un raffronto valido tra i costi e i benefici determinati dalla attuale politica di proibizione e quelli che si produrrebbero attraverso la legalizzazione del mercato delle droghe. In ogni caso alcune stime ci lasciano pensare che una depenalizzazione potrebbe produrre una forte diminuzione globale dei costi attuali.

("I costi del proibizionismo sulle droghe" - Atti del colloquio internazionale sull'antiproibizionismo, Bruxelles 28 settembre - 1 ottobre 1988 - Ed. Partito Radicale)

INTRODUZIONE

Quando i leaders occidentali si sono incontrati quest'anno a Toronto hanno approvato un pacchetto di misure per intensificare la War on Drugs. I candidati alla presidenza degli Stati Uniti fanno a gara in veemenza nel condannare il traffico di droga e George Bush ha affermato `Questa guerra terribile noi possiamo vincerla!' Questo può anche essere vero, però nessuno di questi `guerrieri antidroga' si è azzardato a fare una stima della durata di questa guerra e del prezzo da pagare per vincerla.

Fino ad ora, le politiche adottate sul lato dell'offerta di droga, che tentano di sradicare le colture, di sequestrare le forniture e di arrestare gli spacciatori, sono state contrastate da un traffico illegale sempre più potente e dotato di mezzi sempre più sofisticati. L'industria della droga ha già a sua disposizione risorse che sono maggiori di quelle di molti governi, e profitti enormi che mettono le aziende criminali in grado di proteggere il proprio potere di monopolio.

L'esperienza dimostra che le politiche adottate dal lato dell'offerta di droga sono tanto dispendiose quanto inefficaci. Non fanno diminuire la domanda di droghe e nei fatti sono controproducenti per il loro effetto sui prezzi delle droghe. Le politiche attuali fanno aumentare i prezzi della droga fino a livelli molto più alti di quelli che sarebbero normali in un mercato legale. Di conseguenza i consumatori sono forzati ad assumere comportamenti antisociali che impongono a terzi innocenti (cioè ai contribuenti) costi sociali ed economici altissimi. L'approccio migliore sarebbe quello di provare a ridurre la domanda di droghe educando, persuadendo e mettendo in guardia consumatori e potenziali tali, ma oggi le politiche dal lato della domanda sono ancora allo stato embrionale. Il tempo potrà dire se sono politiche efficaci, ma le campagne contro l'alcool e il tabacco suggeriscono già che venti anni sono un periodo troppo breve per attendersi risultati decisivi.

I problemi che nascono dalle droghe illecite, come gli effetti sui feti, il diffondersi dell'Aids e la minaccia alle istituzioni politiche e legali, sono problemi urgenti e richiedono politiche che abbiano effetti in tempi più brevi. La proibizione è utile come pubblica dichiarazione di disapprovazione morale. Il suo effetto reale è stato quello di danneggiare coloro che vorrebbe invece proteggere imponendo sul resto della società pesanti carichi sociali ed economici. Di fronte ad una situazione così seria come quella attuale, la regolamentazione per legge delle droghe illecite acquista considerazione come alternativa radicale.

DOMANDA ED OFFERTA IN UN MERCATO LEGALE

L'argomento economico a favore della legalizzazione nasce dalla comparazione tra l'attuale mercato illegale ed il mercato che si creerebbe se le droghe potessero essere comprate e vendute legalmente. Bisogna subito dire che le informazioni delle quali un economista avrebbe bisogno per effettuare questa comparazione non esistono e che esiste invece una urgente necessità di ricerca su molti aspetti della cultura della droga. Non sono note con certezza neanche le coordinate più basilari del mercato, come il numero dei consumatori ed il prezzo delle droghe. Ancor meno si conosce sul reddito e sui gusti dei consumatori di droghe e sulla loro ipotizzabile reazione al cambiamento dei prezzi.

Nonostante le carenze di dati, siamo in grado di fare alcune previsioni con un ragionevole grado di precisione. In un mercato interamente legale, le droghe sarebbero disponibili presso la normale rete di esercizi di distribuzione, come le farmacie. Qui sarebbe esposto un Avviso della Autorità Sanitaria e probabilmente le vendite sarebbero riservate agli adulti, con la probabilità che questa misura risulti efficace (come è avvenuto per l'alcool e il tabacco). I prezzi nel mercato legale sarebbero sensibilmente ridotti rispetto a quelli praticati oggi.

Il costo dell'esercizio commerciale illegale è molto più alto che in un mercato legale. Il rischio di arresto e di condanna agisce come una tassa imprevedibile che impone costi sugli individui e costituisce una minaccia per l'intera organizzazione. Secondo i ricercatori il traffico illegale di droga è organizzato in lunghe catene di distribuzione costituite da tante aziende individuali. A New York City sembra ci siano sei stadi di distribuzione tra l'importatore ed il consumatore finale. Lungo queste catene i flussi di informazione sono attentamente ridotti al minimo, così che ciascun operatore sia in grado di contattare solo lo stadio immediatamente superiore. Questa risulta essere una forma organizzativa efficace in una attività illegale perché limita il danno all'organizzazione che segue l'arresto di uno dei suoi membri. In un mercato legale sarebbe necessario un minor numero di stadi di distribuzione e, se esiste l'economia di scala, come avviene quasi ovunque nella distribuzione, la dimensione dell

e aziende dovrebbe crescere.

Non è possibile prevedere con certezza la struttura di un mercato legale delle droghe, ma probabilmente sul luogo di produzione si tratterebbe di un mercato altamente concorrenziale. La disponibilità di terre adatte alla coltivazione della maggior parte delle droghe è molto elastica ed anche le droghe sintetiche sono di produzione semplice e poco costosa. Dal momento che la produzione di droga non dipende da alcuna risorsa limitata, come potrebbero essere terre speciali, tecnologie o informazioni coperte da brevetto, la monopolizzazione non dovrebbe essere un elemento importante del mercato al livello della produzione.

Al livello della vendita al dettaglio è possibile che le economie di scala negli acquisti all'ingrosso, nella distribuzione e nella pubblicità possano portare alla entrata nel settore di grosse aziende, simili forse alle compagnie del tabacco. Ma in generale non sembra esserci motivo perché il mercato non debba essere `vantaggiosamente concorrenziale'. Le quote di profitto non sarebbero lontane dalla norma per questo tipo di commerci e senza alcun dubbio il prezzo delle droghe scenderebbe. Negli Stati Uniti qualcuno ha sostenuto che il prezzo di una dose di eroina legale scenderebbe a 1/60 del suo attuale prezzo. Un medio `vizio di eroina' non costerebbe più, e probabilmente costerebbe molto meno, di un medio `vizio del fumo'. Le droghe e i profitti delle compagnie potrebbero essere tassati. Alcuni governi potrebbero considerare una misura del genere moralmente inaccettabile, ma si potrebbe proporre una otpimal tax che raccoglierebbe denaro sufficiente per finanziare i programmi di educazione e di riabi

litazione dalla droga.

La legalizzazione oltrettutto avrebbe influenza sulla qualità del prodotto. In un mercato illegale il consumatore ha difficoltà a valutare la purezza della droga a la natura della sostanza con la quale essa è tagliata. Il grado di garanzia sulla qualità dipende da una fragile relazione personale tra il consumatore e il suo fornitore, una garanzia dunque che non può essere regolata per legge. In un mercato legale, le droghe avrebbero un grado di purezza certificato, sarebbero garantite da un marchio e soggette alle leggi per la tutela dei consumatori.

L'effetto della legalizzazione sarebbe quello di rendere le droghe più allettanti per i consumatori e per i potenziali consumatori. Questo almeno per tre motivi. La concorrenza ed una maggiore efficacia nella produzione e nella distribuzione delle droghe abbasserebbe i prezzi di mercato in relazione a quelli di altri beni. Il costo totale per il consumatore sarebbe poi ulteriormente ridotto per l'assenza del rischio connesso alla attività illegale. Infine, la certificazione di qualità delle droghe annullerebbe il rischio di `brutti viaggi', e ridurrebbe i rischi per la salute connessi con l'uso di droghe. A questo punto la domanda importante da porsi è se l'uso di droghe in un mercato legale sarebbe così allettante da portare ad una `epidemia' di abuso di droghe.

Certo bisogna aspettarsi che alcuni consumatori reagirebbero alla riduzione dei prezzi aumentando le loro dosi ed altri potrebbero essere spinti al vizio dal prezzo basso e dalla migliore qualità. Oltre tutto per alcuni la legalizzazione potrebbe rimuovere quell'inibizione che prima li allontanava dal consumo di droghe. La misura dell'aumento nel consumo di droga non può comunque essere valutata senza una idea della rispondenza della domanda al cambiamento dei prezzi. Ci sarebbe almeno bisogno di una misura del concetto economico della elasticità della domanda ai prezzi. Per quanto ne so, stime attendibili non esistono, però contro la visione allarmista secondo la quale la legalizzazione ci trasformerebbe tutti in una comunità di tossicodipendenti, si possono dire alcune cose.

1. Spesso si pensa che per il fatto che le droghe creano dipendenza, i consumatori non sono molto reattivi ai cambiamenti di prezzo, cioè a dire che la domanda non cambia davanti ad una vasta gamma di prezzi. Se l'argomento è questo, la legalizzazione aumenterebbe quella parte di reddito che i consumatori hanno a disposizione per spese diverse dalla droga come il cibo e l'alloggio. Questo argomento si applica meglio con i consumatori abituali, che costituiscono una proporzione sconosciuta della popolazione. La preoccupazione maggiore sarebbe per i consumatori saltuari o nuovi la cui domanda dovrebbe essere più reattiva ad un netto calo dei prezzi.

2. Se parte della domanda di droghe illegali viene dal desiderio di una parte dei giovani di provare l'autorità, la legalizzazione può ridurre la domanda.

3. Nei nostri giorni il più alto tasso di dipendenza segnalato è il 3% per l'eroina ad Hong Kong. Molti possono guardare a tassi notevolmente più bassi come assolutamente inaccettabili, ma alcuni di coloro che hanno competenza ed esperienza in medicina e farmacologia sono pronti a ribattere che popolazioni anche più alte di tossicodipendenti possono essere gestite molto più facilmente in un mercato della droga legale che in un mercato illegale. Le dipendenze da eroina possono essere governate senza seri danni alla salute. Una grossa parte dei danni della tossicodipendenza deriva non tanto dalla droga stessa quanto dal metodo di assunzione (iniezione endovenosa) e dalla associazione tra uso di droga, disoccupazione, cattive condizioni di salute, povertà e crimine. La legalizzazione ridurrebbe sostanzialmente questi `effetti collaterali' dell'uso di droga.

4. Si è sempre pensato che la legalizzazione sarebbe accompagnata da una intensificazione dei programmi educativi sulla droga, finanziati forse da una tassa sulla droga. Questi programmi continuerebbero nel tentativo di dissuadere i nuovi consumatori ed educherebbero i consumatori abituali a tecniche di riduzione dei danni dell'uso di droga.

COSTI E BENEFICI

Negli Stati Uniti alcuni studi hanno tentato di misurare il costo del proibizionismo. Qui non si è fatto nessun tentativo per stabilire anche solo degli ordini di grandezza di questi costi (che sono equivalenti alle economie che si realizzerebbero con la legalizzazione) anche se su queste linee alla Università di Liverpool si sta lavorando. Non c'è comunque alcun dubbio che questi costi sono alti.

Se la vendita e l'uso delle droghe fossero legali, le risorse che attualmente sono devolute alla applicazione delle leggi sulla droga diverrebbero disponibili per altri usi. Si potrebbe risparmiare molto nella applicazione delle leggi, nei sistemi legali, penali e nelle dogane. Da una riduzione dei crimini minori collegati alla droga si otterrebbero ulteriori economie.

Dalla legalizzazione beneficierebbero sia i contribuenti sia coloro che vivono nella paura del crimine e della violenza. Ne trarrebbero beneficio i consumatori abituali di droghe e le loro famiglie. La società non si troverebbe più a peggiorare i problemi dei tossicodipendenti definendoli criminali prima e forzandoli poi ad una ulteriore criminalità per finanziare il proprio vizio. Si può anche sperare, anche se non è possibile darlo per scontato, che gli effetti medici collaterali ed i rischi per la salute pubblica dell'uso di droga si ridurrebbero.

L'alto prezzo delle droghe illegali fornisce un incentivo alla assunzione di eroina per via endovenosa ed anche alla prostituzione intesa come forma di reddito. Lo scambio di aghi e la prostituzione sono canali attraverso i quali l'AIDS si sta diffondendo nella popolazione non omosessuale. Se le droghe non fossero care, i tossicodipendenti potrebbero essere persuasi molto più facilmente ad adottare metodi di assunzione più sicuri anche se meno `efficaci', anche se questo richiedesse dosaggi più alti. Se non esistesse quella pressione finanziaria che spinge molti tossicodipendenti alla prostituzione, il numero dei loro partner sessuali potrebbe essere ridotto. E visto che è convinzione che l'AIDS pone un rischio alla salute pubblica maggiore di quello della dipendenza da eroina, la legalizzazione delle droghe potrebbe essere giustificata anche solo su questo piano.

Un altro beneficio della legalizzazione non è quantificabile ma è probabilmente più importante di tutti gli altri. La proibizione implica una minaccia all'intero tessuto della società. Quando la legge è utilizzata per imporre ciò che non si può imporre, esiste il pericolo che il rispetto generale della legge si indebolisca. La legalizzazione frenerebbe quell'espansione della corruzione e della criminalità che ha già messo in pericolo le istituzioni politiche e legali in molti paesi.

Se, come sembra probabile, l'economia per la società di una legalizzazione delle droghe fosse davvero significativa, alla società rimarrebbe il compito di confrontare costi e benefici e di considerare la possibilità di risarcire coloro che subissero un danno dal cambiamento della legge. Chi avrebbe tutto da perdere sarebbero i criminali, ma ci si preoccuperebbe maggiormente di coloro che fossero spinti all'uso della droga come conseguenza della legalizzazione.

Una reazione estrema potrebbe essere quella di dire che la società non ha alcuna responsabilità per il risarcimento di un danno che i consumatori di droga si procurerebbero da soli, e la legalizzazione è giustificata anche solo in termini di economie sociali. All'altro estremo alcuni non approverebbero la legalizzazione per il fatto che risulta impossibile dare un adeguato risarcimento per delle vite seriamente danneggiate dalla tossicodipendenza. Questa forte posizione morale sorvola però sul fatto che anche la proibizione crea tossicodipendenti ed oltre tutto è improntata ad una visione del corso naturale della dipendenza da eroina che non coincide con la realtà dei fatti.

I mezzi di informazione popolari danno l'impressione che l'eroina sia oltremodo assuefacente e che il suo uso porti, più o meno inevitabilmente e rapidamente, a morte prematura. Nei fatti, in una certa misura la dipendenza da eroina è più facile da spezzare della dipendenza da sigarette. Molti dipendenti da eroina ne escono regolarmente e senza grosse sofferenze. Il fenomeno importante sono le frequenti ricadute di consumatori che sono passati attraversi uno o più periodi di astinenza.

I motivi sociali di questo schema comportamentale molto comune non sono molto chiari, ma una assistenza medica ed un supporto sociale migliori potrebbero essere di aiuto per quei tossicodipendenti che vogliono smettere. La grave carenza di strutture di assistenza medica per tossicodipendenti non fa che peggiorare l'inumanità nei confronti dei consumatori di droga che è insita nella proibizione. Parte delle economie sociali che si realizzerebbero con la legalizzazione potrebbero e dovrebbero essere usate per finanziare programmi educativi e per fornire ai consumatori di droga servizi medici molto migliori.

Molti professionisti nel campo della droga ritengono che la legalizzazione offra le migliori possibilità di successo nella guerra alla droga, ma molti altri si chiedono se sia giusto rendere disponibili al pubblico a basso prezzo delle `droghe pericolose'. La risposta è semplice. Tutte le droghe possono essere pericolose e parecchie sostanze molto più pericolose dell'eroina e della cocaina sono in libera vendita in ogni negozio di ferramenta. La vita è affare rischioso. I bambini e gli altri devono imparare a non bere l'ammoniaca e a bere il Porto con moderazione. La proibizione non fa nulla per incoraggiare la gestione del rischio. Nei fatti risulta controproduttiva nella misura in cui genera una domanda per ciò che è proibito, ed incoraggia a credere che le sostanze che non sono proibite siano sicure.

C'è una obiezione alla legalizzazione che potrebbe essere decisiva nel breve termine. Sarebbe difficile per un singolo paese legalizzare unilateralmente, senza che questo paese voglia divenire la capitale mondiale della droga. Per questo motivo è necessaria la cooperazione internazionale. A Toronto è stata creata una struttura co-operativa. Forse quando i leaders mondiali si incontreranno la prossima volta, questa struttura potrebbe essere utilizzata per promuovere la legalizzazione al posto della proibizione. Le prospettive non sono disperate a causa di una circostanza curiosa. Molti tra i leaders più accesi sostenitori del proibizionismo credono nel potere, nella efficacia e nella generale positiva della economia di mercato. Essi sanno bene come è difficile `andare contro il mercato' negli scambi con l'estero e nel commercio. La maggior parte degli economisti avrebbe dubbi ancora maggiori sulla possibilità di `andare contro' il mercato della droga.

 
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