di Marco PannellaSOMMARIO: Le disastrose conseguenze della politica del Psi. L'invito di Pannella a Craxi perché ritorni alla politica della alternativa di Riforma con cui ha riscosso il suo primo successo elettorale.
(Notizie Radicali n· 21 del 1· febbraio 1989)
Se Bettino Craxi non si affretta a prendere atto delle disastrose conseguenze che un certo modo di far politica e una certa politica stanno determinando, farà ben presto pagare direttamente al Partito socialista italiano il prezzo di errori così gravi e insopportabili.
L'isolamento del Psi è infatti ormai pressoché totale. Nei confronti dei laici, dei socialdemocratici, dei radicali, dei verdi. Né è legittimamente credibile che il Pci sia succubo delle strumentali fughe in avanti di tipo tatticistico e fumoso che Craxi tenta in questi giorni. Le dimissioni di Lino Miccicché, l'obiezione di coscienza del sen. Cassola oggi (ma già ieri alcune coraggiose dichiarazioni e prese di distanza di Felice Borgoglio), mostrano che i socialisti non sono tutti disposti a subire ulteriormente una gestione monocratica del partito, specie con la prospettiva di un Congresso del partito di carattere assolutamente pre-elettorale, oggettivamente ricattatorio verso qualsiasi vero e duro dibattito. In queste condizioni non è più la crisi del Psdi, o laica, o radicale, o anche comunista che rischia di essere ben presto all'ordine del giorno, ma quella del Psi.
Sull'ergastolo, sulla droga, sull'aborto, sulla politica economica, su quella estera (a quando il viaggio da Gheddafi? per fortuna non se ne parla più), sui rapporti con questa o quella componente (cattolico-liberale o integrista) del mondo cattolico e democristiano, sull'alternativa di Riforma, il Psi si sta cacciando in un vicolo cieco. Malgrado il dispendio disperato di mezzi, di abuso dei mass media radiotelevisivi - sul quale possiamo certamente contare - il Psi rischia di riscuotere alle elezioni europee non già il 20%, ma meno del 15%.
Le altre forze della politica italiana ed europea tentano di percorrere tutte la via della semplificazione, dell'unificazione, della tolleranza e delle grandi alleanze strategiche (dal Pci al Msi, dai laici ai verdi, ai socialdemocratici e a Dp, chi più chi meno; e i radicali stanno dando un esempio di efficacia e di coerenza in questa direzione).
Per far bene non è mai tardi. Craxi torni alla politica del Psi e del fronte laico, dell'alternativa di Riforma con cui riscosse - insieme a noi - il suo primo successo elettorale (e forse politico) nel 1987. Ci torni anche subito, in vista delle elezioni europee, se crede e se comprende l'interesse generale e il suo particolare. I laici hanno già in linea di principio deciso di assicurare da parte loro la loro rinascita come protagonisti di Riforma di diritto, di libertà, di federalismo europeo intransigente.
o, fra poco, sarà il Psi, e non più la realtà riformatrice in Italia, a pagare il fio di errori inspiegabili e di già costosissimi per le forze di progresso in Italia.
(Dal Giornale d'Italia del 16 febbraio)