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Langer Alex - 1 febbraio 1989
Chiedo uno sforzo di fantasia e coraggio
Alex Langer

SOMMARIO:

La risposta di Alex Langer all'appello di Sciascia per una lista "verde, alternativa, libertaria, nonviolenta" alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo del giugno 1989.

(Notizie Radicali n· 21 del 1· febbraio 1989 - il Manifesto del 1· febbraio 1989)

L'appello che chiede di costruire per le elezioni europee una nuova ed ampia "lista verde, alternativa, libertaria, nonviolenta", pluralista, in cui possano confluire e rigenerarsi le ragioni e le speranze di tanti settori sociali che oggi riconoscono urgenza e priorità ad una profonda conversione ecologica, merita considerazione e risposta positiva. Potrebbe così diventare l'inizio di un nuovo e fraterno cammino, purché lo si voglia. Mi pare ovvio che una lista "verde Europa"(col simbolo del "sole che ride", penserei, ma riconoscibilmente espressa da una nuova ed assai più ampia cerchia di "titolari") sia tutta da costruire, e che nessuno comunque possa a priori fissare una delimitazione tra "aventi diritto" e non. Visto che i verdi non vogliono essere un partito, e visto che intorno all'ecologismo inteso in un senso complessivo - sociale, umano, di pacificazione tra gli uomini e con la natura - oggi ci si può riconoscere in moltissimi, mi parrebbe del tutto fuorviante l'idea che possa esistere un ristretto

ambito di soggetti legittimati di per sè ad esprimere loro, e solo loro, una lista verde per le elezioni europee. Sarebbe un atteggiamento da partito. Proprio le liste verdi del 1985 e del 1987 hanno dimostrato che non si può pensare che esista un soggetto politico pre-costituito che "apre le sue liste" a qualcuno (o le chiude), ma che una lista va costruita ogni volta ex-novo, facendo tesoro delle esperienze precedenti, arricchendole e superandole in avanti. L'idea verde esprime oggi - seppure spesso in maniera ancora approssimata e contraddittoria, ma come potrebbe essere diversamente? - una domanda ed una proposta di società conviviale, non appiattita sulla crescita economica, sulla corsa allo "sviluppo", ai privilegi ed alle carriere, capace di garantire uguaglianza sociale e di valorizzare le differenze e le peculiarità, fermamente decisa a ridurre tutte le forme di violenza che inquinano e rendono ingiusti i rapporti tra le persone e con il resto della natura. Una lista elettorale e la conseguente r

appresentanza istituzionale - tanto più se nel Parlamento europeo - non può certo esprimere "la cupola" di questa istanza, che solo in parte abbastanza modesta dipende dalla politica e dalle istituzioni, ma ne può costituire un importante segnale, un moltiplicatore, un riferimento comune per lanciare non solo allarmi ecologici, ma anche idee di vita alternativa. In questo senso una nuova e convincente lista "verde Europa" dovrebbe nascere più dalle persone e dalle loro esperienze (personali e collettive), che non da gruppi politici o associativi costituiti, ed esprimere domande e proposte di valori più che indicatori di "collocazioni politiche". Alternative di vita, e di politica, fatte per esempio da una consistente iniezione di "sud" nei modelli produttivisti ed efficientisti predominanti, o di attenzione ai cambiamenti possibili della vita quotidiana e dei rapporti di potere in tutti i luoghi, non solo nelle istituzioni. E con una reale interazione tra settori sociali diversi, dove la qualità dell'acqua o

dell'aria non sia roba da soli ambientalisti, ed il bisogno di reddito e di casa, e di amicizia e di solidarietà roba da sindacalisti o da preti o assistenti sociali. No, non è un "cartello" tra forze minoritarie e ben dosate, quello che oggi può far breccia in una più vasta opinione pubblica o nell'elettorato, nè alcuna sommatoria tra sigle (anche meritorie), bensì un nuovo patto tra persone - organizzate e non, entrambe disposte a sciogliersi in nuovi contesti - che portino alla ribalta una rigenerata espressione della società civile. E mi pare che di questa seconda ipotesi si discuta, con l'appello lanciato ieri: si propone sostanzialmente la costruzione di una lista elettorale della generosità e della solidarietà, contro i tanti egoismi istituzionalizzati, miopi, voraci e distruttivi della natura e della vivibilità.

Vale la pena che i gruppi costituiti facciano - anche loro generosamente - mezzo passo indietro e consentano che si sperimenti pubblicamente ed a viso aperto questa nuova aggregazione senza rete, dove non esiste a-priori nessun pacchetto azionario e nessun luogo centrale per arrivare attraverso un percorso da inventare ad una lista di 81 donne e uomini disposte ad impersonare - senza pretese, ed in modo pluralista e solidale - un punto di riferimento nuovo, e comune a milioni di persone.

A tanti miei amici, vecchi e nuovi, incontrati in comuni imprese ecologiste, di solidarietà nord-sud, di lotte democratiche ed antirazziste, di impegno contro l'emarginazione e per la convivenza, di proposte di pace e disarmo, di giustizia sociale e di svuotamento di gerarchie vorrei chiedere di farsi vivi per intervenire da protagonisti nella costruzione di questo cammino comune, che per diventare veramente tale, ha bisogno di voci nuove ed originali. Ed di miei amici verdi in senso più stretto chiedo di fare uno sforzo di fantasia e di coraggio piuttosto di cedere magari al riflesso di bandiera e di esplorare strade nuove che possano approdare ad una lista verde rigenerata, ampia, autorevole, reale interlocutore europeo dei verdi e di tutti quelli che nella società si attendono un forte impulso verde. Se serve, il gruppo consiliare verde-alternativo a Bolzano è disponibile come un recapito per chi voglia farsi vivo in questo senso, nella speranza che molti altri simili recapiti comincino a funzionare.

 
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