Massimo TeodoriSOMMARIO: La punibilità dei consumatori di droghe, prevista dal disegno di legge governativo, non avrebbe altro risultato che il collasso della giustizia; le principali vittime di questa legge sarebbero quei tossicodipendenti per i quali si dice che la legge stessa è stata concepita; il potere della criminalità organizzata, generandosi dalla illegalità, aumenterebbe enormemente. Per tutti questi motivi il 14 febbraio si riuniranno a Roma in una giornata di dibattito intitolata "No alla legge governativa sulla droga, repressiva, illiberale ingiusta" esponenti di forze politiche di diversa estrazione ed operatori di vari settori, per bloccare la legge in discussione.
(Il Manifesto, dell'11 febbraio 1989)
In autunno fu messa in cantiere una grande operazione mistificante facendo credere che si sarebbe affrontata e risolta adeguatamente la lotta alla droga con misure repressive nei confronti dei consumatori e la proclamazione che tale comportamento è illecito e quindi deve essere punito. Per mesi quel programma illusoriamente repressivo, originariamente avanzato da Craxi e poi ripreso nel disegno di legge Iervolino "Aggiornamento, modifiche ed integrazioni della legge 685/1975", è rimasto impigliato nei meandri ministeriali per l'impossibilità di tradurre in pene il concetto di "punibilità" con il risultato di distruggere il funzionamento della giustizia, delle forze dell'ordine e delle carceri. Anche nel governo si interrogavano sulla ovvia conseguenza della punibilità dei consumatori di droghe, sia di quelle cosiddette "pesanti" che di quelle cosiddette "leggere", avrebbe comportato procedimenti penali e/o amministrativi nei confronti di centinaia di migliaia di soggetti.
Dopo la campagna d'autunno, i congressi dei partiti e le ormai imminenti elezioni europee hanno riesumato una nuova campagna, di primavera volta ancora una volta non ad affrontare alla radice la questione droga/criminalità/diffusione/potere ma ad alzare del fumo per conquistare facili consensi elettorali. La legge Iervolino è così arrivata in Senato dove, in omaggio alla spartizione anche dell'effetto immagine, sono stati nominati due relatori, Condorelli democristiano e Casoli socialista. Ma dopo sei mesi dalla iniziale trovata, il voluminoso e farraginoso disegno di legge mantiene tutte le inestricabili contraddizioni iniziali cosicché, se la proposta fosse approvata, avrebbe tra le principali vittime proprio quei tossicodipendenti e quei giovani, emarginati e non, consumatori di droghe per cui si dice essere stata concepita. Non quindi, una legge per facilitare la "cura, riabilitazione e recupero" dei tossici ma tale da provocare un enorme allargamento dell'area della illegalità e quindi il potere che su
di essa si genera da parte della criminalità organizzata.
Queste le ragioni per cui esponenti di forze politiche, membri di gruppi e comunità di accoglienza, magistrati e rappresentanti delle forze dell'ordine, psicologi, sociologi e criminologi, esperti in emarginazione, tossicodipendenze e droghe hanno ritenuto necessario riunirsi insieme in una comune iniziativa per sviluppare una Campagna del NO alla legge governativa sulla droga, repressiva, illiberale, ingiusta, che terrà il 14 febbraio il suo primo appuntamento su iniziativa dei gruppi Federalisti Europei della Camera e del Senato e del Coordinamento Radicale Anti Proibizionista (CORA).
Come sull'aborto e come sulle grandi questioni di civiltà e di diritti civili, lo scontro sulla droga implica una visione ideale del ruolo dello Stato e dei suoi rapporti con i cittadini, oltre che la riflessione sugli strumenti più idonei per fronteggiare uno dei più importanti nodi di potere del mondo d'oggi. E' perciò significativo che forze politiche di diversa estrazione che pure hanno posizioni non omogenee in fatto di droga ed operatori di vari settori con una grande esperienza sul campo si ritrovino insieme ritenendo prioritario bloccare una legge molto propagandata e la cui approvazione avrebbe davvero effetti disastrosi sulla intera società.