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Arnao Giancarlo - 14 febbraio 1989
Droga - Legge governativa: I falsi scientifici.
Giancarlo Arnao

SOMMARIO: La sordità della stampa nei confronti degli oppositori della legge governativa, il concetto di "dose giornaliera", la battaglia politica sulla droga come guerra di religione, l'impraticabilità della punibilità del consumatore, i falsi scientifici dei proibizionisti, l'Aids e la tossicodipendenza.

(Atti del Convegno "No alla legge governativa sulla droga, repressiva, illiberale, ingiusta", Roma 14 febbraio 1989)

Diceva Teodori che noi ci troviamo in una situazione particolarmente difficile, perché abbiamo il problema di far passare il nostro messaggio non soltanto contro una classe politica e di governo che evidentemente ha la maggioranza, ma anche contro un'opinione pubblica sostenuta peraltro da una campagna di stampa che è per il novanta per cento assolutamente sorda ai nostri messaggi.

E' sorda in un modo becero, nel senso che non è sorda ai nostri messaggi perché non si è d'accordo su quello che noi diciamo, ma è sorda perché non vuole sentire certe cose.

Io ne ho avuto l'esempio, perché ho preparato un piccolo documento sulla proposta di legge governativa, il quale mette a confronto i vari articoli con quelle che sono le situazioni reali, antropologiche del consumo di droga in Italia e in altri paesi, da cui è risultato che se la legge verrà applicata, non ci sono santi, la galera è per tutti. E questo deve essere chiaro, perché quando una legge afferma che tu puoi tenere soltanto la tua dose media giornaliera, peraltro senza chiarire cosa sia questa dose media giornaliera, peraltro, nella loro ignoranza, da bisonti, pensando che qualche scienziato tiri fuori dal cilindro il coniglio di una determinazione quantitativa di una dose media giornaliera che non sta né in cielo né in terra, dal punto di vista scientifico, comunque, il concetto è questo: che chi ha più di una dose media giornaliera va in galera, e va in galera per otto anni se riguarda droghe pesanti, e va in galera per due anni se riguarda droghe leggere.

Ho inviato questo articolo al "Corriere della Sera", a "Repubblica", al "Sole 24 Ore", e nessun giornale lo ha voluto pubblicare e, giuro, era un articolo molto educato, non ho detto mezza parola di apprezzamento o di disprezzo: assolutamente asettico. Non si vuole sapere, perché purtroppo da un punto di vista culturale la battaglia che noi facciamo non è tanto una battaglia politica, è una guerra di religione, noi cioè ci opponiamo a una guerra di religione.

Tutte le volte che io vado a fare dei dibattiti con delle persone che la pensano diversamente da me, del campo opposto, mi trovo nella condizione di una persona che vuole convincere un credente della non esistenza di Dio, cioè è un discorso di questo tipo, che riguarda l'esistenza di Dio; e qual è il dio? Il Dio è questo: che laddove la gente si droga, bisogna punire: più si drogano, più si punisce e più i risultati saranno brillanti; questo è il teorema.

Teorema peraltro smentito da decenni e decenni di storia, teorema che è stato smentito recentemente anche da un documento dell'ONU che è stato pubblicato proprio il mese scorso, il rapporto del comitato di controllo centrale sugli stupefacenti, il quale dice che in tutta l'Europa occidentale vi è stato un violento aumento di morti per droga in tutti i paesi di tutta l'Europa occidentale seguito alla remissione che c'era stata nel 1986. Si è descritto, cioè, esattamente il trend che abbiamo riscontrato in Italia.

Allora, dove sta la specificità della situazione italiana? Non esiste: la situazione italiana, come già accennava anche Violante, è una situazione che è analoga a quella di tutti gli altri paesi europei, quindi la famosa, famigerata legge 685 non c'entra assolutamente un accidente in tutto questo.

E' questo che si è fatto credere agli italiani, è questo che la stampa, purtroppo, ha lasciato passare.

Come ci si può contrapporre a tutto ciò? Io credo che ci si possa contrapporre facendo leva sugli argomenti non tanto etici, perché oggi purtroppo certi valori di libertà che sono stati esposti prima in maniera assolutamente perfetta dal giudice Ippolito, di civiltà giuridica, alla gran parte della gente non interessano assolutamente nulla di fronte all'urgenza di certi problemi.

Ci sono, però, degli argomenti che riguardano la fattibilità: questa legge è una legge che oltre tutto non è praticabile, e Ippolito ci ha spiegato le ragioni per cui non è praticabile; io cercherò di spiegarne qualche altra. Ho accennato prima al discorso dei parametri quantitativi: questi signori che sono nel Consiglio dei Ministri hanno deciso che esistono delle formulette che si chiamano "dose media giornaliera" e "fabbisogno delle ventiquattro ore", pensando che queste formulette abbiano un contenuto e che ci saranno degli scienziati, con la S maiuscola, che riempiranno questi contenuti.

Ora, questi contenuti non ci sono nella maniera più assoluta; sfido chiunque a dimostrarmi che si possa stabilire un parametro universale di dose media gionaliera di hashish: uno spinello, due spinelli, dieci, quindici, trenta, mezzo, non si capisce, perché non esiste, perché è una cosa che non è determinabile; non è determinabile né per la cocaina né per l'eroina. Prima Violante accennava ai problemi scientifici che sono stati affrontati ieri in quest'aula, da questo Forum del Partito Comunista che riguardava proprio la determinazione della tossicodipendenza, perché seriamente in quella sede hanno affrontato questo problema: se la tossicodipendenza da eroina sia effettivamente certificabile o no, perché non è detto che sia certificabile a prova di bomba.

Certo, sulla base di tutta una serie di elementi induttivi, possiamo fare delle ipotesi al novanta per cento corrispondenti alla realtà, ma quando dobbiamo stabilire questo fenomeno avendo davanti a noi un soggetto che peraltro chiaramente non collabora e ha interesse a dire tutt'altre cose, dobbiamo basarci esclusivamente su dati oggettivi, su esami di liquidi organici è già molto difficile, ed è ancora più difficile, se non addirittura impossibile, stabilire quello che è il fabbisogno delle ventiquattro ore.

Ci sono, quindi, dei falsi, dei veri e propri falsi scientifici in questa legge che non so come potranno essere superati. In più, come accennava prima Del Gatto, un altro problema molto grosso che nella legge Russo Jervolino, Craxi Jervolino, non esiste: questa legge che vuole essere una legge moderna sembra una legge fatta negli anni '70, perché in questa legge l'AIDS non esiste, non se ne prende assolutamente atto, e se ne parla soltanto, mi pare molto brevemente, parlando di prevenzione, caserme eccetera, eccetera.

Ebbene, i problemi posti dall'AIDS sono dei problemi gravissimi e drammatici, per tre fondamentali ragioni.

Primo: i tossicodipendenti in Italia sono una categoria più a rischio che in altri paesi; abbiamo una incidenza del cinquanta, sessanta, settanta per cento di tossicodipendenti fra i malati di AIDS; abbiamo una percentuale altissima di sieropositivi tra i tossicodipendenti.

Secondo: i tossicodipendenti - ed è ormai un grido di allarme che ci viene da tutte le comunità scientifiche e da tutti i paesi - costituiscono un gruppo a rischio che ha la possibilità di trasmettere l'infezione a gruppi non a rischio attraverso l'attività sessuale, quindi sono il principale gruppo a rischio come elemento di contagio alla popolazione non a rischio.

Di conseguenza - terzo - è fondamentalmente importante: primo, che questa massa, la popolazione di tossicodipendenti, abbia il massimo contatto possibile con le autorità sanitarie, con le istituzioni sanitarie, con le istituzioni epidemiologiche e se, come diceva prima Don Ciotti, questo già oggi non si riesce a realizzare con questa legge che è già abbastanza permissiva, figuriamoci con la legge che speriamo non venga approvata domani, la legge del governo. Secondo, perché un altro dato fondamentale da tenere presente, è il fatto che i tossicodipendenti vanno a finire in prigione, e la prigione è un altro focolaio di AIDS, perché c'è una diffusione dell'omosessualità, perché c'è anche un uso di droga, forse non diffusissimo, comunque c'è e sappiamo che se poi la droga si usa in prigione, verrà usata con aghi in comune, e quindi ci sarà pericolo di diffusione.

Tutti questi dati, in questa nuova legge non vengono assolutamente ripresi: noi sappiamo che una delle forme di profilassi della diffusione dell'AIDS tra i tossicodipendenti che viene messa in atto è quella di regalare o di dare aghi nuovi in cambio di vecchi. Questa è una pratica messa in atto da molti governi, da principio in Olanda, addirittura nel 1982, ma oggi viene fatto anche in Spagna, in Svizzera, in Germania, addirittura nei paesi dell'iperproibizionismo: negli Stati Uniti, a New York City, hanno cominciato un programma di scambio-aghi.

Io vorrei chiedermi e vorrei chiedere al Ministro Russo Jervolino, a Vassalli eccetera come pensano che i tossicodipendenti si possano avvicinare a questi programmi, sapendo di correre tutti i rischi che corrono con il progetto di legge governativo.

Con questo io ho finito e volevo solo accennare a un ultimo fatto: ho sentito che ieri, come già altre volte, Muccioli stesso si è espresso negativamente sulla legge proprio per quanto riguarda la questione della quantificazione dei dosaggi. Evidentemente tra Muccioli e noi non ci sono molte cose in comune, ce ne sono pochissime, però Muccioli ha veramente un grosso vantaggio e cioè che è un personaggio che anche se starnuta, il suo starnuto verrà pubblicato da tutti i giornali, alla cieca, indipendentemente da quello che c'è scritto, verrà invitato da tutti i Forum eccetera.

E' una voce, quindi, che conta, ed è una contraddizione che a noi conviene comunque utilizzare, anche perché Muccioli, sia pure nella sua grossolana intelligenza, per lo meno ha capito che sulla questione dei dosaggi ci sono grossi pasticci.

 
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