Ines LoddoFederazione Giovanile Comunista Italiana (FGCI)
SOMMARIO: La posizione della FGCI: la non punibilità del "drogato" non implica necessariamente la liceità della droga. La necessità di un maggiore impegno sul fronte della prevenzione, in particolare nel mondo giovanile.
(Atti del Convegno "No alla legge governativa sulla droga, repressiva, illiberale, ingiusta", Roma 14 febbraio 1989)
Credo che voi conosciate le posizioni della FGCI sul disegno di legge del governo: noi abbiamo promosso lo scorso 16 dicembre a Roma una manifestazione nazionale importante con lo slogan "punire i trafficanti, non punire i ragazzi", che ha visto una partecipazione straordinaria di trentamila giovani.
Io non dico perché siamo contrari alla legge, perché mi rifaccio alle cose già dette da Ippolito e da altri e dallo stesso Violante; racchiudo solo in una battuta quello che noi sosteniamo. Questa ci sembra una proposta ispirata a tutt'altri principi di quelli che hanno animato quella attualmente in vigore, la 685, cioè la solidarietà, la garanzia, la tutela di chi vive il dramma della tossicodipendenza, il voler ragionare complessivamente sul grande tema della prevenzione e l'ispirazione dello stesso articolo 80, pur con le ambiguità che esso contiene, che ha consentito per molti ragazzi e ragazze l'avvio di un percorso di liberazione.
C'è chi dice "no" a questa legge, non solo noi, lo ricordava lo stesso Teodori nell'introduzione; altre forze significative molto importanti nella nostra realtà hanno espresso il loro no; mi riferisco principalmente al documento "educare senza punire" proposto all'assise del 16 dicembre dalle ACLI, Caritas, Agesci, Azione Cattolica e dallo stesso CNCA, che forse è passato più in sordina rispetto alle operazioni che da altre parti venivano fatte, che sono quelle di chi dice "sì", invece, alla legge - e i manifesti su Roma li avete visti tutti con le firme di San Patrignano, Comunità Incontro, Mondo X, le Patriarche, la Lenad eccetera - e che si organizzano per fare iniziative, dibattiti per tentare di costruire un orientamento su questa loro posizione.
Io credo che si sia modificato il carattere del dibattito in Italia su questa questione; fino a poco tempo fa infatti il carattere della discussione oscillava tra due posizioni contrapposte: ricordo un fatto, la polemica tra Pannella e Muccioli nell'agosto dell'87, liberalizzare o reprimere.
Noi come FGCI abbiamo avuto modo, fin da allora, di dire in numerose occasioni - e su questa questione c'è stata una polemica tra la FGCI e Giancarlo Arnao sulle pagine del "Manifesto" - che ci sembra parziale e riduttivo affrontare la questione in questi due termini, oscillando tra questi due aspetti, perché si evita, ci pare, di affrontare il problema vero.
Ora l'attenzione mi pare spostata su punire e non punire, non punire o punire cosa, non punire o punire chi.
Pongo la domanda: su questo punto può esserci un accordo totale, un accordo tra noi, tra i presenti qui? Io credo di sì e il carattere di questa iniziativa lo lascia supporre.
Per quanto ci riguarda, la nostra attenzione è incentrata sul soggetto, su chi punire, o meglio, su chi non punire, e in questo senso quindi non sulla non punibilità della sostanza. En passant, in riferimento alla questione della liceità o non liceità, questa non ci sembra il punto dirimente poiché noi pensiamo piuttosto alla questione seria di quanti sono i tossicodipendenti: Arnao parla di un milione e ottocentomila oppure da tre a sei milioni di consumatori di droghe leggere, o ancora trecentomila o cinquecentomila tossicodipendenti, più i consumatori occasionali di droghe pesanti e così via.
Noi abbiamo detto che non accettiamo, non condividiamo in nessuno di questi casi, mai, rispetto al consumo occasionale o abituale, l'idea della punibilità.
Detto questo, ribadiamo che non si possono punire i ragazzi, ma che bisogna punire i trafficanti, e su questo punto sarebbe importante e significativo che già a livello di forze parlamentari si trovasse un accordo per lo stralcio, per la discussione della proposta di legge presentata dal PCI sul traffico che a detta di molti pare sia anche migliore di quella parte che invece è contenuta nel disegno del governo.
Soprattutto noi vorremmo tentare di spostare l'attenzione sul grande tema della prevenzione, e quindi in questo senso sul tema che purtroppo è stato assente nei dibattiti di tutti questi anni, e assente qualche volta anche in questi più attuali, che è quello della condizione giovanile. La cosa da affrontare da questo punto di vista - e in questo senso noi ci stiamo impegnando, e pongo quindi la questione in maniera molto aperta - è questa: si può ragionare insieme su un movimento che, oltre a fare giustamente una battaglia contro questa legge, ponga le basi per un orientamento culturale diverso, rispetto ad un rapporto con la società che ci circonda? Si può fare insieme un lavoro di questo tipo, che affronti tutte quelle grandi questioni irrisolte? Se questo è il carattere che può avere una iniziativa comune, io credo che noi ci staremo.