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Del Pennino Antonio, Cariglia Antonio, Miglio Gianfranco, Ostellino Piero, Panebianco Angelo, Armaroli Paolo, Cattani Venerio, Folena Pietro, D'Alema Massimo, Covatta Luigi, Valitutti Salvatore, Baslini Antonio, Minucci Adalberto, La Malfa Giorgio, Andriani Antonio, Pecchioli Ugo, Dutto Mauro - 28 febbraio 1989
FEDERAZIONE LAICA: DA RADIO RADICALE DIBATTITO SULL'INTERVISTA DI PANNELLA ALL'ESPRESSO. INTERVENGONO: DEL PENNINO, MIGLIO, ARMAROLI, ELIA, MEREU, GALLI DELLA LOGGIA, PANEBIANCO, CARIGLIA, VALITUTTI, OSTELLINO, CATTANI, COVATTA.

SOMMARIO: Sulla intervista di Marco Pannella pubblicata dal settimanale l'Espresso il 27 febbraio 1989 [testo n. 557 : La ricostruzione del "divorzio" con il Psi; la necessità di una alleanza politica fra Pci e radicali; la federazione laica per prefigurare un modello nuovo di partito; i radicali unici padri del soggetto verde italiano; la tentazione alla gestione militarizzata della difesa ecologica; la follia economica del proibizionismo delle droghe; il rilancio del partito radicale o altrimenti la sua scomparsa definitiva] intervengono da Radio Radicale i seguenti esponenti e commentatori politici:

* ANTONIO DEL PENNINO - capogruppo PRI alla Camera;

* ANTONIO CARIGLIA - segretario Psdi

* GIANFRANCO MIGLIO - politologo, docente universitario;

* PIERO OSTELLINO - politologo;

* ANGELO PANEBIANCO - politologo;

* PAOLO ARMAROLI - costituzionalista;

* VENERIO CATTANI - parlamentare PSDI;

* PIERO FOLENA - deputato comunista;

* MASSIMO D'ALEMA - direttore de L'Unità;

* LUIGI COVATTA - senatore Psi;

* SALVATORE VALITUTTI - presidente PLI;

* ANTONIO BASLINI - deputato liberale;

* ADALBERTO MINUCCI - deputato comunista;

* GIORGIO LA MALFA - segretario Pri;

* ANTONIO ANDRIANI - senatore comunista;

* UGO PECCHIOLI - deputato comunista;

* MAURO DUTTO - deputato repubblicano.

(NOTIZIE RADICALI del 28 febbraio 1989)

ANTONIO DEL PENNINO (capogruppo Pri alla Camera)

"Dobbiamo mettere in cammino un processo politico. I modi, i tempi e le forme sono materie di cui stiamo ragionando con Pannella, con i radicali, con i liberali, all'interno del nostro stesso partito. Ma io credo che vi sia forte, l'esigenza di una aggregazione nuova, che vi sia una storia, una cultura che sono comuni; il problema è quello della volontà politica che dobbiamo avere di costruire qualcosa che affondi le sue radici nel nostro passato, ma guardi soprattutto a quello che è l'obiettivo da realizzare, cioè una forza politica moderna, proiettata verso il futuro, verso i nuovi problemi della società, dell'ambiente, dei diritti, delle libertà che attendono una risposta un pò più originale di quella che è stata data dai governi e dalle stesse forze politiche in questi anni.

Il punto di fondo è quello di non considerare il momento delle elezioni europee come un momento dove tutto comincia e tutto finisce.

Un'alleanza elettorale secca avrebbe poco significato e non sarebbe colta dall'opinione pubblica. Un'alleanza che si collocasse come momento di un processo di costruzione di una grande forza laica, di una forza che si candida alla guida del paese, sarebbe un momento importante ed esaltante e credo sarebbe colta positivamente dall'opinione pubblica".

ANTONIO CARIGLIA (segretario nazionale Psdi)

"Con la sua intervista, Pannella ha buttato una sorta di macigno nello stagno, ponendo all'attenzione dell'opinione pubblica e dei partiti, il problema della necessità della riforma del nostro sistema politico. Pannella giustamente sottolinea la necessità della presenza socialdemocratica per avviare il processo verso l'alternativa laica e riformista. Se il tentativo di costituire una federazione laica andasse in porto, manderei un telegramma di congratulazione, perché lo ritengo un fatto molto positivo. L'esempio francese dimostra che il contributo delle forze laiche, insieme a quello socialdemocratico, è fondamentale per arrivare ad un grande "rassemblement" democratico, riformista, socialista e laico per l'alternativa".

GIANFRANCO MIGLIO (politologo, docente universitario)

"Tutti i tentativi, come quello che state facendo voi radicali adesso, di accorpare attorno ad una sola bandiera alcuni partiti minori per formare prima una "lega", e poi eventualmente qualcosa di più stabile, va nel senso della correzione dei gravi difetti che minano il nostro sistema politico. Il mio auspicio è che voi ci riusciate, che il tentativo di federazione laica vada a buon fine, perché indubbiamente questo smuoverebbe uno dei difetti fondamentali del nostro sistema: l'eccessivo pluralismo dei partiti. Anche se sono scettico sulla capacità dei cittadini italiani di cogliere l'importanza di una novità simile, di una federazione che, come dice bene Pannella, sia qualcosa di più di un'alleanza elettorale e qualcosa di meno di un partito centralizzato e burocratizzato. Gli elettori sono troppo abituati a premiare chi promette di garantire i loro interessi particolari,e non il bene comune.

In ogni caso, le posizioni che Pannella esprime nell'intervista, i progetti che espone, mi sembrano coraggiosi e sensatissimi. In un altro paese, o in un altro tempo, avrebbero provocato un grande impatto nei mass-media, un grande consenso nell'opinione pubblica. Purtroppo, dubito che gli italiani che si sono abituati ad avere i loro santi protettori in questa o in quella chiesuola siano disposti ad abbandonarli.

Ma vi faccio, di cuore, un augurio di successo".

PIERO OSTELLINO (politologo)

"L'ipotesi di federazione laica è strategicamente interessante. Ha ragione Pannella nel dire che non può ridursi ad un mero patto elettorale. Ascolto sempre con interesse il mio amico Marco, perché quello che dice ha una forte connotazione libertaria, e io sono un liberale con forti connotazioni libertarie. Mi pare che l'Italia si stia riducendo ad una palude dal punto di vista intellettuale, culturale e delle libertà civili, perché le risorse economiche hanno una prevalenza assoluta sulle risorse politiche. La questione morale non è solo quella del ministro che ruba, è ben più grave: c'è una immoralità delle scelte collettive. Le politiche pubbliche sono immorali perché privilegiano certe categorie sociali, in termini di opportunità politiche e quindi di libertà. Liberali e repubblicani devono decidere se continuare ad accontentarsi di una modesta spartizione delle spoglie, continuando a far parte di questo blocco di potere e abdicando alla loro funzione libertaria. Se la federazione laica partirà da questi

presupposti, sarò ben lieto di battermi a suo favore".

ANGELO PANEBIANCO (politologo)

"Condivido come sempre i fini, gli obiettivi che Pannella propone alle forze politiche italiane. Il titolo stesso dell' intervista, "Un'alleanza all'inglese", rende lo spirito dell'impostazione di Pannella e su questo, da parte mia, non può esserci che consenso. Pannella ribadisce con forza e coerenza le idee che sono da sempre le sue, è vero, come dice lui stesso, che - ad esempio rispetto al Pci - lui non si è spostato di un millimetro e che semmai sono stati gli altri a cambiare posizione.

Quanto alla federazione laica, ho molti dubbi che possa andare oltre il mero cartello elettorale, perché mi sembra che le differenze siano molte, e che a tenerli insieme sarebbe soprattutto la paura di Craxi, che forse non è sufficiente. Per altro, condivido in pieno l'analisi della politica craxiana che fa Pannella, e credo che per batterla o arginarla l'allenza laica sarebbe preziosa, ma sono scettico sulle sue concrete possibilità, soprattutto con questa legge elettorale"

PAOLO ARMAROLI (costituzionalista)

"L'ipotesi di alleanza laica mi sembra positiva, soprattutto in termini di semplificazione del quadro politico, e per impedire i rischi di fagocitazione di alcune di queste forze da parte socialista o democristiana. Sarebbe importante, lo sottolineo, che questa semplificazione avvenisse anche a prescindere da riforme elettorali, clausole di sbarramento e simili. E sarebbe importante per offrire agli elettori stretti nel bipolarismo Dc-Psi, un'alternativa".

VENERIO CATTANI (parlamentare Psdi)

"Marco Pannella ha ragione quando parla dell'isolamento di Craxi rispetto ai suoi tradizionali alleati. Mi pare che Craxi stia giocando tutto sul fatto di presentarsi solo per incorporare tutto il resto, facendo una sorta di referendum pro o contro il suo personaggio. Campagne fortemente conservatrici, come quella sulla droga, sono fatte solo in funzione di un consenso dell'opinione pubblica, e Craxi ha un grande senso dell'opinione pubblica. Forse se si monta troppo il clima anti-Craxi si rischia l'effetto contrario. Credo che anche in campagna elettorale bisognerebbe mantenere una sponda socialista".

PIETRO FOLENA (deputato comunista, già segretario Fgci)

"Nell'ansia di rifondazione della politica che attraversa l'intervista a Pannella trovo molto in comune con la riflessione e le speranze del Pci. Per riprendere la bella metafora usata da Pannella, anche il Pci, come il Pr, deve uscire in mare aperto issando sui pennoni tutte le bandiere, uscire fuori dai porti e non navigare più sotto costa.

L'ipotesi di una candidatura di Pannella nel Pci, anche se smentita, non mi scandalizzerebbe affatto: una presenza radicale nelle liste comuniste, in una prospettiva di creazione di una forza nuova della sinistra europea, in senso transnazionale, mi sembrerebbe molto utile. Credo che le elezioni del '90 dovrebbero essere il banco di prova di una strategia di costruzione dell'alternativa, attraverso la costituzione di schieramenti trasversali tra cittadini, al di là dei simboli di partito tradizionali.

MASSIMO D'ALEMA (direttore de "L'Unità")

"Trovo interessante l'operazione "alleanza laica", in senso non anticomunista ed in una prospettiva di rinnovamento del sistema politico: sarebbe utile, e anzi preziosa, in una linea di alternativa alla Dc. Partendo dai programmi, dalle convergenze programmatiche e politiche si potrà arrivare ad una effettiva federazione, che vada oltre il patto elettorale.

Per quel che riguarda il Pci, dobbiamo andare avanti sulla strada del rinnovamento, senza essere condizionati dagli atteggiamenti spesso scopertamente strumentali del Psi. Dobbiamo incalzare i socialisti, sollecitarli a venire sul terreno dell'alternativa, rompendo il loro patto consociativo con la Dc. Craxi non è l'orco cattivo, ma vediamo chiaramente i limiti, la strumentalità e il cinismo della sua politica".

LUIGI COVATTA (senatore Psi, sottosegretario)

"La prospettiva dell'alternativa si è ulteriormente rafforzata, tanto è vero che la Dc comincia ad averne paura. Non so però quali forze laiche siano effettivamente disposte all'alternativa e quali no. Per l'alternativa sono certo necessarie altre forze oltre a Pci e Psi, non necessariamente forse quelle che si aggregheranno in un cartello elettorale che mi sembra improbabile. Ma la prospettiva dell'alternativa passa per una ristrutturazione del sistema politico, e tutto quello che va nel senso di una semplificazione degli schieramenti è favorevole a questa prospettiva. Dunque, indirettamente, anche il polo laico".

SALVATORE VALITUTTI (presidente del partito liberale)

Afferma che l'accordo fra le forze di tradizione laica "va visto come un'iniziativa che dovrebbe essere la cellula di una nuova aggregazione di fradio radicalforze politiche schiettamente democratico liberali, quindi la costituzione di un terzo polo".

"L'operazione non la si può ridurre ad un accordo elettorale. Anzi, c'è il pericolo che, riducendo questa operazione ad un accordo puramente elettorale per le Europee si finisca col sabotarla". "Secondo me - prosegue Valitutti - ci sono tutte le condizioni per far sì che questo tentativo di ampia intesa, di ampia prospettiva abbia luogo". ""C'è il timore che alcuni vogliano questo operazione come puro accordo elettorale. Ma costoro non si avvedono di scegliere,magari, un'operazione tatticamente vantaggiosa, però sacrificando il disegno strategico dell'intesa".

Secondo lei è indispensabile il ruolo dei radicali nella Federazione Laica?

Valitutti risponde: "Io ritengo che, o ci sono i radicali e allora si può fare questa operazione a vasto raggio, ma se non ci sono i radicali e, soprattutto, se non c'è Marco Pannella, è difficile farla";

Come si potrebbe dare questo ampio respiro politico all'operazione fra i laici?

Per esempio, convocando sin d'ora per il 1· luglio, la Costituente della federazione laica?

"Certamente, qui ci vogliono iniziative audaci; qui ha ragione Pannella. Bisogna muoversi con scaltrezza e coraggio" - conclude Salvatore Valitutti.

ANTONIO BASLINI (deputato liberale)

Io sono no convinto ma convintissimo che se i laici, e in particolare i repubblicani, i liberali e i radicali, per i quali ho un particolare affetto per tutte le battaglie che ci hanno unito,non arriveranno a rimescolare le carte e a presentarsi all'opinione pubblica con una nuova formazione, che raccolga la tradizione di tutti ma che sia una cosa diversa, questi partiti sono destinati a contare sempre di meno. Ho però un'enorme paura, conoscendo bene anche il mio partito, perchè mi rendo conto che molte persone che hanno in questo momento posizione di potere, preferiscono essere padroni del loro piccolissimo orto piuttosto che aprirsi e entrare in una formazione nuova. Ma fatalmente si deve arrivare a questo, io sono convinto che si deve superare la proporzionale che non marcia, che ha fatto il suo tempo, e questo costringerà le forze politiche a delle semplificazioni, come avviene in tutti i paesi di democrazia occidentale.

ADALBERTO MINUCCI (deputato Pci)

"Condivido il giudizio che Pannella dà della politica socialista nella prima parte della sua intervista all'Espresso. E' vero in definitiva che il psi in questi anni non ha certo lavorato per l'unità della sinistra. D'altronde sono i fatti che lo dicono e lo dice Pannella: di fatto il psi che può essere sembrato dominante nella coalizione di governo in realtà di è dovuto adattare all'egemonia dc. Sono tra l'altro commosso per le preoccupazioni che Pannella esprime per il pci ma non credo che il nostro partito sia indifeso come lui dice perchè a difenderci sono i nostri programmi, in particolare sul fronte dell'Europa. Non mi scandalizzerei affatto per esempio se trovassi Pannella candidato nelle nostre liste per le europee, soprattutto se fosse come credo una manifestazione ulteriore di un processo unitario. Ma non è solo sulla prospettiva europea che c'è stato un avvicinamento tra pci e pr".

GIORGIO LA MALFA (segretario Pri)

"Non credo che quanto detto da Altissimo nella sua intervista sulla Stampa rappresenti uno stop per la nostra iniziativa comune, io credo che la faremo, nulla è cambiato. Per quanto riguarda i radicali sapete che non si tratta di negoziare con il pr in quanto tale che non si presenterà alle elezioni, ma si tratta di coinvolgere esponenti di questo partito, in fatti alcuni di loro si dirigono verso il PSDI, altri verso le liste verdi. Prima però concludiamo le cose col pli, facciamo un documento comune, qualcosa, poi vediamo con i radicali.Certo, quando Pannella parla di una federazione, mi sembra forse troppo presto per il paese, prima occorre veder quali segnali verranno ai primi passi di maggiore intesa, di maggiore vicinanza".

ANTONIO ANDRIANI (senatore PCI).

"Vorrei dire che ha ragione Pannella quando dice che i buoni rapporti tra i nostri partiti non sono un episodio tattico,non si tratta di un problema di manovra politica, ho l'impressione che si tratti invece di unpiù generale processo di unificazione della sinistra. Sono anche d'accordo con Pannella quanto punta alla creazione di una federazione di forze laiche, soprattutto allo scopo di semplificare il nostro sistema politico, sarà poi interessante vedere sul lungo termine su quali programmi queste forze riusciranno a convergere".

UGO PECCHIOLI (deputato comunista)

"D. In questo quadro di alternativa di governo alla Dc si potrà arrivare ad una semplificazione del nostro sistema politico: da una parte le forze conservatrici, dall'altra le forze della sinistra e un'altra grande alleanza laica come è stato ribadito in questi giorni da Marco Pannella in una sua intervista sull'Espresso?

R. Questo è augurabile, è augurabile che ci sia una semplificazione del quadro politico italiano, oggi troppo frammentato in troppi partiti e partitini. Quindi e si lavora per forme di aggregazione tra forze che hanno radici comuni o comunque caratteristiche omogenee benissimo. Non bisogna dimenticare che in passato esperimenti di questo tipo ne sono stati fatti e non sono finiti bene: il cosiddetto polo laico ha avuto i suoi momenti di moda e poi non se ne è fatto nulla. Bisogna che le aggregazioni si costituiscano su contenuti reali, su basi programmatiche, su obiettivi da raggiungere e non solo sulla base di convenienze elettorali per questa o quella elezione. Questo non regge, ci vuole un collante più robusto e questo è dato da un comune intento di operare per una politica riformatrice.

D. Dopo anni di pessimi rapporti tra pci e pr si è invece, registrata una nuova collaborazione politica. Come vede questa rinnovata collaborazione? Anche in questo caso, Pannella, dice che il pci deve porsi il problema dell'allenza con il pr come una questione di grande importanza.

R. Benissimo. Siamo tutti rallegrati che siano migliorati i rapporti tra noi e i compagni radicali. Anche qui, però per dare solidità, credibilità, a questo nuovo rapporto bisogna impegnarsi di più ai problemi veri; anche qui deve esserci una base solida di rapporti comuni e di ricerca comune di soluzioni riformatrici, di costruzione dell'alternativa. E' finita l'epoca, credo, di farsi i dispetti reciprocamente.

Non è una politica quella del dispetto o quella dell'attacco, da questo punto di vista, il mio amico dovrebbe forse correggere certi suoi atteggiamenti che ogni tanto esplodono: la polemica per la polemica, la puntura di spillo, l'attacco un poco provocatorio e così via, non è una buona e saggia politica.

Ora , i passi in avanti compiuti su questo terreno sono di grande interesse e il mio augurio molto sincero è che si vada avanti su questo terreno".

MAURO DUTTO (deputato repubblicano)

"Per quanto riguarda la Federazione Laica, questa volta la problematica viene affrontata in termini seri: ciò è dimostrato dalla complessità delle operazioni e dei raggionamenti che vengono portati avanti dai partiti. Non si tratta di un giochetto elettorale per affrontare la scadenza delle europee. L'operazione mi sembra molto avanti: si sta tentando veramente di guardare quali siano le possibilità di una aggregazione che rappresenti nella scena politica italiana un elemento di novità e che sia "moderna" nella sua impostazione e nei suoi contenuti.

Per quanto riguarda i repubblicani e i liberali e per certi versi anche per esponenti radicali come Pannella i punti di differenza sono anche evidenti e li possiamo facilmente ripescare nella cronaca politica di questi anni, però ci sono alcuni elementi che sono moderni e che potrebbero essere il manifesto di un'azione politica comune: mi riferisco all'europa, un europeismo non di parole e di facciata ma fatto di trasformazioni profonde e di convinzioni; mi riferisco alla politica internazionale e, soprattutto con i liberali, ad un'impostazione comune su quelle che sono le politiche di bilancio e la gestione dell'economia del nostro paese; infine, c'è il grande messaggio che è sentito molto dalla gente, del funzionamento delle istituzioni, della questione morale che mi sembra trascurata da altri partiti e che per noi è una grande priorità e quando dico "per noi", mi riferisco certamente a tutte e tre le forze.

Io lancerò al più presto l'ipotesi di tenere in alcune città italiane assemblee aperte che chiamerei "assemblee della libertà" che analizzino i problemi relativi al rapporto fra istituzioni e cittadini, cittadini che sono sempre più vittime di sperequazioni che devono essere assolutamente superate".

 
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