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Arnao Giancarlo - 1 marzo 1989
Droga: MDMA (Ecstasy)
A cura di Giancarlo Arnao

SOMMARIO: Scheda sugli effetti del MDMA (Ecstasy)

Sintetizzato e registrato nel 1914 dalla Merck (Beck- Rosenbaum 1989, zzpapers n.301 p. 6) (Druglink march-april 1989,p.14)

Appare sulla scena USA come successore del MDA (apparso in California nel 1967) all'inizio degli anni 70 (cit.p.3) e si diffonde rapidamente alla metà degli anni 80.

Nel 1985 il Comitato degli Esperti dell'OMS raccomanda di metterlo nella Tabella I della Convenzione del 1971, e di "facilitare la ricerca su questa interessante sostanza" (cit.p.5).

Secondo la testimonianza di Siegel alla DEA gran parte dei consumatori rientrano nel pattern sperimentale (non più di 10 volte nella vita) o sociale-ricreativo (1-4 volte al mese)

Secondo Newmayer, è possibile che un aumento delle reazioni negative con la diffusione dell'uso a soggetti meno esperti e sofisticati di quelli che usavano MDMA nei primi anni 80 (cit.pp.11-12)

Il 22 maggio 1986, John Lawn, amministratore della DEA, raccomanda la collocazione del MDMA nella tabella III, che permette l'uso terapeutico da parte dei medici, con la motivazione che l'MDMA non ha un elevato potenziale di abuso ed ha una funzione terapeutica (cit.pp. 13-14). Ma l'avvocato della DEA ha rifiutato queste conclusioni ed ha collocato l'MDMA nella tabella I il 1 novembre 1986 (cit.p.14).

La delibera della DEA è stata contestata da Grinspoon ed altri medici; la delibera della Corte ha stabilito che l'MDMA ha un potenziale terapeutico, ma che esso è superato dal potenziale di abuso (23 marzo 1988).

Un importante problema è quello della neurotossicità, che è stata peraltro rilevata in ricerche su animali. Non è noto se (e in che dosi) lesioni neurotossiche avvengano negli umani, ne' se esse siano permanenti. D'altra parte, c'è chi sostiene che finora non è stato documentato alcun caso di danno neurologico derivante da uso di MDMA in centinaia di migliaia di consumatori; una argomentazione a cui si è risposto (dal direttore del NIDA Schuster) che tali danni possono verificarsi a distanza di molti anni (cit.,pp.25-26). Nel complesso, la valutazione dei rischi a lunga scadenza sembra soggetta a margini di opinabilità. Secondo diversi AA, tali rischi non sono sufficienti comunque alla rinuncia alla sperimentazione dell'MDMA per uso terapeutico.

(Beck, J. e Rosenbaum, M.: "The scheduling of MDMA" in Inciardi J. (Ed.): Handbook of Drug Control in the US", Greenwood Press, Westport Connecticut, 1988)

Definizione psicofarmacologica (entactogeno) JPD Oct-Dec 1986, p.312 / effetti terapeutici ibid. p.331

sommario degli effetti su 29 soggetti (anche effetti tossici) ibid. p. 319

sommario degli effetti (anche tossici) su 21 soggetti ibid. p. 337

due casi di disturbi gravi ibid. p. 343-347; un solo caso di diagnosi causale certa, ma senza certezza ne' sulla dose ne' sulla sostanza; nel caso diagnosticato: febbre, coma, ricovero per disturbi neuropsichiatrici, disturbi comportamentali per sei mesi.

Sommario degli effetti su 44 casi scelti su un campione di 415 (R. Siegel) = unica ricerca epidemiologica sistematica

DATI PRINCIPALI

dosaggio medio: dose iniziale media di 100 mg (50-390), dose aggiuntiva media di 40 mg - dose media complessiva 120 mg (50- 700)

modelli di uso: il più frequente è quello sperimentale (occasionale); su 459 soggetti che hanno provato la sostanza, il 90,4% non hanno espresso il desiderio di riprovarla;

nessun caso di uso compulsivo, 2 (su 44) di uso intenso (giornaliero) per 8 giorni e 3 mesi

effetti positivi:

mutamenti dei sentimenti e delle emozioni (80%), aumentata comunicazione, empatia e comprensione degli altri (68%), modifiche delle associazioni mentali o cognitive (68%), euforia o estasi (63%), mutamenti delle percezioni (44%), esperienze trascendentali (11%)

effetti negativi:

tensione muscolare e/o contrattura delle mandibole (100%), aumento sudorazione (91%), visione sfuocata (77%), atassia (77%), nausea (38%), ansia (15%)

La maggior parte degli effetti negativi sparisce in 24 ore

sono però riportati effetti negativi che perdurano dopo l'assunzione:

tensione muscolare (11%) che può durare fino a sei settimane, visione confusa (7%) fino a 3 giorni, stanchezza (50%), depressione (27%), ansia (25%), insonnia (7%) fino a 8 giorni

In tre casi (7%) sono stati riportati disturbi più gravi: paranoia, psicosi, allucinazioni, per 24-72 ore.

Secondo l'A, i disturbi sono legati al livello di dosaggio, e sono minimizzati da dosaggi bassi. Complessivamente,

"l'intossicazione da MDMA non è controllabile ne' prevedibile in maniera uniforme; il numero di variabili che influisce sull'intossicazione è attualmente sconosciuto"

(Siegel, R.: "MDMA - Nonmedical Use and Intoxication" in JPD vol. 18(4) 1986, p.353)

ricerca su 76 casi ed effetti su attività sessuale ibid. p. 359 (mette in discussione effetto afrodisiaco)

ricerca su adulterazioni (ibid. p.366;); adulterazioni riscontrate in California nel 42% dei casi

Effetti negativi secondo Druglink (march-Apr 1989, p.15): ansia, panico, confusione, insonnia, psicosi, allucinazioni; in genere svaniscono con l'effetto della sostanza. Controindicazioni: malattie di cuore, pressione alta, glaucoma, epilessia, cattive condizioni fisiche o mentali.

Dose letale. Nessun caso documentato di overdose letale. La dose letale è attorno alle 150 volte la dose efficace di 100 mg (cit.p.15)

Durata degli effetti: 4-6 ore. L'uso è collegato con la "acid house music" (Kaplan zzpapers n.306)

Altre documentazioni in art-mdma

Raccomandazioni autorità sanitarie AMS:

- limitare l'uso a non più di una volta alla settimana

 
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