di Paolo PietrosantiSOMMARIO: Il viaggio dei rappresentanti del coordinamento "Non Uccidere" negli Stati Uniti per consegnare un milione di firme contro la pena di morte e per assistere al processo di secondo grado a carico di Paula Cooper. La pena capitale nei vari stati americani. L'elenco dei membri dell'Assemblea dello stato di New York a cui inviare un appello contro la reintroduzione della pena di morte.
(Notizie Radicali n· 55 del 13 marzo 1989)
Abbiamo portato alle Nazioni Unite un milione di firme contro la pena di morte; le abbiamo consegnate al rappresentante personale del Segretario generale Perez de Cuellar. Nei quasi tre anni di attività del Coordinamento Non Uccidere, altrettante firme, altrettanti appelli, altrettante lettere erano giunti autonomamente negli Stati Uniti. E' stato il momento finale di un viaggio che una delegazione di non Uccidere ha svolto pochi giorni or sono negli Usa. Con il presidente don Germano Greganti, erano Maurizio Barbera, direttore del carcere femminile di Rebibbia; padre Vito Bracone, francescano; Mario Monge, di Carcere e Comunità; Ivan Novelli, consigliere federale del Pr; Michele Svidercoschi, segretario del Movimento giovanile socialista; e chi scrive). E' stato un viaggio importante, soprattutto perché ha dato modo di capire che Paula Cooper non è più nemmeno negli Stati Uniti una sconosciuta.
L'abbiamo incontrata il 2 marzo, il giorno successivo al processo di secondo grado a suo carico, celebratosi davanti alla Corte suprema dello stato dell'Indiana. Paula ci ha detto con molta semplicità - ma anche con la grande consapevolezza - »vi ringrazio perché mi avete dato un volto .
E' vero; se un merito importante può ascriversi a questi anni di iniziativa politica per la vita della giovanissima americana, per la vita del simbolo che Paula Cooper abbiamo insieme voluto divenisse, ebbene quel merito sta proprio nell'essere riusciti - come Coordinamento Non Uccidere, come organizzazioni che ad esso fanno riferimento - ad associare una persona all'idea della pena di morte. Qualcosa è cambiato; è accaduto che con Paula Cooper la pena capitale ha acquisito un rapporto, una relazione con una faccia che sa ridere, che è stata vista piangere. Con una faccia, con una persona; non con un numero.
E' quanto questa entità - il Coordinamento Non Uccidere - insieme vecchia nella sua struttura originaria e nuovissima nella fisionomia che sta progressivamente acquisendo ha perseguito fin dall'inizio del proprio impegno: attribuire un volto riconoscibile al concetto altrimenti astratto e lontano della pena di morte.
Non è il caso - in primo luogo perché è probabilmente superfluo, per essere almeno per grandi linee nota la vicenda - proporre una cronaca della settimana di permanenza negli Usa della delegazione del coordinamento. Basterà evocare rapidamente le tappe salienti del viaggio, che ci ha portati nella capitale dello stato di New York, Albany, dove una parte consistente della Camera bassa ci ha tributato un applauso deciso, e poi a Indianapolis, per il processo e l'incontro con Paula, e quindi alle Nazioni Unite, a New York, per consegnare il milione di firme, quei due quintali di moduli. Quel che invece è necessario fare è cercare di far comprendere cosa sta accadendo, o stia per accadere negli Stati Uniti a questo proposito.
Sono soltanto quattordici gli stati americani che non prevedono nel proprio ordinamento la pena capitale. Tra questi lo stato di New York. La reintroduzione della massima sanzione è stata in questi anni sovente approvata da entrambi i rami - Senato e Assembly - del Parlamento statale. Soltanto grazie al Governatore Mario Cuomo quello stato continua a tener lontano dal proprio corpo normativo la pena di morte; soltanto grazie ai veti reiteratamente opposti da Cuomo. Ma c'è un fatto nuovo e grave. Perché possa superarsi il veto del Governatore -lo stesso accade a Washington, nei rapporti tra Presidente e Congresso federale - entrambe le assemblee legislative devono tornare a votare sulla medesima proposta di legge esprimendosi con la maggioranza dei due terzi dei membri. Ebbene, se già da anni il Senato di Albany è per più di due terzi favorevole alla reintroduzione della pena capitale nello stato di New York, a che lo sia anche l'altra camera, l'Assembly, manca un voto soltanto: su 150 assemblymen sono ad ogg
i 99 coloro che si dichiarano apertamente a favore della sedia elettrica: per raggiungere la maggioranza dei due terzi, allo schieramento favorevole alla pena di morte manca quindi un solo voto. E' quindi un momento delicato, un momento che se sortisse esiti negativi, potrebbe provocare un meccanismo a catena che non coinvolgerebbe certo il solo stato di New York: si aprirebbe un processo involutivo difficilmente reversibile, e al possente Parlamento di Albany, in grado dopo numerosi inutili tentativi, di superare le prerogative costantemente esercitate dal Governatore, presto se ne accoderebbero altri, altri di quei soli quattordici stati americani che attualmente non prevedono si possa "remunerare" un omicida col mandarlo a morte.
Quel che può passare o non passare nel Parlamento di Albany è letteralmente cruciale; e abbisogna dell'iniziativa di ciascuno. Sarebbe sbagliato pensare - anche se su queste cose è sempre necessario riflettere - che iniziative condotte da oltreoceano, iniziative quali quelle che Non Uccidere e il giornale che avete in mano propongono in queste pagine sono destinate ad essere fine a sè stesse. L'esperienza di una settimana negli Stati Uniti ad occuparsi di pena di morte ci ha consentito di renderci conto che le iniziative, le mobilitazioni - condotte per lo più in Italia - oltre oceano sono arrivate: lo testimonia tra l'altro il numero e la qualità di giornalisti che con noi sono venuti a contatto. Una iniziativa che sappia mobilitare migliaia e migliaia di persone in molti paesi europei potrebbe sortire effetti concreti, grazie alla forza del dialogo nonviolento e civile.
In queste pagine trovate un elenco di nomi. Si tratta di quelli di tutti i senatori e di tutti gli Assemblymen o Assemblywomen dello stato di New York. A loro chiediamo di scrivere subito, di inviare una lettera espresso in lingua inglese. In queste pagine trova spazio anche una lettera base in inglese, che può essere copiata, o elaborata, o ampliata, o ridotta, che può essere insomma utilizzata e diffusa. Ma un espresso va inviato subito. Il tempo stringe: le due camere dello stato di New York saranno chiamate a votare di nuovo entro pochissime settimane, non più di un mese.
L'elenco dei parlamentari contiene alcune indicazioni, che è stato possibile compilare grazie all'aiuto fornito dalle organizzazioni statunitensi che si battono per l'abrogazione della pena di morte, e così va decifrato: la prima lettera riportata immediatamente dopo il nome del parlamentare indica il partito di appartenenza (D per democratico; R per repubblicano); la seconda lettera indica se il senatore o il membro dell'Assembly e favorevole (Y) o contrario (N) alla pena di morte.
Quindi, troverete un numero, che indica l'ufficio in cui il parlamentare lavora: quel numero va riportato sulla busta, perché consente di accelerare il recapito della corrispondenza (ricordiamo che occorre mandare una lettera espresso).
Per fare un esempio. Se si vuole inviare un espresso all'Assemblywoman Patricia McGee, che risulta essere favorevole alla pena di morte, occorrerà indirizzarlo a
Assemblywoman Patricia McGee
Room 940
New York State Assembly
Albany, NY 12248
U.S.A.
Se è invece al Senatore Jay P. Rolison Jr che si vuole scrivere, occorrerà indicare:
Senator Jay P. Rolison Jr
Room 512
New York State Senate
Albany, NY 12247
U.S.A.
Un'ultima precisazione. Accanto ad alcuni numeri di stanza può leggersi "cap". Ai Parlamentari il cui numero di ufficio è costrassegnato da cap, occorre inviare una lettera ad un indirizzo in cui al posto di Room occorre scrivere Capitol Building.
Buon lavoro, con un ultimo invito: sarebbe opportuno che per ogni espresso inviato ad Albany pervenisse presso il Coordinamento Non Uccidere (Viale di Valle Aurelia 93a - Roma) o presso il Partito radicale (Via di Torre Argentina 18 - Roma) una cartolina di qualsiasi genere, postale o illustrata, completa di nome e cognome del mittente, del suo indirizzo, e del nome del parlamentare cui si è inviato l'espresso.
Elenco dei deputati dell'Assebly di New York
Mark Alan Siegel, D, No;
Clarence Norman Jr, D, No;
Melvin M. Zimmer, D, No;
James R. Conte, R, Sì;
Robert Gaffney, R, Sì;
Frank J. Barbaro, D, No;
William P. Boyland, D, No;
James F. Brennan, D, No;
Richard L. Brodsky, D, No;
Thomas F. Catapano, D, No;
Barbara Clark, D, No;
Richard J. Conners, D, No;
Geraldine L. Daniels, D, No;
Gloria Davis, D, No;
Angelo Del Toro, D, No;
Hector L. Dias, D, No;
Thomas Di Napoli, D, No;
Eileen C. Dugan, D, No;
Arthor O. Eve, D, No;
Herman D. Farrell Jr, D, No;
David F. Gant, D, No;
Anthony Genovesi, D, No;
Richard N. Gottfried, D, No;
Alexander B. Grannis, D, No;
Roger L. Green, D, No;
Aurelia Greene, D, No;
Edward Griffith, D, No;
Alan Hevesi, D, No;
Earline H. Hill, D, No;
Morton Hillman, D, No;
Maurice D. Hinchey, D, No;
William B. Hoyt, D, No;
Rhoda S. Jacobs, D, No;
Cynthia Jenkins, D, No;
Oliver J. Koppell, D, No;
Vito J. Lopez, D, No;
Martin Luster, D, No;
Helen Marshall, D, No;
Israel Martinez, D, No;
Kelvin H. Miller, D, No;
John Bian Murtaugh, D, No;
Jerrold Nadler, D, No;
William F. Passannante, D, No;
Joseph T. Pillittere, D, No;
Gary Proud, D, No;
Steven Sanders, D, No;
Larry Seabrook, D, No;
Jose E. Serrano, D, No;
Edward C. Sullivan, D, No;
James R. Tallon Jr, D, No;
Paul D. Tonko, D, No;
Albert Vann, D, No;
Saul Weprin, D, No;
Peter J. Abbate Jr, D, Sì;
Edward Abramson, D, Sì;
Richard B. Anderson, R, Sì;
Henry W. Barnett, R, Sì;
Thomas Barraga, R, Sì;
Gregory Becker, R, Sì;
John Behan, R, Sì;
Lawrence E. Bennett, D, Sì;
Michael J. Bragman, D, Sì;
Harold C. Brown Jr, R, Sì;
William E. Bush, R, Sì;
Denis Butler, D, Sì;
Ronald Canestrari, D, Sì;
Anthony J. Casale, R, Sì;
Ray T. Chesbro, R, Sì;
John Cochrane, R, Sì;
Samuel Colman, D, Sì;
Elizabeth A. Connelly, D, Sì;
Pinny A. Cooke, R, Sì;
Richard I. Coombe, R, Sì;
Joseph Crowley, D, Sì;
Robert D'Andrea, R, Sì;
Donald R. Davidsen, R, Sì;
John Dearie, D, Sì;
Ralph J. Eannace Jr, R, Sì;
John Faso, R, Sì;
Daniel L. Feldman, D, Sì;
John Flanagan, R, Sì;
George Friedman, D, Sì;
Daniel Frisa, R, Sì;
Vincent J. Graber Sr, D, Sì;
Kemp Hannon, R, Sì;
Paul Herenberg, D, Sì;
Glenn H. Harris, R, Sì;
John W. Hasper, R, Sì;
Stephen R. Hawley, R, Sì;
Phillip Healy, R, Sì;
Dov Hikind, D, Sì;
Joseph R. Holland, R, Sì;
Stephen B. Kaufman, D, Sì;
Richard J. Keane, D, Sì;
Neil W. Kelleber, R, Sì;
Robert, L. King, R, Sì;
Ivan Lafayette, D, Sì;
William J. Larkin Jr, R, Sì;
Howard Lasher, D, Sì;
Vincent L. Leibell III, R, Sì;
Joseph R. Lentol, D, Sì;
George Madison, R, Sì;
Nettie Mayersohn, D, Sì;
John W. McCann, R, Sì;
Patricia McGee, R, Sì;
Mary H. McPhillips, D, Sì;
Richard H. Miller, R, Sì;
Matthew J. Murphy, D, Sì;
James F. Nagle, R, Sì;
Catherine Nolan, D, Sì;
Robert H. Norts, R, Sì;
Michael F. Nozzolio, R, Sì;
John G. A. O' Neil, R, Sì;
Charles J. O'Shea, R, Sì;
Chris Ortloff, R, Sì;
William L. Parment, D, Sì;
Frederick Parola, R, Sì;
George E. Pataki, R, Sì;
Audrey I. Pheffer, D, Sì;
Francis J. Pordun, D, Sì;
John R. Powell, R, Sì;
Douglas Prescott, R, Sì;
Arnold W. Proskin, R, Sì;
Clarence D. Rappleyea Jr, R, Sì;
Thomas N. Reynolds, R, Sì;
Roger J. Robach, D, Sì;
Stephen N. Saland, R, Sì;
Joseph, Sawicki, R, Sì;
Robin Schimminger, D, Sì;
Frederick Schimidt, D, Sì;
William R. Sears, R, Sì;
Anthony Seminerio, D, Sì;
Sheldon Silver, D, Sì;
Cecile D. Singer, R, Sì;
Robert A. Straniere, R, Sì;
Peter M. Sullivan, R, Sì;
Robert K. Sweeney, D, Sì;
Framk G. Talonie Sr, R, Sì;
James Tedisco, R, Sì;
Ronald C. Tocci, D, Sì;
Paul Tokass, D, Sì;
Eric N. Vitaliano, D, Sì;
Glenn E. Warren, R, Sì;
Helene Weinstein, D, Sì;
H. Heisenberg, R, Sì;
Robert Werts, R, Sì;
George H. Winner Jr, R, Sì;
Lewis Yevoli, D, Sì;
Gregory P. Young, D, Sì;
Terrence M. Zaleski, D, Sì;
Elenco dei senatori
Isral Ruiz, d
Joseph L. Galiber, D, No;
Olga Mendez, D, No;
Paul Kehoe, R, Sì;
Kenneth P. La Valle, R, Sì;
Howard Babbush, D, No;
Abraham Bernstein, D, No;
Martin Connor, D, No;
Emanuel R. Gold, D, No;
Donald M. Halperin, D, No;
Andrew Jenkins, D, No;
Franz S. Leichter, D, No;
Johm J. Marchi, R, No;
Anthony M. Nasiello, D, No;
Velmanette Montgomery, D, No;
Howard C. Nolan, D, No;
Manfred Ohrenstein, D, No;
Suzi Oppenheimer, D, No;
David Paterson, D, No;
John D. Perry, D, No;
Ada L. Spith, D, No;
Leonard P. Staviski, D, No;
Joseph L. Bruno, R, Sì;
Charles O. Cook, R, Sì;
John B. Daly, R, Sì;
James B. Donovan, R, Sì;
John R. Dunne, R, Sì;
Hugh T. Farley, R, Sì;
Mary B, Goodhue, R, Sì;
Roy, M. Goodman, R, Sì;
Arthur E. Gray, D, Sì;
Nancy Larraine Hoffman, D, Sì;
Owen H, Johnson, R, Sì;
John R. Kuhl Jr, R, Sì;
James J. Lack, R, Sì;
Eugene Levy, R, Sì;
Norman J. Levy, R, Sì;
Thomas W, Libous, R, Sì;
Tarky J. Lombardi, R, Sì;
Serphin R. Maltese, R, Sì;
Ralph J. Marino, R, Sì;
Marty Markowitz, D, Sì;
John M. Mc Hugh, R, Sì;
Christopher J. Mega, R, Sì;
George Onorato, D, Sì;
Frank Padavan, R, Sì;
Jess J. Present, R, Sì;
Ralph Quattrociocchi, D, Sì;
Jay P. Rolison, Jr, R, Sì;
James L. Seward, R, Sì;
John B. Sheffer II, R, Sì;
Dean G. Skelos, R, Sì;
Martin M. Solomon, D, Sì;
Nicholas A. Spano, R, Sì;
William T. Stachowski, D, Sì;
Ronald B. Stafford, R, Sì;
Caesar Trunzo, R, Sì;
Michael J. Tully, R, Sì;
Guy J. Velella, R, Sì;
Dale M. Volker, R, Sì;
Jeremy S. Weinstein, D, Sì;