di Carduccio ParizziSOMMARIO: L'incriminazione dei responsabili della Cooperativa "Gente Consapevole" che ha iniziato una campagna di disobbedienza civile contro il proibizionismo della droga, coltivando in un campo di Seveso piantine di canapa indiana ed autodenunciandosi.
(Notizie Radicali n· 55 del 13 marzo 1989)
E son passati vent'anni. Quando venerdì 10 febbraio i responsabili della Cooperativa Gente Consapevole sono comparsi davanti al Sostituto procuratore di Monza per essere interrogati perché "in concorso tra di loro e previo concerto, hanno coltivato piantine di canapa indiana" le cose che venivano alla mente erano gli anni '70 con il divorzio, Woodstock, la rivolta operaia in Polonia, l'incontro tra Russi e Americani nello spazio... roba datata, comunque in ritardo. E la domanda era: ma perché, come mai abbiamo perso tanto tempo? E quanto ne dovremo ancora perdere per recuperare il moralismo prodotto da cattiva stampa e cattivi pensieri?
Negli anni '90 la droga, si potrebbe dire con una battuta, è sulla bocca di tutti... e la confusione è nel cervello di molti; c'è bisogno di tentare di rimettere le cose a posto. La vicenda della Cooperativa Gente Consapevole nasce nella scorsa primavera; ancora non era partita la "campagna americana" dell'on. Craxi e, dopo anni di silenzi, pareva giunto il tempo per un serio confronto fra tesi proibizioniste e antiproibizioniste.
Affittiamo un campo a Seveso (MI), piantiamo semi di canapa indiana e quando le piantine raggiungono un'altezza di 20-30 Cm informiamo le autorità di polizia e la magistratura che, dopo aver sequestrato il campo e un centinaio di piantine, decide di incriminare i responsabili della Cooperativa.
E' bene ricordare che per la legge italiana anche coltivare una sola pianta di canapa è reato, punibile con la "reclusione da due a sei anni" (Art. 71, IV comma, l.685/75). Ci sarà un processo che, se ne saremo capaci, e se non ci lasceremo distrarre dai cattivi esempi e dai cattivi pensieri, dovrà diventare il processo a vent'anni di pressappochismo.
E intanto il direttore di Frigidaire, Vincenzo Sparagna, viene condannato a un anno di galera per aver ristampato, vent'anni dopo, un "Manuale per la coltivazione della marijuana"... e, come al solito, solo a condanna pronunciata arrivano i comunicati... le solidarietà...
In realtà c'è bisogno d'altro e di meglio; bisogna avere tante idee da poter permettersi il lusso che alcune di esse siano sbagliate piuttosto che ragionare sempre in modo impeccabile ma non avere nessuna idea.
C'è chi pensa che il rifiuto delle posizioni proibizioniste sia di per sé una virtù e, in termini di proposte, si brancola nel buio.
L'iniziativa di disubbidienza civile messa in atto da "Gente Consapevole", vuole esser non solo una proposta di dialogo rivolta alle istituzioni e alle forze politiche, ma anche un modo per uscire dalla contemplazione-classificazione della realtà che anche il fronte antiproibizionista sembra aver assunto se è vero come è vero che da qualche anno ormai non facciamo che riproporre teorie lucidissime a proposta zero. Bisogna andar oltre, operare una forzatura, rompere il mercato clandestino; in pratica chiediamo - e ancor più forte lo chiediamo oggi dopo l'accelerazione negativa imposta al dibattito e all'immaginario collettivo dalle proposte legislative del Governo - una strategia che vada sul concreto mettendo in gioco chi vuol giocare.
Ecco allora la Cooperativa, che non è nata soltanto per coltivare campi di canapa, ma vuole essere uno strumento in più per affrontare il proibizionismo con una strategia almeno continentale a partire proprio dalla divisione dei mercati, senza attendere le soluzioni finali ma incominciando a dare risposte, una per volta.