SOMMARIO: Il Ministro di Stato ungherese, Imre Pozsgay spiega perché le autorità ungheresi hanno autorizzato lo svolgimento del Congresso del Pr a Budapest (22-26 aprile 1989)
(Notizie Radicali n· 65 del 24 marzo 1989)
Il Primo segretario del Partito radicale Sergio Stanzani, il Tesoriere Polo Vigevano e Marco Pannella si sono incontrati il 21 marzo a Roma con il Ministro di stato ungherese Imre Pozsgay e con il viceministro degli esteri Ferenc Taszary, presenti in quei giorni a Roma per presenziare ai lavori del Congresso del Pci.
Nel corso dell'incontro si è trattato dell'organizzazione, del significato e delle prospettive del 35· Congresso del Partito radicale, che con coraggiosa e significativa decisione le autorità ungheresi hanno permesso si tenga a Budapest dal 22 al 26 aprile prossimi.
Commentando gli esiti dell'incontro il Primo segretario del Pr ha sottolineato come quella del Governo ungherese sia »una scelta che rappresenta la caduta della cortina di ferro. In dialogo e collaborazione con le autorità ungheresi stiamo preparando questo nostro appuntamento: l'incontro di oggi costituisce un ulteriore passo avanti in questa direzione.
Il Ministro Pozsgay è stato pure - il giorno successivo - brevemente intervistato da Giancarlo Loquenzi per Radio Radicale.
Signor Ministro, può dirci quali considerazioni hanno portato il Governo ungherese ad autorizzare la tenuta del congresso del Partito radicale a Budapest?
Diciamo piuttosto che il Governo non ha visto motivi per non autorizzare questo Congresso. L'Ungheria vuole affermarsi come un paese libero, aperto a tutte le forze sociali, ai partiti politici che vengano da noi senza l'intenzione di scontrarsi con le leggi del paese. Per quanto riguarda il Partito radicale mi sembra che questa scelta di tenere il proprio congresso a Budapest sia inserita in questo suo processo di progressiva internazionalizzazione, in questo suo voler superare i confini, non solo quelli nazionali ma anche, ed è importante, quelli dell'Europa occidentale.
Verrà a farci visita al Congresso?
Se vi sarò invitato e se in quei giorni sarò a Budapest, certamente.
Come giudica la proposta dei radicali di vedere inseriti nella Comunità, o meglio nell'Unione europea anche paesi come la Jugoslavia e l'Ungheria?
Perché questo accada, sia questi paesi che l'Europa dovranno cambiare molto.