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Pannella Marco - 24 marzo 1989
Per la federazione laica
Intervista a Marco Pannella di Augusto Minzolini, pubblicata su La Stampa il 22 marzo 1989

SOMMARIO: Marco Pannella illustra i motivi e le condizioni per la formazione della "federazione laica" e per la sua candidatura in una lista comune Pri-Pli alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europee.

(Notizie Radicali n· 65 del 24 marzo 1989)

Negli ultimi mesi Marco Pannella ha messo in movimento mezza politica italiana. Ora Giorgio La Malfa e Renato Altissimo aspettano solo un suo "sì" formale per decidere in quale circoscrizione si presenterà come candidato. Lui però vuole che l'alleanza laica sia una cosa seria.

Allora è fatta: lei è pronto a candidarsi nell'alleanza laica?

Io sono pronto da due mesi. Non so se lo siamo tutti. Il problema non è quello della mia candidatura. Un deputato europeo costa all'incirca 350.000 voti. Io voglio portarne molti di più alla federazione laica. Ripeto, alla federazione. Ma per questo è necessaria una proposta forte, alta, inedita, che a oggi si presenterebbe come l'unica novità. Suscettibile quindi di coinvolgere la scelta positiva o negativa, del 10% dell'elettorato. Altrimenti rischio di portarmi dietro 150-200 mila voti. Più che bastevoli per eleggermi, ma di fatto impossessandomi di altri 100 mila del Pri e del Pli. Non ci tengo e non è certo quello che mi auguro.

Perché Visentini e Malagodi hanno espresso dei dubbi sulla presenza dei radicali nelle liste Pri-Pli?

Non è così. Riserve contro la mia presenza sono state espresse, pur con lealtà, solo da Costa. Penso che essi possano avere riserve contro la federazione, cioè un fatto irreversibile che non consentirebbe il 20 giugno all'uno o all'altro dei due partiti di dire: e ora arrivederci e grazie, come nell'84. Questo è il vero problema. Possiamo garantire agli elettori la federazione come cosa certa e irreversibile? Se sì, ci sto. Altrimenti, no.

Bettino Craxi teme che sia un'alleanza contro di lui. E' vero?

Contro di lui? Con affetto posso dirgli, se davvero pensasse questo, di curarsi l'esaurimento nervoso. Lui sa bene che non è così. Contro le sue politiche degli ultimi 18 mesi? Non rispondo a nome di una federazione che deve ancora costituirsi, o di La Malfa e Altissimo, che ne sarebbero i suoi leaders. Ma per me sì. Io resto legato, infatti, alle prospettive e al disegno che abbiamo condiviso e sottoposto agli elettori nell'87, con Craxi e Martelli, e con il Psdi. Continuo ad attenderlo a quell'appuntamento.

Radicali nel Psdi, tra i laici e, forse, anche con i verdi. E nel Pci?

Troverei innaturale che non ci fossero impegni responsabili e senza riserve di miei amici e compagni, "anche radicali", in tutte le liste per le europee tranne che in quelle della Dc e del Msi e, ahinoi, questa volta nel Psi.

Già, il Psi. Ma per lei a cosa punta ora Craxi?

Craxi naviga alla giornata. Punta solamente a vincere gli impegni elettorali della prossima primavera. Obiettivi politici, strategie, tensioni ideali, non c'è più nulla in questo momento nella sua santabarbara. Allora diventa nervoso, deve pur constatare l'assoluto isolamento in cui ha cacciato il suo partito e con un uso indecente di strumenti di potere - Rai-Tv, Tg2, Mixer e il resto del teppismo televisivo - tentare di accattare qualche punto in percentuale in più da millantare la sera del 19 giugno come grande vittoria politica. Ma ne dubito.

Perché?

Potrebbero essere tentati di votarlo solo i sostenitori dell'ergastolo, quelli che vogliono la criminalizzazione di milioni di semplici consumatori, anche occasionali, di canapa indiana e quelli che vogliono un "uomo forte". Ma per l'ergastolo e la pena di morte Fini dà più garanzie. Per il proibizionismo vi sono clerico-autoritari e giacobini più coerenti di lui. E quanto all'uomo forte, lui ora dà più l'impressione di un uomo che si sente braccato e debole.

E lei ha messo definitivamente da parte l'idea di diventare ministro?

No, mai. Tutti sanno che le poltrone sono state, per me e non per Craxi, l'ossessione e l'ambizione di tutta la mia esistenza. E se Craxi non mi garantisce almeno un posto di sottosegretario nel suo probabile (se continua così) governo ombra non avrò pace. Probabilmente questa è una domanda che deriva da reiterate affermazioni televisive del mio amico Bettino: baggianate a parte, che i radicali possano assicurare il loro contributo al governo delle istituzioni è da vent'anni almeno una necessità del Paese e non una loro aspirazione.

 
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