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AA.VV. - 25 marzo 1989
Commenti sul Congresso del PR a Budapest

SOMMARIO: Brevi dichiarazioni registrate da Radio radicale di Sergio Romano, Renato Zangheri, Massimo D'Alema, Luciano Violante, Francesco De Gregori, Franco Bassanini, Gianni Baget Bozzo, Chicco Testa, Emanuele Macaluso sul Congresso radicale di Budapest (22-26 aprile 1989)

(Notizie Radicali n· 66 del 25 marzo 1989)

SERGIO ROMANO (già ambasciatore italiano a Mosca)

Seguirò questo congresso con molta attenzione e con molta curiosità, sono molto curioso di vedere come reagirà l'opinione pubblica in Ungheria ad un congresso radicale, come ne seguirà gli sviluppi, come ne accoglierà le tematiche. Io parto dalla constatazione, diversa da quella dei radicali, che i partiti siano ancora per il momento delle creazioni nazionali. Nel senso che sono molto condizionati dai problemi di una particolare comunità, da una particolare nazione, e quando vanno a riunirsi altrove, quando parlano altrove dei loro problemi, rischiano anche, e non so se questo sarà il caso radicale, di apparire un po'' esotici, nel senso che in quella particolare situazione possono trattare di problemi che possono apparire molto remoti. Credo che l'avvenimento in Ungheria desterà una grande curiosità, ma non sono in grado di dire se scatteranno i meccanismi della comunicazione politica.

Resta il fatto che l'Ungheria è il paese che ha la finestra più aperta verso l'Europa e i suoi problemi.

RENATO ZANGHERI (capogruppo Pci Camera)

E' un'occasione incoraggiante e attraente. Gli ungheresi hanno intrapreso una strada vera e profonda di mutamento del loro sistema politico ed economico. C'è da augurarsi che succeda lo stesso in tutto l'Est Europa.

MASSIMO D'ALEMA (direttore L'Unità)

Quello che sino ad un anno fa era impensabile oggi è possibile. Ritengo che sia una fortuna.

LUCIANO VIOLANTE (vicepresidente gruppo Pci Camera)

Ho molto apprezzato il carattere transnazionale del Pr che risponde ad una esigenza del nostro tempo visto che molti problemi non sono più solo nazionali. Significativo che il Pr, molto capace di cogliere le novità, abbia scelto questa strada. Bisogna vedere se tutto ciò non sarà solo spettacolo, ma diverrà reale politica. Noi seguiamo oggi questa dinamica radicale con grande attenzione ed interesse.

EMANUELE MACALUSO (membro della direzione Pci)

Sono felice di questa scelta: c'è stata una polemica in passato sulla riformabilità di queste società. Con Gorbaciov e l'Ungheria stiamo avendo la dimostrazione che è possibile la pluralità di partiti, opinioni e stampa. Possono quindi essere riformate. Il fatto che si dia ospitalità è un sintomo di questo mutamento.

CHICCO TESTA (deputato Pci)

Se sarò libero verrò senz'altro al Congresso.

GIANNI BAGET BOZZO (europarlamentare Psi)

La scelta del Pr è molto interessante, vista soprattutto alla luce dei precedenti Consigli federali di Gerusalemme e della Jugoslavia (Slovenia). I radicali hanno idee piene di fantasia: l'impostazione transnazionale mi sembra particolarmente significativa.

FRANCO BASSANINI (deputato Sinistra indipendente)

Credo che sia una di quelle felici intuizioni del Pr, apparentemente anomale, in realtà simboliche. Sia quella di aver posto l'accento sulla transnazionalità della politica e di conseguenza delle forze politiche e sia l'intuizione di dare corpo a questa esigenza tenendo il Congresso in paesi che rappresentano, com'è il caso dell'Ungheria, momenti di contraddizione estremamente positivi. L'Ungheria è uno di quei paesi in cui il primo problema da affrontare è la democrazia: le sue forme, le sue istituzioni; è quindi significativo che il Governo ungherese abbia accettato di ospitare i radicali, ma ancor più significativo è che i radicali vadano in Ungheria, sia per segnalare questo eccezionale dinamismo ungherese, sia per consegnare un'immagine e un'esperienza di cosa è il congresso di un partito democratico.

FRANCESCO DE GREGORI (cantautore)

Io sono sempre stato convinto che il riformismo oggi in Italia sia rivoluzionario, il riformismo "forte" è sicuramente rivoluzionario. Sono per l'alternativa di sinistra ma bisogna stabilire "quale", "con chi" e "quando"; la politica è fatta di possibilità, di opportunità, non soltanto di numeri, non soltanto di "miti" da portare in Parlamento. Credo che l'Italia sia un paese ormai maturo perché la Dc possa accettare un ruolo di opposizione"; sulla scelta del Pr di tenere il prossimo congresso a Budapest, sulla scelta transnazionale: "La trovo ottima, i radicali sono sempre un po'' provocatori, ma poi in realtà stanno anche molto avanti rispetto a tante cose. E' una scelta che in un primo momento può suonare strana, però è giusta, io mi sento un cittadino senza frontiere che non crede ai passaporti. Una scelta di questo tipo è sicuramente bella.

 
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