Mauro MarabiniSOMMARIO: Un imprenditore bolognese, Mauro Marabini, si rivolge ai suoi colleghi perché si uniscano al Partito radicale per la costituzione degli Stati Uniti d'Europa, per la legalizzazione della droga, per la "lotta ad oltranza contro la partitocrazia che trasforma i cittadini in sudditi".
(Notizie Radicali n· 66 del 25 marzo 1989)
Ho ricevuto la lettera che i radicali hanno inviato agli imprenditori. Chiedo ospitalità a Notizie Radicali per rivolgermi congiuntamente a radicali e imprenditori, con la speranza che questi ultimi leggano NR.
Inutile dire che sottoscrivo l'appello e che sono impegnato a dare il mio contributo al funzionamento del partito. Sono di convinzioni liberal-democratiche da sempre, ma trovo i liberali istituzionali (Pli e Pri) un po'' ammuffiti e appiattiti. Parlano bene ma razzolano male, di fatto sono alleati di ferro di Dc e Psi e, pur trovando insofferenza e disagio in compagnia di uomini di questi partiti, continuano a stare al governo e altrove con loro, tenendosi abbarbicati alle briciole di potere elargito.
Vedo con estremo favore l'alleanza Pli, Pri e radicali; un'iniezione di radicalismo non può che far bene a Pli e Pri, darebbe loro una scossa salutare. Ai radicali fa bene un po'' di concretezza e l'occasione di fare i conti con l'economia e le imprese. In passato rimproveravo ai radicali di ignorare i problemi economici e considerare i beni e le ricchezze disponibili in un paese moderno come un dono della Divina Provvidenza, non frutto di lavoro, di intelligenza, di capitali e di imprenditoria. Trovo coraggiosa la loro esplicita richiesta di finanziamento rivolta alla piccola e media impresa e troverei altrettanto coraggiosi quegli imprenditori che apprezzassero pubblicamente il Pr.
Ancora più coraggiosi sarebbero quegli imprenditori che si impegnassero a sostenere elettoralmente l'alleanza laica (Pri, Pli + radicali) in occasione delle elezioni europee e altre. Molti imprenditori hanno agganci con Pli e Pri; è bene che li usino perché questa Santa Alleanza si faccia e che duri. E' necessario pure che la parte più sensibile della imprenditoria si impegni a promuovere certe scelte, e il Pr può aiutarli.
Ricordo qui i punti richiamati dalla lettera dei radicali agli imprenditori:
- costruzione degli Stati Uniti d'Europa, un vasto mercato con chiare regole uguali per tutti, uguali opportunità per tutte le imprese. Solo un forte governo europeo sovranazionale può limitare i poteri dei singoli governi nazionali, la grande burocrazia statale, i grandi gruppi finanziari e consentire spazio a tutti, e qui ci vuole impegno federalista nei fatti e non nelle parole.
- la lotta alla droga si vince solo legalizzandone la vendita, il mercato della droga distorce completamente l'economia, le cui regole vengono stravolte da un capitalismo delinquenziale e mafioso arricchito da tali traffici. La droga produce profitti in "nero" con i quali si possono elargire bustarelle senza fine. Prima di scandalizzarci, pensiamoci.
- lotta ad oltranza contro la partitocrazia: nuovo mostruoso soggetto politico che trasforma i cittadini in sudditi alla continua ricerca di mezzi per ingraziarsi il "principe" (il sistema dei partiti).
Quanti imprenditori sono costretti a mendicare commesse, crediti, finanziamenti, disbrigo di pratiche da personaggi incompetenti e corrotti, espressione della partitocrazia?
Quanti imprenditori sono costretti a dare bustarelle non solo per avere l'illecito (ciò non è giusto, ma al limite è comprensibile) ma anche per avere quello che spetta di diritto?
E infine quante sono le collusioni fra potere finanziario, politica dell'immagine, correnti di partito per operare scelte al di fuori del diritto, scavalcando le leggi senza alcuna trasparenza?
Mi chiedo se si deve andare avanti così, per sempre, senza speranza di cambiare, di avere un'Italia più pulita, meno inquinata. Non è detto che col Pr si possa cambiare, ma almeno ci si può provare!