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NR - 1 aprile 1989
Il costo della "non europa": 150 miliardi di dollari

SOMMARIO: Il "lusso di avere dodici bilanci nazionali dell'industria, dodici bilanci della difesa, dodici frontiere, dodici programmi di ricerca in concorrenza fra loro, dodici monete è stato calcolato: 150 miliardi di dollari ogni anno secondo le stime del Parlamento europeo, 210 miliardi di dollari secondo la Commissione delle Comunità europee. Ma l'Europa non potrà effettuare tali risparmi senza una profonda riforma delle sue istituzioni.

"Numero unico" per il 35· Congresso del Partito Radicale - Budapest 22-26 aprile 1989 - Edizioni in Inglese, Ungherese e Serbocroato)

Il costo dell'Europa delle dodici nazioni, dei dodici bilanci e delle dodici politiche è ormai insostenibile. In un documento del Parlamento europeo redatto da Sir Fred Catherwood (1) si sostiene che il il costo della ``non-Europa'' può essere quantificato in 120 miliardi di Ecu (2) all'anno se si valuta l'onere derivante dalla mancata apertura dei mercati pubblici, dalla mancata eliminazione dei controlli doganali ai confini intracomunitari, dalla mancata armonizzazione delle norme e degli standard, dagli effetti di scala sui costi dovuti alle dimensioni ridotte dei mercati nazionali, dalla duplicazione delle misure di controllo e sorveglianza, dalla duplicazione dei programmi di ricerca e di investimento e dalla necessità di coprire i rischi di cambio nel caso di transazioni tra gli Stati della Comunità.

In uno studio della Commissione sugli svantaggi della mancata integrazione si giunge invece ad ipotizzare un costo di 200 miliardi di Ecu, pari a circa 300 mila miliardi di lire. Lo stesso studio giunge a quantificare anche il numero di nuovi posti di lavoro che potrebbero essere creati se il grande mercato europeo fosse realizzato: 1,8 milioni. Se poi l'integrazione fosse accompagnata da misure di incentivazione (rilancio degli investimenti, formazione, ecc.) gli occupati aumenterebbero di 5 milioni.

Basti pensare alle commesse pubbliche che rappresentano il 15% del PNL comunitario e che, in ragione della loro riserva quasi esclusiva alle aziende nazionali, costano ai diversi governi un sovrapprezzo di almeno il 10%, e cioè almeno 50miliardi di Ecu all'anno.

O ancora, all'eliminazione delle barriere agli scambi di merci all'interno della Comunità che porterebbe ad un aumento di almeno 50 miliardi di Ecu nella produzione industriale comunitaria.

Ma il costo della mancata integrazione politica europea è ben più rilevante se si considera per esempio l'impossibilità di concepire una politica di sicurezza fondata su dodici bilanci della difesa, dodici stati maggiori, dodici apparati militari-industriali, dodici politiche estere, oppure se si prende in esame l'impossibilità, per i singoli paesi europei, di dare soluzione al problema della disoccupazione a partire da dodici bilanci per la ricerca e per l'industria che si sovrappongono e si duplicano, impedendo all'Europa di essere concorrenziale sul mercato internazionale con gli Stati Uniti e il Giappone nei settori avanzati, dove è possibile creare nuova domanda occupazionale. E questo gap tecnologico dell'Europa si è sempre più allargato nonostante i paesi della Comunità spendano per la ricerca quasi il doppio rispetto al Giappone.

Ancora, se si esamina l'impossibilità di concepire politiche ecologiche ed energetiche capaci di far fronte ai piccoli e grandi disastri ambientali dell'oggi e del domani e alla sfida energetica. Nella stessa misura in cui nessun singolo paese può garantire da solo la sicurezza e la pace, le risorse, le politiche e le istituzioni nazionali sono insufficienti e impotenti a fronteggiare per esempio una efficace difesa del territorio europeo dai disastri e dalle minacce chimiche, nucleari, sismiche e idrogeologiche.

Ma ritornando ai soli vantaggi finanziari, la stessa relazione di Sir Fred Catherwood avverte che ``tali risparmi non potranno essere effettuati senza un importante miglioramento delle procedure decisionali della Comunità e dell'equilibrio delle istituzioni''.

Si ripropone, quindi, nella sua centralità la questione delle riforme istituzionali, quale premessa e pregiudiziale per ogni sviluppo futuro della Comunità europea.

(1) Gruppo dei Democratici europei (Conservatori britannici)

(2) L'Ecu, l'unità di conto europea, vale circa 1.500 lire.

 
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