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Archivio Partito radicale
NR - 1 aprile 1989
Scheda cronologica su: IL PARTITO DEI REFERENDUM
("Numero unico" per il 35· Congresso del Partito Radicale - Budapest 22-26 aprile 1989 - Edizioni in Inglese, Ungherese, Serbo Croato)

Novembre 1972

IL CONGRESSO DEL PR DECIDE LA STRATEGIA REFERENDARIA

»Per ogni fondamentale diritto disatteso, per ogni ritardo nell'attuazione del patto costituzionale, per ogni legge reazionaria imposta contro la democrazia, contro i diritti dell'uomo, i diritti dei lavoratori e dei cittadini, il ricorso alla volontà popolare ed alla forza liberatrice delle masse democratiche - che può esprimersi attraverso i referendum - è la sola misura che possa essere vincente, unificante, alternativa .

Maggio 1974

VINTO IL REFERENDUM SUL DIVORZIO

Il 60 per cento degli italiani si pronuncia a favore del divorzio.

1974-1975

PRIMO TENTATIVO DI INDIRE »8 REFERENDUM CONTRO IL REGIME

Il primo tentativo del Partito radicale di raccogliere le 500 mila firme, autenticate da un ufficiale giudiziario, necessarie secondo la legge italiana per indire il referendum abrogativo, fallisce. I referendum proposti riguardano l'abolizione del Concordato fra Italia e Santa Sede, dei tribunali militare, delle leggi di monopolio sulla radio e televisione, dei reati d'opinione, dell'ordine dei giornalisti e della legge sul finanziamento pubblico dei partiti.

Luglio 1975

REFERENDUM PER DEPENALIZZARE L'ABORTO

Oltre 800 mila firme vengono raccolte dal PR, in tre mesi, per l'indizione di un referendum che abroghi le norme che puniscono il reato d'aborto. Rinviato fino al 1978 quando il Parlamento italiano approva una legge per la regolamentazione dell'aborto e abroga, per legge, le norme sottoposte al referendum.

Luglio 1977

»8 REFERENDUM CONTRO IL REGIME

5 milioni 600 mila firme (circa 700 mila per ogni referendum) vengono raccolte dal PR per l'indizione di 8 referendum sui seguenti temi: l'abrogazione del Concordato fra Italia e Santa Sede che attribuisce enormi privilegi alla Chiesa cattolica, delle norme che istituiscono i tribunali militari, delle norme del Codice penale che puniscono i reati d'opinione, della legge che consente la segregazione nei manicomi, della legge che attribuisce alla polizia poteri speciali in materia di arresto, perquisizioni e intercettazioni, della legge che attribuisce ai partiti un consistente finanziamento pubblico, delle norme che istituiscono un particolare ``tribunale'' - la Commissione Inquirente - composto da parlamentari per il giudizio preventivo sui reati commessi da ministri sancendo così in pratica l'impunità per gli uomini di governo (un solo ministro dell'Italia repubblicana è stato condannato).

Giugno 1978

SOLO DUE REFERENDUM AL VOTO

Degli otto referendum proposti, i primi 4 vengono dichiarati inammissibili dalla Corte costituzionale. Quelli sulla legge manicomiale e sull'Inquirente non si possono svolgere perché il Parlamento vara nuove leggi che abrogano le precedenti. Si vota solo su due referendum: grazie alla campagna terroristica che viene condotta dalla totalità dei partiti contro i referendum, la grande maggioranza degli italiani (76,5%) si dichiara favorevole alle norme speciali di polizia; di stretta misura invece (56,4%) vincono i No all'abrogazione della legge per il finanziamento dei partiti.

Luglio 1980

6 MILIONI DI FIRME PER 10 REFERENDUM

Raccolte le firme necessarie per indire referendum contro le centrali nucleari, per l'abolizione della caccia, del porto d'armi per i civili, dell'ergastolo, dei reati d'opinione e delle nuove leggi di polizia, per la smilitarizzazione della Guardia di finanza, per la completa depenalizzazione dell'aborto, per l'abolizione dei tribunali militari e per la depenalizzazione dell'uso di hascisc.

Maggio 1981

ANCORA UNA VOLTA SOLO 4 REFERENDUM AL VOTO

La Corte costituzionale con una sentenza scandalosa dichiara inammissibili ben cinque referendum, quelli più popolari (reati d'opinione, centrali nucleari, caccia, hascisc, Guardia di finanza) e uno (tribunali militari) è superato da una legge del Parlamento. I No prevalgono di larga misura (88,4% contro la completa depenalizzazione dell'aborto; 85% contro l'abrogazione delle norme speciali di polizia; 85,2% contro l'abolizione del porto d'armi; 77,4% contro l'abrogazione dell'ergastolo).

Estate 1986

REFERENDUM CONTRO LA CACCIA, LE CENTRALI NUCLEARI E PER LA GIUSTIZIA

Oltre un milione di firme vengono raccolte da radicali, socialisti e verdi sulle richieste di indizione di tre referendum contro le centrali nucleari, 900 mila (radicali e verdi) contro la caccia e 680 mila (radicali, socialisti e liberali) per introdurre la responsabilità penale dei giudici in caso di colpa grave e per l'abolizione della Commissione parlamentare che ``filtra'' i procedimenti per i reati ministeriali.

Novembre 1987

VINCONO I SI

Per la seconda volta la Corte costituzionale impedisce, su pressione delle associazioni dei cacciatori e degli industriali armieri, il referendum sulla caccia. La maggioranza degli italiani (in media l'80%) vota contro le centrali nucleari, per introdurre la responsabilità dei giudici e per l'abolizione dell'impunità per i ministri.

 
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