di Marco PannellaSOMMARIO: "SE E' VERO CHE LA MALFA ED ALTISSIMO PENSANO AD APRIRE ESSI SUBITO LA CRISI (E NON LO SO), SAREBBE UN ATTO DI IGIENE E DI SALUTE DEMOCRATICA ED ISTITUZIONALE. IL PSI STA PASSANDO DALLA POLITICA DEL "DOPPIO BINARIO" A QUELLA DEL DERAGLIAMENTO. GLI INTERESSI DEL PAESE NON POSSONO PIU' ESSERE SUBORDINATI AI TEMPI ED AL MALTEMPO DELLE SCADENZE DI PARTITO". DOMANI SU 'IL GIORNALE D'ITALIA'.
(NOTIZIE RADICALI, 12 aprile 1989)
Roma,12 aprile-N.R.-'Il Giornale d'Italia' pubblicherà domani il seguente articolo di Marco Pannella.
"Enzo Biagi espone da par suo, stamane, le ragioni per le quali il Presidente del Consiglio in carica, ed in disfunzione, non governa nemmeno più se stesso, e il suo proprio turismo politico e familiare.
Ma ad esser equi occorre constatare anche che il governo craxiano dell'opposizione a De Mita ed alla governabilità, non è da meno. Bettino Craxi, per sfasciare, si sta rivelando senza possibili concorrenze; la politica del "doppio binario", che si rimproverava in altri tempi al PCI, diventa oggi, con il PSI, una "politica di deragliamento" senza precedenti.
Nel Consiglio dei Ministri, il PSI rappresenta sempre tutto ed il contrario di tutto; e chiunque prevalga, De Michelis o Amato, il PSI sarà poi contro quel che De Mita avrà accettato di fare.
Così, da un giorno all'altro, si va alla crisi. Il Governo è impopolare, ogni ora di più. La fibrillazione impostagli dalle virtù contrapposte e convergenti delle politiche dei due ex-diarchi può essere interrotta dalla fine da un momento all'altro.
Non c'è che da prendere l'iniziativa di una mozione di sfiducia parlamentare, subito. E c'è da augurarsi che, come si intende dire, La Malfa ed Altissimo stiano a prendere essi l'iniziativa di una crisi-denuncia, immediatamente, così come la decenza democratica, la coerenza, ed il rispetto delle istituzioni esigono; decidendo che è infine giunta l'ora di finirla con ammonimenti, richiami di responsabilità, difese degli interessi generali puntualmente ignorati, se non ridicolizzati dai fatti.
Ormai, siamo ad una corsa contro il tempo; si tratta di sapere se fino all'ultimo si lascerà libero corso al piano degli sfasciacarrozze, che accusano gli altri degli incidenti che essi stessi provocano: che si tratti di droga, di disavanzi, di istituzioni.
Occorre che comprendano, una volta per tutte, che anche se l'autobus va a sbattere, non sarà portato - comunque - nella loro officina, per le riparazioni".