SOMMARIO: [Si è aperta la crisi del governo De Mita, voluta dallo stesso De Mita d'accordo con Craxi. E' una crisi extraparlamentare, dall'andamento pericolosamente extraistituzionale]. Pannella plaude alla scelta del Presidente del Senato Spadolini per l'incarico di "esploratore, "Ma il distacco da qualsiasi norma scritta e l'aggravamento di alcuni precedenti, operata dal Presidente della Repubblica, è grave". Il Parlamento è del tutto esautorato, il Presidente della Repubblica tende a porsi come "mediatore interno" nelle crisi e nelle risse partitocratiche. In queste condizioni, occorrerà promuovere "una aggregazione di parlamentari" per la difesa intransigente della Costituzione: "è questa la prima riforma da imporre...contro la materialità degli abusi partitocratici..."
(NOTIZIE RADICALI agenzia, 27 maggio 1989)
Roma, 27 maggio - N.R. - Marco Pannella ha dichiarato: "L'incarico di 'esploratore' al Presidente del Senato, al leader repubblicano, al laico e galantuomo Giovanni Spadolini è certo tale da suscitare plauso e serenità.
Questo per la persona prescelta. Ma il distacco da qualsiasi norma scritta e l'aggravamento di alcuni precedenti, operata dal Presidente della Repubblica è scelta grave. All'extraparlamentarità della crisi, davvero senza precedenti per come si è concretata, il Presidente della Repubblica ha deciso di aggiungere la assoluta extra-costituzionalità del suo comportamento e della sua scelta.
Così, ancor più che nel 1987, il Presidente della Repubblica sceglie di aggravare l'esclusione del Parlamento dalle prerogative che gli sono proprie, di turbare ulteriormente l'equilibrio delle funzioni costituzionali dei poteri dello Stato, di radicare figure e funzioni istituzionali inesistenti e non previste dalla Costituzione, di erigere opinabili valori di opportunità a valore tutelato da chi deve invece garantire il rispetto di quelli espressamente fatti propri dalla suprema legge.
Anzichè garantire il diritto-dovere di ciascuno di assumersi le proprie responsabilità istituzionali, come e ancor più esplicitamente che nel 1987, ci si è posti quali mediatori interni nelle crisi e nelle risse partitocratiche della maggioranza e dei suoi settori più irresponsabili, che manifestamente operano in difesa degli interessi di fazione contro quelli della nazione.
Si è preferito garantire il cosidetto 'raffreddamento' della polemica politica, quasi che la durezza della legge e degli scontri democratici di fronte a comportamenti politici di sistematico sabotaggio istituzionale (" O governiamo noi, o il caos") non esigesse 'il calore' democratico della denuncia e della lotta intransigente.
In questa situazione occorrerà sin d'ora promuovere una aggregazione di parlamentari della Repubblica che abbia come tassativa ragione sociale la difesa della Costituzione per quanto concerne la durata delle legislature, il rifiuto netto, totale, etico-politico di qualsiasi scioglimento anticipato delle Camere. E' questa la prima riforma da imporre, contro la materialità degli abusi partitocratici fatta troppo a lungo, da oltre ventanni, propria anche dai Presidenti della Repubblica."