di BERND-GEORG THAMMSOMMARIO: La sintesi dell'intervento di Georg Thamm alla conferenza stampa del CORA sul tema "Il punizionismo sulla droga di Craxi e Andreotti. Una risposta dall'Europa" che si è svolta a Roma il 4 agosto 1989. Sono intervenuti il segretario del CORA Luigi del Gatto, il deputato europeo eletto in Italia nella lista antiproibizionista Marco Taradash, l'istruttore di polizia della Germania federale George Thamm e il deputato italiano eletto nella lista del Partito Radicale Mauro Mellini.
(Notizie Radicali n.175 del 14 agosto 1989)
Nel XX secolo il proibizionismo sulla droga ha portato in più di 60 anni ad un'incontrollabile "guerra contro le droghe" e ad una crescita vertiginosa a livello mondiale del problema "droga" su due fronti:
- Fronte dell'offerta.
Con il proibizionismo il traffico clandestino di droga è diventato una delle maggiori fonti di guadagno della criminalità organizzata. L'illegalità delle droghe garantisce così il continuo aumento di profitto del mercato. E' in questo modo che, attraverso i decenni, le organizzazioni criminali sono state in grado di trasformarsi in centri di potere economico, la cui forza attuale (il profitto mondiale annuo derivato dal traffico di droga è pari a 300-500 miliardi di US$) ed il cui potenziale di violenza minacciano molti paesi del mondo, inclusi gli stati democratici dell'Europa.
- Fronte della domanda.
Il proibizionismo ha provocato per decenni la criminalizzazione di milioni di consumatori di droga. In particolar modo gli individui dipendenti da eroina, cocaina e crak sono stati spinti a quella criminalità in espansione legata alla necessità di procurarsi le sostanze. Criminalità che da sola impegna le società dei singoli paesi, come ad esempio la Germania, l'Italia e la spagna in Europa, con costi annuali di miliardi di dollari.
Mantenere il proibizionismo ed insistere con misure repressive nella lotta contro la droga non serve di certo a mutare questa situazione catastrofica - al contrario, i tossicodipendenti subirebbero una criminalizzazione ancora maggiore e verrebbero spinti in maniera ancora più decisa ai margini della società.
Tale sviluppo della situazione risulta estremamente pericoloso per il mercato interno dei dodici stati membri della CEE previsto per il 1992/1993. Non è da escludere che le diverse organizzazioni criminali decidano di riunirsi per costituire una sorta di "European Narcotic Network."
Ne deriverebbe un inquinamento della democrazia che può essere affrontato in maniera efficace soltanto con una cesura a livello di politica economica e di ordine pubblico nazionali - e cioè attraverso la legalizzazione delle droghe sotto il monopolio dello Stato.
Soltanto una sistematica e coerente politica antiproibizionista sulle droghe può portare alla realizzazione di tale obiettivo, tutt'oggi ancora molto impopolare.
Sullo sfondo dell'attuale situazione mondiale del problema "droga" l'antiproibizionismo deve essere inteso come garante di democrazia - ed esso non è mai stato tanto necessario come in questo momento.