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Arnao Giancarlo - 1 settembre 1989
CRACK
A cura di Giancarlo Arnao

SOMMARIO: Scheda sulla diffusione e le conseguenze del "Crack" in alcuni Paesi.

Primo accenno sui media: Los Angeles Time, 25 novembre 1984 l'apice delle campagna di stampa è raggiunto nel 1986. "Time" definisce il crack "the issue of the year" (22/09/86)

(Reinarman: "the Crack Attack" 1988 n.811)

Importante ammissione sulla mortalità. Dal CEWG June 1989 (pubblicazione del NIDA) sull'area di washington:

"Molto di questa violenza legata alla droga è stata collegata a gangs giovanili che [..] considerano la droga come una rapida strada per uscire dalla povertà" (p.II-269)

DOSI E COSTI

1986: 300 mg da 5 a 10$ (NIDA capsules, may 1986) (NdR: non è chiaro come possa costare cosi' poco, cioè 30$ al gm, meno della cocaina, a meno che non acquisti in peso con la reazione)

1988 - Prezzi indicati dal Community Epidemiology Work Group June 1988 oscillano fra 10 e 25$ per dose; unico riferimento quantitativo: 15 - 25$ "per vial" (capsula) di 100mg, cioè 150- 250$ al grammo nell'area di Minneapolis, con un prezzo medio della cocaina di 100$ al grammo nella stessa area (CEWG Jun 1988, p.I-32). La stessa fonde segnala quasi ovunque la produzione diretta dei consumatori; nella zona di Miami segnala anche l'adulterazione con droghe sintetiche (CEWG Jun. 1988, p. I-32) (biblioteca n.633).

1989: prezzo di 15-25 $ per dose di 100 mg in Minnesota (NIDA CEWG June 1989, p. II-117); in Georgia $10 per una dose, $50 per mezzo grammo (cit.p. II-3); in Washington DC $5-55 per dose, $75- 100 per un grammo (purezza 80-98%); nella stessa zona la cocaina sarebbe venduta a $100 al grammo (purezza 15-40%) (cit. p.II- 271), il che dimostra mi sembra la inattendibilità del NIDA!

Dai dati del 1988 si può dedurre che: a) il prezzo a parità di peso è superiore a quello della cocaina, b) il prezzo può essere influenzato anche da adulterazioni. Impossibile una valutazione logica dei prezzi del 1989 a Washington.

L'ipotesi di una composizione del tutto sintetica (comprendente atropina e prodotti petrolchimici) era stata riportata da D. Harrison su High Times Oct. 1985 (p.23).

Il rapporto del prezzo del crack con quello della cocaina è confermato dal funzionario DEA R. Stuntman, che parla di un prezzo tre o quattro volte maggiore (cfr. Druglink Sept-Oct 1989,p. 6). La stessa fonte ribadisce che il crack può essere fatto da chiunque (p.7).

RICERCA IN GB

Un quadro molto diverso da quello descritto in USA. Ricerca su 22 prostitute e su 4 consumatori. Risultati (preliminari):

- metà dei soggetti fa uso occasionale da un periodo medio di 18 mesi;

- soltanto un soggetto ammette di essere dipendente;

- nessun comportamento violento;

- metà dei soggetti ammette problemi: disturbi della nutrizione e del sonno, conflitti familiari e depressioni;

- pochi hanno riportato comportamenti violenti o crisi di astinenza

- circa la metà ha riportato diminuito uso di altre droghe, in particolare eroina.

Secondo Newcombe (autore della ricerca) "il crack può determinare dipendenza e altri problemi, ma non più di eroina, amfetamina o alcol"

(IJDP, no. 2 1989)

CRACK E AIDS

Possibile fonte di contagio: sesso orale di prostitute che abusano di crack (labbra screpolate) vedi IJDP no. 2 1989,p.15

CRACK IN USA E IN EUROPA

Articolo di Power - Wells su IJDP no.2 1989. Qualche dato in contraddizione con la ricerca di Newcombe.

La DIPENDENZA è "difficile da stabilire ed è stata molto mitizzata". La sindrome di astinenza non è grave, ma determina ansia e disforia, da cui possono derivare comportamenti violenti 9p.14). Ma precisa che i fenomeni di violenza più gravi sono legati a problemi di mercato; inoltre, negli USA essi sono dovuti al collegamento con una "cultura dell'arma da fuoco", e sono quindi poco probabili in GB e in Europa (p.15). Farmacologicamente, l'astinenza determinerebbe una modifica dei neurotrasmettitori di tre settimane. In astinenza i soggetti tendono all'uso di sostanze depressive (alcol, oppiacei, barbiturici, tranquillanti).

L'A cita una ricerca di Washton et al secondo cui, in un gruppo di 458 consumatori contattati da una "hotline", il 54% dei consumatori di crack si considerava dipendente contro il 32% per i consumatori di cocaina. Secondo la stessa ricerca, il tipico comportamento dei consumatori di crack è di fumarne in continuazione finche' la droga e i soldi sono esauriti; la spesa per sostenere l'uso compulsivo è elevata e spesso criminogena: il 50% del gruppo spendeva da 100 a 500 dollari alla settimana, il 25% più di 500. Trattandosi di una campionatura selezionata di consumatori problematici questi dati non ci sembrano particolarmente indicativi.

L'uso di pasta di coca fumata (freebasing) non è nuovo in GB. Il PREZZO attuale del crack è di 30 sterline per un "rock" (contenente 1/2 grammo di cocaina, spesso fittizio); porzioni più ridotte sono vendute su strada per 5-8 sterline. Alcuni consumatori producono direttamente il crack dalla cocaina (p.14).

AUSTRALIA

Riportato uso in A. da ricercatori alla conferenza della DPF a Washington nov. 1989. Non esisterebbero effetti particolari sul comportamento. "In Australia non abbiamo il Bronx"

TAGLIO DEL CRACK CON AMFETAMINE vedi NIDA 1989 p.II-153

THE COCAINE KIDS: genesi sociale del mercato del crack fra i giovanissimi in USA vedi NPQ Summer 1989 pp.16-25

"La violenza legata alla droga nelle città americane ...è legata inestricabilmente dal crescente isolamento delle classi inferiori (o "neo-immobili")...Senza alcuna prospettiva di mobilità ascendente nell'economia legale, i giovani neri emarginati e non-istruiti hanno cercato l'accesso a una economia vicaria in cui c'è mobilità - l'economia clandestina e illegale della droga"

Alcuni dati. La "classe inferiore" (underclass) non coincide con la classe povera (circa 8 milioni nel 1985), ma una categoria sociale in cui povertà e sottosviluppo sono particolarmente concentrati e vi è un "effetto di contagio" di comportamenti in conflitto con i valori dominanti. Questa classe (concentrata nei centri urbani del Midwest e del Northeast) è aumentata del 230% fra gli anni 70 e gli anni 80, e ammonta attualmente a circa 2,5 milioni di persone.

UNA DICHIARAZIONE DI ONNIPOTENZA

Dichiarazioni del Commissario alla Sanità di Washington dr. R. Tuckson in una conferenza sulla minaccia del crack in Europa ai poliziotti inglesi nel settembre 1989:

"Le diversità culturali non sono certo abbastanza grandi da farmi pensare che che voi abbiate una intrinseca immunità agli effetti che questa droga avrà o potrà avere sulla vostra società. Io so che non vi è nulla di particolare [...] nel vostro paese che possa impedire ai neurotrasmettitori e ai centri del piacere dei cervelli dei vostri cittadini di essere travolti e conquistati dalla immediata e potente euforia che questa droga offre. Tutto quello che dovete fare è di prenderla una volta e io vi garantisco che tutti, praticamente tutti gli esseri umani vorranno prenderla ancora" (cit. da Anti-Prohibitionist Review, Jan. 1990, p.9)

STUDIO DELL'I.S.D.D.

Alcuni dati essenziali.

Durata degli effetti: inizio in 10 secondi, picco in 1-5 minuti, fine dopo 12 minuti (dato confermato da altre fonti).

Effetti tossici equivalgono a quelli della cocaina, ma sono più forti.

Con uso pesante e/o continuo, allucinazioni, paranoia, tendenze suicide, comportamenti violenti. Gli effetti si alleviano o fumando ancora crack (il che non è chiaro NdR) o prendendo droghe depressive: eroina, tranquillanti, antidepressivi triciclici.

Rari i casi di morte per arresto cardiaco o respiratorio.

DIPENDENZA - Secondo fonti USA (vedasi il citato Stuntman, Druglink Sept. 1989, p.6) il 75% di chi lo usa tre volte diventa dipendente.

In realtà questa dipendenza si crea in alcuni casi, per ore o anche giorni, ma si esaurisce quando la droga o i soldi o le energie del consumatore sono esaurite.

Uno studio a Miami su 308 adolescenti ha constatato che, sul 90% che aveva provato il crack, solo il 29% lo usava tutti i giorni e e comunque soltanto due dosi per volta.

Rispetto alla validità dell'ipotesi della "dipendenza istantanea", un'altra ricerca in USA ha rilevato che in un gruppo di adolescenti classificati come "forti consumatori di crack"

(più di 50 volte nella vita), erano passati tre mesi prima che iniziassero ad usare il crack con frequenza settimanale.

Anche questa ricerca conferma la scarsa economicità del crack rispetto agli effetti, dovuta anche all'alta percentuale di sostanza (fino all'83%) che viene bruciata anziché vaporizzata.

La ricerca rifiuta l'ipotesi che il crack sia destinato fatalmente ad invadere l'Europa perché il mercato USA è saturo.

In primo luogo perché il mercato USA non può considerarsi saturo, dato che l'incidenza del fenomeno crack è molto diversa nelle singole zone.

In secondo luogo perché l'idea che le mode di droga in USA si trasferiscano automaticamente in Europa è smentita dai fatti. Tra l'altro, si cita il caso del Canada, dove l'uso del crack è stato finora minimo.

In terzo luogo, il processo di conversione della cocaina in crack può essere eseguito sia dai consumatori sia dagli spacciatori. E' quindi improbabile che il crack venga importato.

(H.Shapiro: "Crack - A briefing from the ISDD" su Druglink sept.oct. 1989,p.8)

 
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