Colloquio con Marco Pannelladi C. M.
SOMMARIO: Colloquio-intervista con Marco Pannella in vista delle elezioni amministrative romane. Pannella spiega le ragioni della sua proposta per una "lista Nathan", ricordando come siano le stesse ragioni che guidarono i radicali nella campagna amministrativa, sempre romana, del 1956, sotto lo slogan "Capitale corrotta-Nazione infetta". Si augura che anche liberali e repubblicani aderiscano e avverte che la denuncia della corruzione romana non fu solo del massone Nathan, ma anche del protestante A. Gide e del cattolico G. Bernanos.
(L'ESPRESSO, 3 settembre 1989)
"Pannella, come è nata l'idea di una lista Nathan?"
»La prima sortita politica ed elettorale del partito radicale avvenne, nel 1956, sull'onda della campagna ``Capitale corrotta-nazione infetta'' dell'``Espresso'' e del ``Mondo'', con Antonio Cederna. Il consigliere comunale uscente liberale (e cattolico, cattolicissimo) Leone Cattani, fu il nostro capolista, seguito da Carandini, Piccardi, Scalfari, io stesso, oltre naturalmente Pannunzio e Benedetti. Metà dei comizi, che feci a decine, erano centrati sulla convinzione che Ernesto Nathan fosse l'emblema più moderno ed europeo, per la sua capacità ed onestà, per la tensione etico-politica, per il suo modo di governare, per il blocco sociale di libertà e di giustizia che aveva costruito. Ero di questo convinto. Lo sono ancora .
"Il mondo da allora è un po' cambiato..."
»Ma l'approdo della cultura, del sapere collettivo, dai comunisti a tanta parte del mondo democristiano, è ora quello anticipato da Nathan. Ne traggo logicamente le conseguenze, sperando che anche ``gli indipendenti'', i ``lontani dalla politica'', vogliano darci una mano, scendere in campo nei giorni e settimane che ci restano, per convincere gli apparati dei partiti che viaggiano sempre con il treno merci: merci, non di rado, che diventano avariate durante il cammino .
"Il partito liberale, come quello repubblicano, sembra intendano presentarsi ciascuno con una propria lista; in quanto al Psi e al Pci, tra loro è guerra dichiarata a proposito della candidatura Carraro: come pensa di riuscire a mettere d'accordo partners così riottosi?"
»Proponendo un progetto che non è affatto in contraddizione con le radici civili, culturali, politiche di ognuno di loro. Perché si departitizzino e comprendano che a volte si riesce a fare in una settimana quel che altrimenti non si farà in anni .
"Che iniziative vi proponete, come Pr, per coagulare al più presto, di qui a ottobre, un movimento d'opinione in appoggio alla vostra idea?"
»Come Pr, assolutamente niente. Esponenti radicali in libertà hanno idee diverse anche in proposito, almeno per ora. Quanto a me, nei prossimi giorni, con Bruno Zevi e Massimo Teodori, inizierò a convocare riunioni pubbliche e private, a ritmo acceleratissimo. Penso di fare già il sei settembre una manifestazione popolare a piazza Navona .
"Ernesto Nathan, sindaco di una coalizione radical-massonica-popolare s'impegnò anche in una veemente polemica antivaticana. Lei apre la sua lista anche ai ``credenti''. Non le sembra una contraddizione?"
»Niente affatto. Solamente chi ha la grazia di essere credente può essere fino in fondo, per religiosità, anticlericale. Nathan, capo di una massoneria grande, con lui, ed effettivamente laica, europea, lo ripeteva continuamente. Era uno scontro per la libertà anche religiosa e di opinioni, contro un potere pontificio gestito dal peggiore ``generone'', da trafficanti, da corrotti e corruttori di ogni specie. Era la Roma che ha illustrato non solo il protestante Gide, ma il cattolico Bernanos. Nathan ha reso politica la cultura stessa di Simone Veil e di tutto il movimento fabiano: che era socialista e cristiano. Per questo ho, non tanto provocatoriamente, detto che persone come Oscar Mammì o Mino Martinazzoli potrebbero capitanare una lista indipendente di tal genere... .