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Pannella Marco - 15 settembre 1989
UN »DE PROFUNDIS CHE NON CONVINCE
Le polemiche sull'area laica

di Marco Pannella

SOMMARIO: Avverte il pericolo costituito dal fatto che il PSI sta "invertendo la rotta politica": da una rotta di scontro con la DC a una rotta di scontro con i "partiti alleati ed amici", i laici. La scelta è fatta per "assicurare una crescita del PSI attraverso l'annientamento...di ogni forza laica" e può darsi che a breve scadenza essa paghi. Ma il PSI che oggi gode non si rende conto "dei gravissimi rischi di isolamento al quale si sta esponendo". Se il PCI si aprirà sinceramente ad un nuovo, "rispettoso", rapporto con i partiti laici minori, il PSI sarà ricondotto alla ragione, alla politica "che è stata la sua tra il 1985 e il 1987". Non si tratta di divenire " nemici" di Craxi, ma di "combattere il trasformismo e il trionfalismo che oggi occupano il PSI"; si tratta di combattere il "patto d'acciaio" stretto da De Mita e Craxi attraverso "il duopolio del potere e del sottopotere".

(IL GIORNALE D'ITALIA, 15 settembre 1989)

Dal luglio scorso, ripetutamente, abbiamo avvertito che da parte del Psi si stava invertendo la rotta politica, da una rotta di scontro con la Dc, in termini strategici ma anche politici, attuali, ad una rotta di scontro con i partiti alleati ed amici, i partiti laici di ogni settore parlamentare.

Si trattava, evidentemente, di assicurare una crescita del Psi attraverso l'annientamento e la marginalizzazione di ogni forza laica, per dominare nel deserto esterno oltre che interno. Nell'immediato questa tattica ha reso, poiché ha aggravato sul piano psicologico le difficoltà obiettive esistenti del Psdi, del Pli e anche del Pri, ed ha dato l'impressione del fatale affermarsi di Bettino Craxi e del suo Psi come dominatore-federatore del mondo laico e del suo elettorato, sempre più esteso.

Oggi il Psi finge di constatare la morte dell'area e dell'alternativa laica, sol perché ha cercato di provocarla e si sta rendendo conto dei gravissimi rischi di isolamento al quale si sta esponendo.

Se il Pci non commetterà l'errore e non avrà la debolezza di privilegiare questa politica »socialista (il che sarebbe suicida per se stesso) ma, al contrario, reagirà accentuando la sua presa di coscienza laica e tesserà un rapporto nuovo, rispettoso come nei fatti non è, con i partiti »minori che ne costituiscono una espressione non eliminabile, togliendo il carattere strumentale che ebbe la rivendicazione »risorgimentale e »liberale di Palmiro Togliatti in polemica con il Pli di Bruno Villabruna e »Il Mondo di Mario Pannunzio, il Psi sarà ricondotto ben presto alla politica che è stata la sua fra il 1985 e il 1987.

Non si tratta di essere o divenire »nemici né di Craxi né del Psi. Né di rimproverare al leader del Psi alcune interpretazioni volgari delle storie e della politica altrui, di sapore nettamente narcisistico come quando attribuisce ad un radicale, a me, di dar soverchio valore alle poltrone ministeriali. Si tratta di combattere il trasformismo e il trionfalismo che oggi occupano il Psi, dopo aver mietuto i loro bottini di sconfitta presso altri.

Si tratta di denunciare la realtà di una sorta di »patto d'acciaio che il Psi cerca di imporre alla Dc, e già qualche volta operante fra Craxi e De Mita, che ritengono di poter fare il pieno di successi e di voti, ciascuno per sé, attraverso il duopolio del potere e del sottopotere, e la sceneggiata della rissa continua fra di loro e i loro amici, come sta accadendo a Catania e in mezza Italia a livello di potere locale.

 
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