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Pannella Marco - 5 ottobre 1989
Antiproibizionisti e Campidoglio: Marco Pannella spiega la sua lista
di Marco Pannella

SOMMARIO: Elezioni amministrative romane: il Pri e il Pli hannno negato la possibilità di una lista di Federazione laica e democratica. Il Pci presenta una stanca lista di partito da opporre ai nemici di sempre, Sbardella e Giubilo, demonizzati onde meglio salvare gli altri partiti del pentapartito. Il Psi pone la sbiadita candidatura di Carraro, candidatura da partito apolitico e degli affari. Alternative possibili: Lista Verde e Antiproibizionisti.

(IL GIORNALE D'ITALIA, 5 ottobre 1989)

Al posto della Federazione laica e del nuovo Partito Democratico il Pri propone un ritorno all'unità nazionale partitocratica al Campidoglio, il Pli il ritorno elettorale del problema delle salme dei reali al Pantheon. Quale terza componente laica della costituenda Federazione, abbiamo dovuto anche noi pensare ad una presentazione autonoma, per rilanciare la prospettiva di un nuovo partito democratico in Italia, arrivare entro l'anno alla costituzione della Assemblea costituente laica, e far uscire dalle paludi (non più Pontine ma altrettanto mefitiche) della partitocra

zia clerico-laico-affaristico romana. Offriamo, dunque, una possibilità di voto laico, a liberali, repubblicani, socialdemocratici e socialisti, ma anche comunisti e cristiani della città.

Il Pci promette di razzolare bene, alla Nathan: ma a primavera! E ci propone la più tradizionale e stanca lista di partito, con avversario storico il tandem Sbardella-Giubilo, eletti a nuovi demoni, onde angelizzare gli altri, i partiti del pentapartito romano, liberali, repubblicani, socialisti, socialdemocratici e »il resto della Dc. Se il Pci si augura davvero di avere la forza e l'intelligenza di fare liste nuove a primavera ha bisogno di una secca condanna della lista vecchia di oggi. Tanto, il loro problema non è quello di avere due o quattro consiglieri in più o in meno, ma di farne tesoro invece che nulla, o men che nulla. Il Pci ha testardamente rifiutato di lavorare per la lista Nathan, ha respinto ogni proposta di accordo fino all'ultimo minuto, rifiutando di prendere in considerazione le nostre richieste di lista nuova, di candidare Pietro Ingrao alla testa di una lista della quale i candidati comunisti non fossero più maggioranza assoluta, ma relativa. Non hanno nemmeno immaginato di candidare

coma capolista Bettini, emblema della battaglia del »nuovo Pci negli ultimi mesi della candidatura.

Certo, il Pci dovrà partecipare al nuovo governo della città: il voto alla nostra lista lo consentirà, nelle migliori condizioni, come è già accaduto a Catania, dove i comunisti che hanno votato la lista civica laica e verde hanno consentito un successo che si è tradotto nell'ingresso nel governo comunale, dopo quarant'anni, dei comunisti. Così come, d'altra parte, non si non dar atto a Dp dell'ottima lista, forse la migliore da sempre, che ha proposto

alla città per il 29 ottobre.

Il Psi, con la candidatura sbiadita di Carraro, si candida come partito apolitico, degli affari, e del partito biologico con la Dc andreottiana (che è ben peggiore di Andreotti, ma non certo, necessariamente, di ogni altra componente cittadina). E', questa socialista, la vera lista di estrema destra italiana e romana: gli elettori che sarebbero per la pena di morte ma vogliono accontentarsi dell'ergastolo, che non comprendono la democrazia, che vogliono una guida robusta e muscolosa della politica, che apprezzano il propotere e la prepotenza di un partito del 10/15% che grazie alla Dc ed ai laici, ma anche ai comunisti, la fa da padrone autoritario un po' ovunque. E' l'erede di almirante, non di Turati, Saragat o Pertini, che non a caso viene dimenticato e rimosso come se ci avesse di già abbandonato dal giorno della sua uscita dal Quirinale. Speriamo che si tratti della follia di un giorno. La Dc sta al Psi, così come la monarchia e Giolitti stavano a Mussolini: sospingendolo verso il peggio, illudendosi di

poterlo controllare ed usare, dando solamente misura della loro estenuata corruzione intellettuale, civile politica.

A fronte di questo panorama (del Msi non vale più la pena di parlare: è l'ombra sconnessa e striminzita dell'ultimo Almirante), la Lista Verde, e la nostra; »Antiproibizionisti sulla droga, per Roma civica, laica e verde, contro la criminalità politica e comune . Le storie diventano sempre più comuni, come anche quelle della »nuova Dp .

Dalla nostra, c'è da sottolineare da una parte la presenza rigorosa e tollerante, civile e coraggiosa di donne come Vanna Barenghi o Roberta Totafiore, di area e sensibilità pienamente comunista e libertaria, oggi come ieri fedeli alle proprie ragioni ed ai propri ideali; il gruppo di professionisti di grande prestigio quali il prof. Vittorio Ortali, o i proff. Romano Scozzafava e Carla Rossi, o lo straordinario Pio Fedele, il grande canonista, già pro-Rettore dell'università di Roma; ma, sul piano umano e politico, cittadino e morale ancor prima il gruppo di candidato siero-positivi o malati di Sida, in particolare Luigi Cerina, terzo capolista, leader del gruppo »Positifis di Parigi, decisi a contribuire con efficacia e decisione alla salute, fisica e democratica, della città, delle vittime dell'epidemia e dell'intolleranza o dell'ignoranza. Salvatore Samperi e Urbano Barberini stanno a testimoniare che, nel mondo dell'arte e della cultura, non tutto è calcolo e paura, ma c'è anche una matura, ferma, gene

rosa consapevolezza del valore dell'esempio e della testimonianza.

Ho, abbiamo preferito che a guidare la lista fosse Marco Taradash, più direttamente legato a questa fase della lotta antiproibizionistica, che ha rappresentato l'alfiere di questa battaglia così radicale alle europee con grande successo, piuttosto che il »vecchio radicale e antiproibizionista da sempre, che, in tal modo, potrà più liberamente combattere la propria lotta, senza impegnare oltre misura il corpo intero della lista e dei candidati. D'altra parte è una tradizione: sono quasi sempre stato »secondo ; nel 1976 alle »donne del Pr, nel 1979 a Sciascia; nel 1984 a Tortora; nel 1989, di già, a Elena Croce. Gli altri nomi sono quelli di radicali e antiproibizionisti di primissima linea, di militanti duri e capaci di durata. C'è, dunque, l'essenziale.

 
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