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Debranskaja Evghenia, Aversa Aurelio - 17 ottobre 1989
Intervista a Evghenia Debranskaja.

SOMMARIO: Come Evghenia ha conosciuto il Partito radicale; le difficoltà dell'essere radicali a Mosca; le manifestazioni e gli arresti di Evghenia; il Consiglio federale di Roma; il futuro dell'Unione Sovietica.

(Notizie Radicali n.224 del 17 ottobre 1989)

D:In primo luogo, Evghenja, puoi dirci come hai conosciuto il Partito radicale?

R:Già negli anni 1985-1986, quando eravamo membri del gruppo pacifista "Fiducia", abbiamo conosciuto il Partito radicale epistolarmente, e abbiamo inviato i nostri documenti al Pr.

Ancora nell'88 non sapevamo che il Partito radicale aveva alzato la bandiera della transnazionalità, mentre io e altri amici sognavamo di creare un partito di questo tipo, un partito transnazionale. Per noi era molto importante che un partito non si chiudesse nell'ambito nazionale.

Nel febbraio di quest'anno un giornalista jugoslavo di Mladina è arrivato a Mosca e nel corso di un colloquio privato con lui abbiamo saputo che un partito transnazionale, il Partito radicale, già esisteva un tale Partito Transnazionale Radicale. Subito abbiamo proposto al Pr di organizzare una associazione a Mosca.

D:Che cosa vuol dire essere radicali a Mosca?

Per noi essere radicali a Mosca è molto importante, significa la promozione della democrazia, la difesa dei diritti umani, dell'equilibrio ecologico, la smilitarizzazione della società.

D:Che tipo di difficoltà incontrate?

R:La prima difficoltà deriva dal non possedere uno stato giuridico; per questo tutti le nostre azioni sono praticamente illegali. Le nostre manifestazioni sono brutalmente represse, incontriamo delle grosse difficoltà nel diffondere i nostri documenti, la nostra cultura; non abbiamo dei giornali per diffondere le nostre opinioni e le nostre idee.

D:E come riuscite a mettervi in contatto con la gente?

R:Aspiriamo a conquistare delle posizioni a Mosca per costringere le autorità ad avere un atteggiamento più tollerante, più liberale nei confronti di tutte le nostre iniziative; se anche una manifestazione è stata schiacciata noi abbiamo comunque la possibilità di diffondere dei volantini, di distribuire i nostri documenti alla gente e così far conoscere le nostre idee. E quando si parla della nostra associazione, della Associazione radicale pace e libertà, si deve sempre tenere in considerazione che agiamo insieme ad altre organizzazioni.

D:Cosa si dice di questo Partito radicale tra quei cittadini sovietici che cercano nonostante tutto di fare della politica?

R:Dobbiamo dire che tutta la storia dell'Unione Sovietica, questa storia di settant'anni, ha portato all'assenza assoluta di esperienza politica per la gran massa dei cittadini; è per questo che anche l'alternativa politica al Partito Comunista è immaginata in forma tradizionale, per questo le nostre idee di transnazionalità forse non sono popolari, mentre sono popolari e conosciute le nostre azioni concrete.

Forse la cosiddetta gioventù alternativa - le persone marginalizzate nella forma dei gruppi clandestini, che non partecipano alla vita ufficiale dell'Unione Sovietica - comprendono meglio la nostra attività, benchè la parte politica del nostro programma sia formulato in modo ben esplicito e molto comprensibile. Proprio in questa parte politica del nostro programma parliamo della necessità di formare un governo indipendente, un governo liberale, che potrebbe provvedere allo svolgimento delle elezioni libere e dirette con suffragio universale.

D:Sappiamo tutti che sei stata diverse volte in carcere per aver partecipato e promosso manifestazioni. Puoi raccontarci dell'ultima volta che ti hanno arrestata e del successivo processo che hai subito?

R:Secondo le leggi vigenti in Unione Sovietica una persona non può essere detenuta senza processo per un periodo di più di tre giorni; alcune volte sono stata arrestata per tre giorni, ma non più perchè ho un bambino piccolo. L'ultima volta che sono stata arrestatami è stato il 23 agosto di quest'anno, quando abbiamo promosso una manifestazione per protestare contro il noto patto Ribbentrop-Molotov. Quel giorno sono stata portata al commissiariato di polizia, l'indomani mi hanno fatto il processo al termine del quale sono stata condannata a mille rubli di multa: una somma esorbitante, perchè in Unione Sovietica lo stipendio medio è di 200 rubli.

D:Evghenja, finalmente hai partecipato a questo Consiglio federale che era stato rinviato nel luglio scorso proprio perchè non era stato possibile avere qui a Roma i membri e gli invitati provenienti dall'Urss. A Consiglio federale concluso, che opinione hai tratto di questo Partito radicale e del dibattito che si è svolto?

R:Ho visto nel Consiglio federale l'incarnazione del nostro sogno: l'esistenza di un partito come il Partito radicale transnazionale non è più un sogno ma una realtà che è stata incarnata proprio in questo Consiglio Federale.

Il dibattito che si è svolto durante questo Consiglio federale è statoa mio parere era molto interessante, molto consistente; ha rappresentato una cultura politica certo non consueta per il cittadino sovietico.

Il Partito radicale transnazionale ha un ricchissimo potenziale intellettuale, ma forse le difficcoltà che si incontrano sulla via del Partito sono legate al procedere della crescita. Come risultato di questi dibattiti politici è stato elaborato un documento finale in cui era affermato che finalmente il Partito radicale è diventato un vero Partito transnazionale. Questo è il nuovo giorno della vita del Partito, della sua prospettiva.

D:Qual è il tuo punto di vista sul futuro prossimo dell'Unione Sovietica?

R:Come ho già detto intervenendo al Consiglio federale, abbiamo di fronte due alternative.

La prima è permettere al regime di rinnovarsi e di divenire più accettabile e disposto alla critica; la seconda è invece lottare per la creazione dell'istituzione democratica.

D:Evghenja, abbiamo detto che sei stata più volte in carcere per aver manifestato, che tutt'ora, nonostante piccole aperture, in Unione Sovietica non è consentito manifestare oltre un certo limite le proprie idee. Ti è mai venuto in mente di dire "basta vado in Occidente, vado via dalla Russia?

R:Certo, ho avuto dei momenti di vera disperazione, in cui volevo lasciare tutto per occuparmi di altre cose. Ma non necessariamente questi momenti sono stati legati all'idea di emigrare. No, non ho mai voluto emigrare.

D:Al tuo rientro in Urss Cosa dirai agli altri tuoi amici iscritti e non al Partito Radicale?

R:Anzitutto porterò loro materiale, dei documenti, resoconti sugli interventi che si sono avvicendati durante questo Consiglio federale. Perchè il Partito radicale transnazionale per noi, per i cittadini sovietici, non è un semplice partito occidentale; è l'unico partito occidentale che ha orientato e accentuato la sua politica verso i paesi dell'est.

 
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