Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
lun 29 apr. 2024
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Archivio Partito radicale
The Indipendent - 17 ottobre 1989
Droga - USA: E' tempo di autorizzare il commercio.

SOMMARIO: Bush ha scelto la strada sbagliata: aggravare le pene per i consumatori significa solo aumentare il livello di sofferenza. L'esperienza del proibizionismo sugli alcolici, e la recente analisi del Cato Institute di Washington sugli effetti della proibizione delle droghe, portano a ritenere che sia tempo di prevedere qualche forma di autorizzazione della vendita di droghe.

(Notizie Radicali n.224 del 17 ottobre 1989 - The Indipendent dell'8 settembre 1989)

Il presidente George Bush ha ragione quando identifica nell'abuso di droga il più grande flagello della società americana: nell'annunciare, ieri, una nuova strategia da 7 miliardi e 800 milioni di dollari per liberare la nazione da quel flagello, egli ha descritto la droga come »sabbie mobili per la nostra intera società...che soffocano gli individui, le famiglie e le istituzioni . Ma, semplicemente stanziando più denaro nella lotta contro i produttori, i distributori e i consumatori, Bush ha scelto la strada ovvia ma sbagliata.

Tutti i tentativi precedenti su simili linee di condotta sono stati controproducenti: il rapporto sul quale la strategia di Bush si basa afferma che il commercio di droga negli Stati Uniti è oggi un affare da 110 miliardi di dollari l'anno, più grosso dell'agricoltura (benchè naturalmente esente da tasse); e che almeno 14 milioni di americani fanno uso di droghe illegali. A partire dalla comparsa del crack nel 1985, l'uso intensivo di cocaina è raddoppiato. Lungi dall'essere stato contenuto, il rifornimento di droga si è incrementato. L'effetto principale di un qualsiasi successo nel ridurlo sarebbe la salita dei prezzi, quella dei profitti dei trafficanti e il loro incentivo ad incrementare il consumo. Aggravare le pene per i consumatori, come il piano della Casa Bianca prevede, vuol dire semplicemente aumentare il livello di sofferenza. I programmi di disintossicazione e di informazione, che darebbero un reale contributo alla lotta contro l'abuso di droga, non sono stati adeguatamente sostenuti; e il denar

o in più dovrà essere reperito attraverso tagli ai programmi sociali. Quindi, più è disperato lo stato mentale e fisico dei non abbienti in America, maggiore è la probabilità che questi facciano uso di droga.

Sebbene il Presidente Bush abbia scelto l'opzione più popolare di un ulteriore crociata contro gli spacciatori e i consumatori di droga, sta prendendo piede l'opinione che quello della depenalizzazione sarebbe un approccio molto migliore. Quando tutti gli usi non medicinali dell'alcol vennero proibiti nel 1919 negli Usa, i risultati furono molto simili a quelli dell'attuale commercio di droga. Alcol di qualità spesso velenosa veniva distillato illegalmente, gli importatori venivano considerati criminali e come tali trattati, il racket delle protezioni, le bustarelle e le guerre tra bande rivali proliferavano. Il proibizionismo fu all'origine della mafia e del crimine organizzato negli Stati Uniti. Adesso che l'alcol è legale il suo cattivo uso ancora, direttamente o indirettamente, uccide o danneggia gravemente milioni di vite umane, come il consumo di nicotina. Ma nessuno muore (eccetto in qualche paese musulmano) semplicemente perchè importa, commercia o consuma queste sostanze nocive; e i governi traggono

enormi proventi fiscali dalla concessione di licenze e dal controllo del commercio di queste.

Una recente analisi svolta dal Cato Institute di Washington ha concluso che la proibizione delle droghe criminalizza i consumatori, li costringe ad entrare in contatto con criminali professionisti, attira giovani intraprendenti degli strati sociali più poveri in una lucrosa vita criminale, incoraggia la guerra fra bande, comporta che la gente assuma con mezzi pericolosi sostanze non pure in dosi spesso pericolosamente forti e genera pesanti spese di polizia.

Non è, in breve, l'abuso di droghe in se stesso che causa la strage maggiore, ma la criminalità che nasce dal proibizionismo. E' tempo per l'amministrazione Bush e per altri governi occidentali di prevedere qualche forma di autorizzazione per la vendita di droghe, che priverebbe gli spacciatori del loro mercato mentre costringerebbe i tossicodipendenti accertati a sottoporsi a trattamento di recupero. La chiave per battere il traffico sta nell'eliminare la sua prodigiosa redditività e nello smitizzare l'abuso di droga con un forte programma di informazione pubblica.

 
Argomenti correlati:
droga
bush george
articolo
proibizionismo
stampa questo documento invia questa pagina per mail