SOMMARIO: Il piano di Bush della lotta alla droga punta nella giusta direzione, ma indica un programma che si porterà avanti solo di qualche centimetro: gli stanziamenti di denaro sono insufficienti e male distribuiti fra repressione da un lato e informazione e recupero dall'altro.
(Notizie Radicali n.224 del 17 ottobre 1989 - New York Times)
»Chi giudica la nostra strategia dall'etichetta del prezzo che porta, semplicemente non ha compreso il problema . E' stata l'affermazione di Bush nel suo primo importante discorso televisivo, nel quale impegnava il suo governo in una vasta offensiva contro la droga. Se il pregio del progetto di Bush è quello di offrire una strategia intelligente in luogo della semplicistica oratoria del suo predecessore, il suo difetto è che avendo puntato nella giusta direzione, ha indicato un programma che porterà avanti solo di qualche centimetro. Se il problema è così grosso come egli stesso lo ha descritto, l'impegno che è necessario dovrà essere altrettanto grosso, e così dicasi per la spesa.
A parole dichiara che nulla è più importante, ma nei fatti mostra di ritenere di maggiore importanza il suo testardo impegno a non aumentare le tasse. Il programma presentato da Bush prevede l'aiuto economico con denaro federale a vantaggio delle istituzioni locali per liberare le zone devastate dalle bande di trafficanti di droga ed espandere il sistema di giustizia penale, l'allargamento delle strutture per il trattamento dei tossicodipendenti, l'informazione e la prevenzione. Il piano prevede anche stanziamenti a favore della Colombia, del Perù e della Bolivia perchè distruggano le piantagioni di droga e processino i produttori e i trafficanti. Bush ha previsto anche un appoggio finanziario al presidente Colombiano Barco nella sua lotta alle bande di produttori di droga.
Alcuni critici hanno detto che il suo piano è nient'altro che una rimasticatura di idee vecchie. Ma quali sono le nuove idee in esso contenute? William Bennett, il direttore della politica sulla droga, ha condotto una seria ricerca su quanto fino a questo momento era stato appreso sull'argomento. Sia lui che Bush continuano a porre l'accento sul rigore nel far rispettare le leggi, ma entrambi dovrebbero spostare la loro attenzione dalla proibizione marginale che non ha raggiunto alcun effetto in direzione della piaga del traffico di droga che si svolge nelle strade. La polizia ha ottenuto un qualche successo tenendo gli spacciatori sotto pressione e bonificando quei quartieri assediati dalla violenza della droga.
Gli aiuti previsti ai paesi andini rappresentano una drammatica novità. Se si pensa a come questi paesi debbano arrabbattarsi per ottenere i mezzi necessari per contrastare i trafficanti, e in considerazione dell'esplosione di rabbia in Colombia, l'immissione di aiuti economici e di mezzi tecnici potrebbe essere di enorme importanza.
Ma queste iniziative, per quanto lodevoli, sono inadeguate. La quasi totalità dell'incremento di 2 miliardi e 200 milioni di dollari previsto per gli stanziamenti nel corrente anno fiscale sarebbe destinata alle prigioni federali a prescindere dalla lotta alla droga. Soltanto 716 milioni di dollari di questi nuovi stanziamenti, stornati da altri programmi, sarebbero in realtà spesi per il prossimo anno.
Il piano Bush continua a prevedere una distribuzione degli stanziamenti in ragione del 70% per misure di repressione e del 30% per campagne di informazione e recupero, mentre ampio è il consenso nel ritenere che la distribuzione delle risorse fra la repressione e il recupero dovrebbe essere paritaria. La limitatezza dei fondi sembra forzare in direzione di questo squilibrio.
Non importa con quanta efferatezza il flagello della droga devasti l'America, egli continua a tenere per sacra e inviolabile la sua promessa elettorale contro qualsiasi nuova tassa. Si paragoni la sua cocciutaggine anti-tasse con il coraggio anti-droga dei dirigenti colombiani.
Ma il fatto rimane: finchè continuerà a limitare la lotta alle droghe illegali al movimento delle sue labbra, il suo grido di guerra risuonerà piuttosto come un sussurro.