SOMMARIO: Protesta per l'"ondata di manifesti", invitanti i radicali a votare PSI, affissi a Roma durante la campagna elettorale amministrativa [Si tratta dei manifesti, pagati dallo stesso PSI, in cui alcuni ex radicali guidati da G.Rippa davano l'indicazione di voto appropriandosi dell'etichetta di "radicali", n.d.r.]. Per Pannella questa è la "prima, organizzata, massiccia azione di diretto e deliberato inganno dell'elettorato" mai verificatasi. L'iniziativa riguarda la magistratura, ma bisogna vedere come si comporterà, sulla questione, l'informazione della RaiTV.
(NOTIZIE RADICALI agenzia, 27 ottobre 1989)
Roma, 27 ottobre -N.R.- Una nuova ondata di manifesti "I radicali votano PSI" ha dilagato in Roma stanotte e stamane; è stata apportata solamente un'insignificante variazione. Si tratta inequivocabilmente, come ha riconosciuto il Pretore di Roma, di una azione contraria alle stesse leggi e non solamente al buoncostume elettorale. In proposito, Marco Pannella ha dichiarato:
"E', in corso la prima, organizzata, massiccia azione di diretto e deliberato inganno dell'elettorato di questi quaranta anni. Mai, nemmeno negli anni di piombo della guerra fredda, era accaduto che un partito approfittasse del danaro e del potere per indurre gli elettori a credere che un partito avversario, povero e disarmato, li invita a sostenerlo con il voto.
La previsione penale contro l'attentato ai diritti politici e civili dei cittadini è in questo caso pienamente attuale e pertinente. Questo reato comporta che l'azione penale debba essere esercitata d'ufficio dalle Procure della Repubblica. Prevede l'arresto obbligatorio in caso di flagranza ed è competenza delle Corti d'Assise.
Dinanzi a questa situazione il servizio pubblico, in presenza anche di un primo provvedimento eccezionale della magistratura, informi in modo adeguato l'opinione pubblica in modo da vanificare il disegno ed il comportamento delittuoso, e di impedire il suo compiersi.
Quando la magistratura, in sede penale, decreterà la condanna dei responsabili del tentativo, nel caso in cui questo si traducesse in fatto compiuto, una RAI-TV che fosse restata inerte e non avesse compiuto il suo dovere e il suo obbligo di legge, non potrebbe non essere considerata pienamente complice del reato.
Vi chiedo quindi pubblicamente e formalmente di intervenire immediatamente nel senso necessario, ciascuno per quanto di sua competenza, Voi, Presidente e Direttore Generale, Direttori di testate della RAI-TV e, per quanto compete, lei, Signor presidente della Commissione Parlamentare di Vigilanza sulla RAI-TV."