Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
ven 26 apr. 2024
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Archivio Partito radicale
Benedetto Gaetano - 14 novembre 1989
C'era una volta il PSI
Gaetano Benedetto

SOMMARIO: L'autore ricorda alcune posizioni favorevoli alla depenalizzazione delle "droghe leggere" e alla modica quantità assunte in passato nel Parlamento italiano da alcuni socialisti e da chi, nella maggioranza, difende ora la linea proibizionista di Craxi: Aniasi, Martelli, Seppia e Formica per il PSI; Altissimo per il PLI; Olcese, Mammì e Dutto per il PRI; Bompiani e Jervolino per la DC.

(Notizie Radicali n.248 del 14 novembre 1989)

Certo gli osservatori politici più attenti sorridono quando sentono qualche socialista appellare chi si schiera contro il disegno di legge Jervolino-Vassalli come "amico della modica quantità". »Resta valido anche per chi vuol fumare erba lo stesso motto di dissuasione che noi useremo per i fumatori di tabacco: sei libero scegli tra la salute e lo spinello : così il 3/7/80 l'allora Ministro della Sanità, il socialista Aldo Aniasi, si esprimeva in un'intervista rilasciata alla Repubblica; »anzitutto proponiamo di precisare senza equivoci cos'è la "modica quantità", uno dei punti generici dell'attuale legge che finisce per lasciare troppi margini discrezionali alla magistratura - continua Aniasi - (...); depenalizzare la canapa per il piccolo consumo vuol dire insieme accentuare i rigori della legge, le energie della polizia, verso i grandi spacciatori, verso quelli che tirano le fila del mercato sia per la marijuana sia per la ben più temibile eroina .

Nel Psi questa certo non era una posizione isolata. Sempre nel luglio '80 l'Avanti! titolava così un articolo: "Vasti consensi all'iniziativa Aniasi - Droga: un impegno che colma la flagrante assenza dello Stato". Nell'articolo tra l'altro si leggeva: »Le ragioni della depenalizzazione sono note: da una parte significa prendere atto che la nocività dei derivati della canapa è uguale a quella di alcool e tabacco, dall'altra spezzare il circuito tra il mercato clandestino delle non-droghe e quello dell'eroina (...), possiamo sperare di combattere il mercato nero che è il vero responsabile della morte per eroina, di spezzare il circuito che obbliga i tossicodipendenti a trasformarsi in spacciatori ed in piccoli delinquenti pur di procurarsi la sostanza necessaria (5/7/80).

Su questa posizione qualche socialista aveva addirittura posizioni più avanzate di quelle di Aniasi. Senza richiamare le note posizioni allora espresse da Martelli (che nel '79 assieme ad altri socialisti aveva firmato la proposta di legge Teodori per la distribuzione controllata della droga e la liberalizzazione della cannabis), ricordiamo Mauro Seppia che il 26/9/80 presentava una proposta di legge che oltre a riformulare le tabelle della L.685/75, prevedeva la depenalizzazione del consumo e della detenzione di haschish e marijuana fino a 10 grammi (art.10). La proposta veniva motivata nella presentazione al testo in cui si sosteneva che l'obiettivo da perseguire era quello »di non criminalizzare chi faccia uso personale di sostanze stupefacenti. Nello stesso tempo è necessario liberare il consumatore dalla discrezionalità connessa alle caratteristiche della modica quantità della dose detenuta. Tale indeterminatezza della fattispece del reato e quindi dell'entità della pena ha determinato ingiustificabili

disparità di trattamento in sede giurisdizionale .La proposta di legge veniva sottoscritta tra gli altri anche da Labriola e Raffaelli.

Il 19/4/84 i socialisti presentavano un nuovo disegno di legge per introdurre "Norme quadro in materia di tossicodipendenza"; primo firmatario Formica, e poi tra gli altri Artioli, Aniasi, Marianetti, Piro, Di Donato e Spini.

Sulla questione della modica quantità il disegno di legge riproponeva le proposte espresse nel testo di Sappia, ora cofirmatario del nuovo disegno di legge: l'art.109 testualmente recitava »Non costituisce reato l'acquisto o la detenzione di canapa indiana, in quantità non superiore a 10 grammi. Per quantità comprese tra i 10 ed i 100 grammi si applica la multa da lire trecentomila a tre milioni.

Per quantità superiori ai cento grammi si applica la multa da tre milioni a lire trenta milioni e nei casi gravi, la reclusione da due a sei anni, congiunta alla pena pecuniaria .

Forse è utile qui ricordare anche alcune delle posizioni che altri della maggioranza che difende la linea Craxi in un passato recente avevano assunto. I liberali si erano subito caratterizzati con le proposte che Altissimo, nel '79 ministro della sanità, tentò di portare nell'ambito del Governo e di legare alla riforma sanitaria che stava prendendo il via: »Se trovassimo il sistema per la somministrazione controllata dell'eroina da parte delle strutture pubbliche potremmo bloccare l'espansione del fenomeno e si ridurrebbero i delitti contro la proprietà . La proposta fu formalizzata con il disegno di legge Zanone-Altissimo presentato il 26/12/80. Questo prevedeva la non punibilità di "»chiunque acquisti o detenga sostanze stupefacenti o psicotrope per farne uso personale non terapeutico a condizione che la quantità delle sostanze medesime non ecceda le 4 dosi massime individuali giornaliere (art.1) e stabiliva le modalità di somministrazione controllata dell'eroina (art.6) anche all'interno delle carceri (ar

t.8).

Sempre nell'80 i repubblicani presentavano un disegno di legge (Olcese, Mammi e Dutto) per la costituzione di centri per la cura e la riabilitazione dei tossicodipendenti. Oggi i repubblicani sostengono l'obbligatorietà del trattamento di recupero alternativo alla detenzione; allora sottolineavano il pieno rispetto della libertà personale del tossicodipendente (art.5) e la possibilità insindacabile d'interrompere il trattamento in qualunque momento (art.7).

Molto più recenti e sorprendenti le posizioni della Dc, che con la proposta di legge Bompiani del 22/7/87 tentavano di modificare sostanzialmente la L.685/75. Restando sull'argomento della modica quantità, il disegno di legge democristiano all'art.92 prevedeva che non era punibile »chi acquista o detiene senza titolo legittimo sostanze stupefacenti o psicotrope allo scopo di farne uso personale, purchè non in quantità superiore a quella assunta abitualmente dal soggetto in questione nelle 24 ore o, in caso occasionale, in quantità non superiore alle dosi medie efficaci delle sostanze suddette . Il disegno di legge era firmato anche da Jervolino.

Il problema rimase irrisolto non solo perché le varie proposte non furono mai approvate, ma anche perché neppure la Corte Costituzionale è riuscita a dare un'interpretazione al concetto di "modica quantità": una prima volta ha ritenuto inammissibile la questione per la mancanza di elementi idonei ad identificare l'intervento richiesto alla Corte dai giudici rimettenti (sent. N.170 del 26/10/82); una seconda volta ha rilevato che spetta al Parlamento determinare il contenuto dell'espressione, essendo questa assolutamente discrezionale (sent. N.136 del 16/4/87). Sull'argomento non è stato d'aiuto neppure l'intervento della Corte di Cassazione che ha ritenuto legittima la punizione inferta a chi detiene per uso personale quantità "non modiche", sostenendo da un lato la differenziazione dallo spacciatore di "modiche quantità", ma sottolineando dall'altro la legittimità della pena per il pericolo oggettivo rappresentato dalla possibilità di circolazione di una maggiore quantità di droga (sent. N.152334 del 18/2/8

2).

Alla luce di tutto ciò è quanto meno bizzarro - ben più che irritante - che ci si senta appellare come "amici della modica quantità'". La nostra posizione non solo è sempre stata la più chiara, ma anche quella che meno ha avuto a che fare con la modica quantità. Questà infatti non può essere riferita in alcun modo a chi sostiene la depenalizzazione e la legalizzazione.

 
Argomenti correlati:
nr-248
disegno di legge
psi
pri
aniasi aldo
stampa questo documento invia questa pagina per mail