SOMMARIO: La proposta di legge, presentata dai deputati del Gruppo Federalista Europeo, si propone di ridurre la Spesa pubblica di 1.141 miliardi e 985 milioni con l'abrogazione di sovvenzioni e contributi statali a circa cinquemila enti, associazioni ed organismi, sia pubblici che privati.
(Camera dei Deputati, X Legislatura, Proposta di Legge n.4358, presentata il 17 novembre 1989)
INDICE
1. Colleghi Deputati!
2. La proliferazione delle proposte anche nella X legislatura
3. La selva degli enti e delle norme
4. La ridicola vicenda della abolizione degli enti inutili.
5. L'indagine della Corte dei Conti
6. Migliaia di miliardi e migliaia di enti
7. La "critica negativa" della Corte
8. Risparmiare oltre mille miliardi invertendo radicalmente la rotta
9. Il "pluralismo" del finanziamento pubblico è fallace
10. Gli enti a cui sono mantenuti i contributi
11. Colleghi Deputati!
COLLEGHI DEPUTATI! - Una importante ed ingombrante attività legislativa del Parlamento, che spesso avviene dietro le quinte senza troppo rumore, è quella relativa alla concessione di sovvenzioni e contributi a favore di enti, associazioni ed organismi privati, parapubblici e pubblici. Si tratta di un'attività che impegna notevolmente molte commissioni permanenti poiché nella quasi generalità dei casi tali »leggine sono esaminate ed approvate non in assemblea ma in sede ristretta di commissione. I parlamentari firmatari e sostenitori di questo tipo di proposte appartengono a quasi tutti i gruppi politici, e non solo a quelli di maggioranza.
La concessione diretta di contributi e sovvenzioni è una delle forme tipiche italiane in cui si incarna lo »Stato clientelare e si realizza quella »divisione delle spoglie che ha contribuito alla dilatazione abnorme della spesa pubblica e quindi del debito pubblico accumulato. Le erogazioni avvengono tramite leggine ad hoc, provvedimenti quadro o anche semplici decreti ministeriali.
Costantemente e continuamente sono state presentate in Parlamento nuove proposte di legge per allargare, estendere, sviluppare sovvenzioni e contributi ad enti, associazioni ed organismi. L'ultimo caso è stato il tentativo di approvare in clandestinità in sede legislativa alla Camera tre proposte di legge votate rapidamente il 3 agosto 1989 in Senato relative a contributi alla Fondazione Filippo Turati (Gennaro Acquaviva ed altri senatori PSI), all'Istituto Luigi Sturzo (De Rosa ed altri senatori DC) e alla Fondazione Gramsci (Chiarante ed altri senatori PCI) per complessivi 5 miliardi e ottocento milioni, secondo una emblematica spartizione tra i tre maggiori partiti.
Chi ha tentato di elevare a metodo la distribuzione di danaro dello Stato in aggiunta a quello già erogato attraverso mille canali con una proposta di legge quadro "Norme per il sostegno degli enti e associazioni che perseguono finalità umanitarie, scientifiche, culturali, religiose, politiche, sindacali, di promozione sociale e civile, di salvaguardia dell'ambiente naturale e del patrimonio culturale e artistico" è stato l'indipendente di sinistra Franco Bassanini insieme con deputati DC (Mattarella, Bodrato, Vincenzo Scotti, Cirino Pomicino, Anselmi, Carrus, Coloni, Martini, Riggio, Ciliberti), con deputati PCI (Zangheri, Minucci, Alborghetti, Bianchi Beretta, Strumendo, Garavini, Macciotta, Serafini, Soave, Enrico Testa), con deputati PSI (Labriola, Aniasi, Borgoglio, Cappiello, Fincato, Piro), con deputati Verdi (Mattioli, Filippini, Lanzinger) e con altri deputati della Sinistra Indipendente (Rodotà, Balbo, Bertone, Guerzoni, Masina). La proposta presentata nella IX legislatura prevedeva originariam
ente uno stanziamento complessivo di 840 miliardi che, poi, nella versione ripresentata nella X legislatura si riduceva a 260 miliardi ed infine veniva approvata nell'ottobre 1989 dopo un travagliato iter in sede referente alla prima commissione della Camera in un testo che prevede la spesa di 50 miliardi.
La proliferazione delle proposte anche nella X legislatura
Oltre alla proposta Bassanini è opportuno riportare qui le proposte di legge presentate durante la X legislatura.
Il deputato Cristofori (DC) chiede un »Contributo per l'istituzione di una fondazione per la celebrazione del sesto centenario dell'Università degli studi di Ferrara per 5 miliardi, il giorno dopo al Senato il senatore Vecchi ed altri ferraresi chiedono 3 miliardi per »Concessione di un contributo all'Università di Ferrara per la celebrazione del VI centenario della sua fondazione . Un folto gruppo comunista con Leda Colombini prima firmataria chiede »Nuova disciplina del sostegno alle attività di promozione sociale e contributi alle associazioni combattentistiche per un »Fondo globale per i contributi ad enti e associazioni di 10 miliardi annui dal 1987 al 1989; il deputato Savio (DC) presenta altre due proposte di legge sempre a favore delle associazioni combattentistiche: »Contributi alle associazioni combattentistiche per gli anni 1988, 1989 e 1990 di 5 miliardi annui, oltre al Fondo unico; »Contributi alle associazioni combattentistiche ed alle associazioni previste dalla legge 6 febbraio 1985, n
. 14 sempre di 5 miliardi; Ferrari Marte (PSI) assieme ad altri deputati del suo gruppo presenta »Norme per la concessione di un contributo a carico dello Stato a favore di associazioni che svolgono attività di promozione sociale per non meno di 25 miliardi annui, rivalutabili; il democristiano Stegagnini chiede un »Aumento del contributo annuo a favore dell'Istituto del Nastro Azzurro tra combattenti decorati al valore militare da 40 milioni a 250 milioni annui; una proposta di »Aumento del contributo annuo statale a favore della Maison de l'Italie della città universitaria di Parigi arriva da tutti i partiti; alcuni deputati milanesi (PCI-DC-PSI) vogliono »Adeguamento del contributo statale per il funzionamento e l'attività della biblioteca italiana per i ciechi "Regina Margherita" di Monza da 450 milioni a 3 miliardi annui, la stessa P.d.l. è presentata al Senato da deputati democristiani; mentre altri deputati genovesi o eletti nel collegio di Genova (PCI-PRI-PSI-DC-PLI-MSI) chiedono »Normativa spec
iale e finanziamenti straordinari per l'entrata in funzione del teatro "Carlo Felice" in coincidenza con la celebrazione per il 500· anniversario della scoperta dell'America per un complessivo di 83 miliardi; il deputato Nardone con altri comunisti, vuole un »Contributo straordinario all'Istituto per studi, ricerche e informazioni sul mercato agricolo (ISMEA) per il ripianamento delle passività e il rilancio funzionale dell'Istituto per 20 miliardi rateizzati, fino al 1981; PCI, PRI, PSI chiedono l'»Adeguamento del contributo annuo al centro di specializzazione e ricerche economico-agrarie per il Mezzogiorno da intitolare a "Manlio Rossi Doria" da elevare a 550 milioni per il 1989, 550 milioni per il 1990 e 750 milioni per il 1991; i deputati DC Cilimberti, Monaci e Soddu presentano »Provvidenze per l'Opera del Duomo di Orvieto da 6 milioni a 500 milioni per il 1989-90, fino a 1 miliardo per il 1991, identica richiesta era stata presentata al Senato pochi giorni prima dai senatori DC-PSI-Sinistra Indipen
dente; i deputati socialisti Fiandrotti, Balzamo ed altri chiedono »Finanziamento dell'attività statutaria dell'Istituto nazionale di urbanistica di cui al decreto del Presidente della Repubblica 21 novembre 1949, n. 114, e dell'attività di predisposizione di un rapporto triennale sullo stato del territorio nazionale di 3 miliardi. Al Senato viene presentata da tutti i gruppi è presentata una P.d.l. »Proroga del contributo a favore del Centro nazionale di prevenzione e difesa sociale di Milano, associazione dotata di statuto consultivo del Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite fino al 1994 con aumento di 30.000.000; alcuni deputati (DC-PSI-PCI) chiedono »Concessione di un contributo annuo all'Università degli studi di Perugia a favore del Centro appenninico del Terminillo "Carlo Jucci" ; deputati DC-PCI-PSI-Sin. Indipendente propongono »Concessione di un contributo straordinario al Comitato per il bicentenario della Rivoluzione francese per oltre 300 milioni; il PSI chiede »Concessione di un c
ontributo annuo alla Federazione italiana del campeggio e del caravanning - Federcampeggio per 500 milioni; deputati DC-PCI-PSI - quasi tutti originari di Salerno, Avellino e Napoli - vogliono »Contributo straordinario alla Stazione zoologica "Antonio Dohrn" di Napoli di 1 miliardo per il 1988 fino a 6 miliardi per il 1989-90; DC e PLI chiedono »Concessione di un contributo annuo a favore dell'Istituto italiano per gli studi filosofici e dell'Istituto Suor Orsola Benincasa di 1 miliardo e 390 milioni ciascuno; i liberali Malagodi, Fassino e Candioto propongono »Aumento del contributo all'unione nazionale per la lotta contro l'analfabetismo (UNLA) di 150 milioni l'anno; il senatore Salvi (DC) propone un »Contributo annuo al Centro camuno di studi preistorici di 600 milioni.
Durante la X legislatura vengono anche presentate altre proposte di legge divenute poi leggi: Governo »Concessione di un contributo straordinario all'istituto nazionale di economia agraria, all'istituto nazionale della nutrizione e all'istituto per studi, ricerche ed informazioni sul mercato agricolo ; Governo »Concessione di contributo annuo all'università di Bologna per il finanziamento del centro di alti studi internazionali ; Bellocchio »Contributi alle associazioni combattentistiche per gli anni 1988-1989-1990 ; Saporito »Nuova disciplina del sostegno alle attività di promozione sociale e contributi alle associazioni combattentistiche ; Governo Concessione di un contributo all'associazione culturale "Villa Vigoni" di Menaggio ; Governo »Modifica del secondo comma dell'articolo 3 della legge 28 dicembre 1982, n. 948, in materia di bilanci degli enti privati a carattere internazionalistico sottoposti alla vigilanza del Ministro degli Affari Esteri ; Governo »Concessione di un contributo di lire 3 mili
ardi per l'anno 1988 all'università di Bologna, mediante emissione di monete celebrative del IX centenario della fondazione dell'università ; Governo »Contributo all'accademia nazionale dei Lincei ; Governo »Contributo all'istituto nazionale di Fisica Nucleare (INFN) per il piano quinquennale di attività 1989-1993 .
La selva degli enti e delle norme
Le sovvenzioni ed i contributi ad enti, associazioni ed organismi non solo rappresentano uno dei canali attraverso cui si realizza lo »Stato clientelare a cui contribuisce l'iniziativa dei rappresentanti di tutti i partiti tradizionali ma sono anche una importante modalità di »parastatizzazione della società civile in tutte le sue espressioni culturali e sociali.
Il fenomeno nel suo complesso è molto poco conosciuto, studiato e analizzato. Mentre da tempo si vanno compiendo analisi sull'aspetto economico, finanziario ed imprenditoriale dell'espansione della spesa pubblico-statale e cominciano ad essere a disposizione materiali conoscitivi empirici e quindi valutativi degli aspetti classici del welfare state in Italia (spese sociali e loro finanziamento, i beneficiari e le prestazioni, le pensioni, l'assistenza e la previdenza), mancano gli stessi dati sulle erogazioni, sotto forma di contributi e sovvenzioni, per spese non-economiche, non-previdenziali, non-creditizie e non-imprenditoriali. Le normative che disciplinano tale settore sono complesse ed intrigatissime, risultanti da stratificazioni temporali che hanno prodotto una selva di provvedimenti difficilmente comprensibili nella loro effettiva portata complessiva.
La ridicola vicenda della abolizione degli enti inutili
Nel marzo del 1975 veniva approvata una legge dal titolo "Disposizioni sul riordinamento degli enti pubblici e del rapporto di lavoro del personale dipendente", nota come legge per l'abolizione degli enti inutili. Con quelle norme si dovevano abrogare la maggior parte degli enti inutili allora esistenti salvandone un certo numero nominativamente elencati concernenti alcune categorie: a) enti che gestiscono forme obbligatorie di previdenza e assistenza; b) enti di assistenza generica; c) enti di promozione economica; d) enti preposti a servizi di pubblico interesse; e) enti preposti ad attività sportive, turistiche e del tempo libero; f) enti scientifici di ricerca e di sperimentazione; g) enti culturali e di promozione artistica.
Quella legge era il punto di arrivo di un lungo dibattito in Parlamento iniziato nella VI legislatura con la presentazione di un disegno di legge il 26 giugno 1972 dal titolo "Riordinamento del rapporto di lavoro del personale dipendente da enti pubblici" ad opera del Presidente del Consiglio Andreotti.
Nel corso degli anni, parlamentari di diverse parti politiche avevano presentato iniziative legislative per affrontare adeguatamente la questione degli enti inutili: Barca ed altri: "Liquidazione degli enti superflui ed anagrafe degli enti che usano pubblico denaro"; di Nardo: "Riordinamento del rapporto di impiego del personale dipendente da enti pubblici"; Gunnella ed altri: "Istituzione di un registro nazionale degli enti pubblici dello Stato, delle regioni, degli enti locali e delle società, al cui capitale gli stessi partecipano, ai fini di un pubblico controllo"; Almirante ed altri: "Schedario nazionale degli enti pubblici e privati finanziati con pubblico denaro, controllo parlamentare sulle nomine dei loro organismi e potenziamento della vigilanza dello Stato e del controllo della Corte dei Conti".
Quando le proposte di legge stavano per arrivare a conclusione, l'allora ministro senza portafoglio, on. Francesco Cossiga così si esprimeva a Montecitorio il 6 marzo 1975: »... Vi è poi la parte del provvedimento, relativa alla soppressione degli enti inutili. Come ministro e come parlamentare, seguendo l'iter del provvedimento stesso, mi sono accorto di quanto fondato sia il pensiero di Pascal, secondo il quale nell'uomo sono presenti, sia pura in misura diversa, l'angelo e la bestia. In ognuno di noi è presente prevalentemente l'angelo, per la parte in cui si è favorevoli alla soppressione degli enti inutili; è comunque presente in ciascuno di noi, anche se in un recondito cantuccio, una piccola bestia a favore del mantenimento anche di uno solo degli enti inutili. Mi auguro che, nella maggioranza di coloro che saranno chiamati ad operare, la parte angelica di cui parlava Pascal possa prevalere sulla parte bestiale.
A lungo si è parlato del meccanismo di soppressione degli enti inutili. A tal proposito, ieri, in Commissione affari costituzionali, molto garbatamente, sono stato accusato di pessimismo: infatti, nella legge sono state introdotte norme sanzionatorie molto gravi (decadenza e sanzioni penali per gli amministratori che non effettuano certe dichiarazioni, eccetera). Mi è stato detto che, probabilmente, temo una forte resistenza: non esito a dire che la battaglia contro gli enti inutili non finisce qui, anzi qui comincia, e richiede perciò il consenso di tutte le forze democratiche, politiche e sociali .
Dopo quindici anni non c'è dubbio che ha prevalso, per usare la formula di Cossiga, la parte bestiale dell'uomo. In realtà non dell'uomo si deve parlare ma dei partiti e del loro sistema di potere che ha trovato nel settore degli enti, organismi ed associazioni inutili da foraggiare un buon terreno per allargare la loro zona di influenza a rafforzare così la base del sistema partitocratico con le sue propaggini nelle sfere cosidette sociali e culturali.
Non è stata mai effettuata una indagine sui risultati della legge del 1975. In un certo senso l'indagine della Corte dei Conti, da noi promossa, rappresenta un sistema indiretto di controllo e di verifica sugli enti della legge del 1975 dall'ottica delle erogazioni pagate dallo Stato piuttosto che da quelle della struttura amministrativa.
Si può quindi affermare che la nostra proposta di abrogare contributi e sovvenzioni riguardanti 4868 organismi tende a reintegrare l'applicazione della vecchia legge per l'abolizione degli enti inutili che non è stata minimamente attuata senza che alcuno dei governi succedutisi dal 1975 ad oggi se ne sia minimamente preoccupato.
L'indagine della Corte dei Conti
Per ottenere un quadro d'insieme attendibile e, per quanto possibile, completo della attuale situazione, è stato necessario rivolgersi alla Corte dei Conti, avvalendosi della facoltà conferita dall'articolo 148 del Regolamento della Camera di avanzare richieste di informazione, chiarimenti e documenti all'organo costituzionale di controllo della spesa pubblica. Una prima richiesta fu avanzata per iniziativa del gruppo parlamentare radicale nel gennaio 1986 e la Corte dei Conti trasmise il suo referto alla Camera nel giugno dello stesso anno. Esso riguardava i trasferimenti ad enti ed organismi erogati nell'esercizio 1985 a carico del bilancio dello Stato, nonché la natura giuridica degli enti e degli organismi stessi e la relativa disciplina normativa e procedurale. Da quel documento è stata tratta la proposta di legge n. 3991 della IX legislatura, poi ripresentata nella stessa forma il 2 luglio 1987 all'inizio della X legislatura con il n. 416 d'iniziativa dei deputati: Teodori, Aglietta, Faccio, Stanzan
i Ghedini, Vesce e Rutelli.
Una successiva richiesta veniva avanzata dal gruppo Federalista Europeo della Camera nel luglio 1988 a cui ha corrisposto il nuovo documento elaborato dalla Corte dei Conti nel marzo 1989 (riprodotto per stralcio in appendice) e riguardante i dati relativi agli esercizi 1986 e 1987. Nel quesito rivolto, oltre a chiedere l'aggiornamento dei dati e delle informazioni precedentemente acquisite con il referto del 1986, si sollecitava una estensione dell'indagine alle erogazioni disposte per i medesimi fini dagli enti locali, cosa che risultava impossibile per gli strumenti e le informazioni a disposizione della Corte.
E' opportuno sottolineare le straordinarie rilevanze del lavoro della Corte nel processo di conoscenza della spesa pubblica e delle sue caratteristiche assolutamente inedite nel settore in oggetto: una rilevanza che si accresce a mano a mano che l'indagine si ripete (sempre su sollecitazione di un gruppo parlamentare) e sono quindi a disposizione i dati in serie storica dai quali si possono ricavare le opportune comparazioni e le tendenze aggregate negli anni presi in esame.
Migliaia di miliardi e migliaia di enti
Il referto della Corte dei Conti ha preso in considerazione erogazioni per l'esercizio 1987 per un totale di 7.143 miliardi e 418 milioni di lire (1985: 5090 miliardi e 928 milioni) così suddivisi per soggetti: 1. enti pubblici per 5810 miliardi e 22 milioni (81,3%) (1985: 66,8%); 2. associazioni, fondazioni e organismi privati per 509 miliardi e 867 milioni (7,1%) (1985: 8,3%); 3. enti ecclesiastici e di culto per 6 miliardi e 267 milioni (0,1%) (1985: 0,1%); 4. gestioni fuori bilancio per 4 milioni (0,01%) (1985: 11,8%); 5. enti e organismi internazionali per 817 miliardi e 258 milioni (11,4%) (1985: 13,1%). Distinte per finalità le erogazioni esaminate si suddividono: A. promozione sociale per 1.538 miliardi e 342 milioni (21,5%) (1985: 21,8%); B. promozione culturale-ricreativa per 777 miliardi e 197 milioni (10,9%) (1985: 10,2%); C. ricerca per 2.366 miliardi e 663 milioni (33,1%) (1985: 48,5%); D. varie, miste e di incerta individuazione per 2461 miliardi e 216 milioni (34,5%) (1985: 22,5%). Il tota
le dei soggetti beneficiari di sovvenzioni e contributi (enti, associazioni ed organismi) per il 1987 è di 5171 voci di fronte ai circa 3400 riscontrati nell'indagine riguardante il 1985.
La "critica negativa" della Corte dei Conti
Nei confronti di questa complessa realtà della spesa pubblica statale nel nostro paese la Corte dei Conti svolge alcune considerazioni e valutazioni che riteniamo opportuno sottolineare riportandole qui:
»l'analisi condotta dalla Corte con riferimento ai due esercizi 1986 e 1987 dà il segno di una dinamica finanziaria in crescendo, sia pur moderato, del fenomeno nel suo insieme ;
»... i modelli e le scelte che andranno ad essere adottate in sede legislativa... dovranno tener conto dell'esigenza di introdurre regole intese alla crescita culturale più autentica della società; regole che, nel rispetto delle libertà pluralistiche, pongano anche limiti alla formazione degli innumerevoli rivoli di denaro pubblico, talvolta di entità assolutamente irrisoria, che vengono fatti affluire, senza discrimine, a una miriade di soggetti, soprattutto privati, in forme di contributi, sovvenzioni, premi, aiuti, variamente denominati ;
»il quadro degli interventi e dei soggetti beneficiari mostra un espandersi del fenomeno sotto l'aspetto finanziario e, quasi esclusivamente nel settore della promozione sociale e cultural-ricreativo, una frammentazione di esborsi a carico del bilancio che non può non destare perplessità sul valore e l'efficacia, nel senso più autentico, dei benefici erogati ;
»la gamma delle erogazioni si estende, via via, verso forme sempre meno rigide e addirittura totalmente discrezionali che le singole amministrazioni, poche escluse, vengono messe in grado di erogare in mancanza di criteri limitativi o di certa riferibilità a programmi o linee predeterminati e, talvolta, soltanto con generico riferimento alle finalità istituzionali.
L'esigenza di ricondurre a controllo anche questo settore della spesa pubblica sembra evidente e deve tradursi, per essere soddisfatta, in interventi legislativi di rigore, che pongano quanto meno i principi della effettività delle esigenze per l'erogazione delle sovvenzioni e l'obbligo di dimostrarle; del riscontro del buon esito delle erogazioni prima di dar corso alle successive; della rispondenza a linee programmatiche ben precise dell'amministrazione.
Il carattere di critica negativa, che, per gli aspetti ora esaminati, aveva improntato il referto 1985, rimane dunque, sostanzialmente invariato .
Risparmiare oltre mille miliardi invertendo radicalmente la rotta
A fronte della proliferazione dei contributi e delle sovvenzioni di cui ormai la Corte dei Conti ci ha rivelato la realtà con le sue sistematiche ed analitiche ricognizioni che non possono lasciare indifferente chi ha a cuore la spesa pubblica in Italia; ed a fronte della moltiplicazione di iniziative e proposte parlamentari indirizzate ad allargare questo comparto di spesa pubblica con caratteristiche spiccatamente clientelari, abbiamo deciso di insistere sulla linea da tempo scelta riproponendo una rinnovata ed aggiornata proposta di legge per l'abrogazione della maggior parte dei contributi e delle sovvenzioni attualmente erogati.
Il deficit annuale delle spese dello Stato per il 1989 è di oltre 130.000 miliardi di lire. Il debito pubblico accumulato ha raggiunto l'astronomica cifra di 1.146 miliardi di lire ad un livello superiore a quello del Prodotto Interno Lordo (PIL).
Vogliamo indicare e proporre una radicale inversione della tendenza sostenuta da tutti gli orizzonti politici che si basa sulla spoliazione delle risorse pubbliche a favore di gruppi e gruppetti sostenuti dal patronage partitico e personale. Sia ben chiaro che la ricchezza di iniziative culturali e sociali che si esprime attraverso enti, associazioni ed organizzazioni di diverso tipo è certamente un bene da difendere in una società libera ed aperta ma a condizione che tale ricchezza sia autentica e cioè viva ed operi grazie alle energie ed al sostegno, anche finanziario, che gruppi di cittadini sono disponibili a manifestare anche con il sostegno finanziario.
Il "pluralismo" del finanziamento pubblico è fallace
Un »pluralismo generato dal finanziamento pubblico è un »pluralismo indotto e fallace, che cioè non ha in sè alcuna vitalità ed è destinato a liquefarsi non appena vengano tagliate quelle risorse che la comunità nazionale nel suo insieme è solita fornire. Noi riteniamo culturalmente, teoricamente e politicamente errato, frutto di una visione clientelare-assistenziale, che lo Stato ed in generale le pubbliche istituzioni finanzino direttamente o indirettamente quelle iniziative che gruppi di cittadini promuovono. Tale visione del »tutto Stato e della »parastatizzazione d'ogni segmento della società civile è appunto uno degli elementi di decadimento e di corruzione profonda della vita sociale e culturale d'oggigiorno, con la formazione di sterminate burocrazie sostanzialmente parassitarie mantenute per lo più in vita con l'unico scopo di alimentare quel clientelismo che a sua volta sorregge il potere degli erogatori di pubblico denaro.
L'oggetto di questa proposta di legge ha rilevanza non solo in termini qualitativi, ma anche, in maniera insospettata, per l'aspetto quantitativo. La somma delle erogazioni a pioggia, il più delle volte di modesta entità alle migliaia di organismi censiti è dell'ordine di alcune migliaia di miliardi. Si consideri inoltre che sono prese in considerazione soltanto le somme che risultano a carico del bilancio centrale dello Stato senza tenere conto delle erogazioni nello stesso comparto effettuate da Regioni e da altri enti locali. E' noto che ormai l'azione delle Regioni, delle Province e dei Comuni proprio sul terreno della »promozione sociale e culturale sia divenuta assai larga. Non ci sembra azzardato ipotizzare che l'ordine delle cifre qui preso in esame potrebbe raddoppiare o triplicare se si sommassero le erogazioni dello Stato con quelle degli enti locali.
Gli enti a cui sono mantenuti i contributi
Il totale degli enti, associazioni ed organismi, sia pubblici che privati, presi in esame dalla Corte dei Conti è, per il 1987, di 5171 soggetti.
Noi proponiamo l'abrogazione di tutte le sovvenzioni ed i contributi con l'eccezione dei soggetti che appartengono alle seguenti quattro categorie: a) gli enti di ricerca; b) gli enti finanziati in base a convenzioni internazionali; c) gli enti pubblici o privati con pubbliche funzioni di particolare ed indispensabile interesse nonchè la maggior parte di quelli compresi nella legge n. 70 del 20 marzo 1975 (Disposizioni sul riordinamento degli enti pubblici e del rapporto di lavoro del personale dipendente); d) gli organismi culturali di particolare rilievo.
Agli enti di ricerca per i quali noi proponiamo di mantenere i contributi appartengono, tra gli altri, organismi di indubbia utilità pubblica come l'ENEA (per 760 miliardi), l'Istituto Centrale di Statistica (per 125 miliardi e 280 milioni) e la Stazione Geologica di Napoli (per 7 miliardi e 958 milioni).
Agli enti finanziati in base a convenzioni internazionali appartengono organismi di sicuro rilievo e funzione internazionale come le varie articolazioni dell'ONU (39,816 miliardi), il Consiglio d'Europa (15,919 miliardi), il CERN (130 miliardi), le agenzie per l'energia, la NATO (77,191 miliardi), l'Interpol, e le organizzazioni scientifiche internazionali.
Agli enti pubblici o privati con funzioni pubbliche di particolare ed indispensabile interesse nonchè tra gli enti compresi nella legge n. 70/1975 appartengono in primo luogo due organismi che assorbono ingentissimi finanziamenti: il CNR (per 1.225 miliardi e 259 milioni) e la Direzione generale cooperazione e sviluppo del Ministero degli Affari Esteri (per 1.168 miliardi e 414 milioni) e quindi gli Enti dei Parchi Nazionali, gli Istituti Sperimentali, la gestione delle foreste demaniali ed i trasferimenti alle regioni (per 869 miliardi e 697 milioni) per attività culturali e sociali.
Tra gli organismi culturali a cui sono mantenute le sovvenzioni si annoverano l'Accademia della Crusca (per 210 milioni), l'Accademia di S. Cecilia di Roma, gli Enti autonomi ed i Teatri stabili, le più importanti Accademie filarmoniche ed istituzioni concertistiche.
In conclusione dai 5171 enti beneficiari di contributi e sovvenzioni presi in esame dalla Corte dei Conti abbiamo stralciato 303 organismi così suddivisi: 12 di ricerca, 109 internazionali, 150 di pubblico interesse e 32 culturali per una erogazione complessiva di 6001 miliardi e 433 milioni di lire.
Essendo il totale delle erogazioni per il 1987 di 7143 miliardi e 418 milioni di lire, il risparmio proposto dalla proposta di legge è di 1141 miliardi e 985 milioni , cioè la somma di cui beneficiano attualmente i 4868 organismi le cui sovvenzioni si propone di abrogare.
Tale somma rappresenta la riduzione della spesa pubblica riguardante quasi tutti i capitoli del bilancio dello Stato che viene avanzata con la nostra proposta di legge.
La cifra presa in esame è di grande rilievo anche in termini assoluti. Per l'anno considerato, 1987, il bilancio di cassa dello Stato ammontava a circa 430.000 miliardi di lire. L'abrogazione delle voci di spesa che si propone, cioè il risparmio per l'Erario, sarebbe di 1.141 miliardi e 985 milioni di lire che rappresenta lo 0,25 per cento del bilancio dello Stato.
COLLEGHI DEPUTATI! - La nostra proposta non è provocatoria . E' un'indicazione concreta per una svolta radicale nei rapporti tra Stato e cittadini. E' un'indicazione di metodo e di merito per arrestare la tendenza alla dilapidazione delle risorse dello Stato, che sono poi di tutti e di ciascuno di noi. E' un'iniziativa contro il clientelismo a spese di tutti i cittadini. E' un primo passo per arrestare il malcostume dell'espansione dello Stato con finalità dirette e indirette di corruzione. E' il risultato di una assunzione di responsabilità di fronte alla questione della spesa pubblica, divenuta ormai questione cruciale anche per la sopravvivenza, la stabilità e la democrazia del nostro paese.
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PROPOSTA DI LEGGE
Articolo 1
1. E' fatto divieto alle amministrazioni competenti di assumere impegni di spese e ordinare pagamenti a favore degli enti elencati al comma 2 del presente articolo.
2. Sono abrogate le norme di legge che dispongono o autorizzano contribuzioni a carico del bilancio dello Stato a favore dei seguenti enti:
(Segue l'elenco degli enti)