di Gianfranco SpadacciaSOMMARIO: Gianfranco Spadaccia esprime "dolore" e "commozione" per la morte di Leonardo Sciascia: "Ciò che Leonardo ci ha insegnato è stato il dovere di tener fermi alcuni essenziali principi di libertà e di tolleranza": per questo i radicali lo hanno sentito vicino come "costante punto di riferimento".
(NOTIZIE RADICALI, 20 novembre 1989)
Roma, 20 novembre '89 - N.R. - Gianfranco Spadaccia, senatore del gruppo Federalista Europeo Ecologista, ha dichiarato:
"E' morto Leonardo Sciascia. Radio Radicale mi chiede una dichiarazione. Non voglio, non posso formulare un necrologio. Mi è difficile in questo momento esprimere il mio dolore, la mia commozione.
Si affollano i ricordi, le emozioni.
Sento piuttosto il desiderio di riaprire e rileggere le pagine che trenta, trentacinque anni fa seppero parlare ai miei sentimenti, alle mie aspirazioni giovanili e che contribuirono alla formazione della coscienza civile, mia e di molti altri, allora, miei coetanei.
Perché ciò che Leonardo ci ha insegnato è stato il dovere di tener fermi alcuni essenziali principi di libertà e di tolleranza, e il dovere di ubbidire sempre alla propria coscienza.
Lui ha saputo farlo in maniera eccezionale.
Lo ha fatto con i suoi libri. E lo ha fatto, in tante drammatiche circostanze, della nostra storia civile di questi decenni, con la parola, lo scritto, l'impegno pubblicistico e politico, senza timore - lui così schivo, perfino introverso - di esporsi, nell'intervento e nella polemica politica, ogni volta che l'importanza della causa l'imponeva alla sua coscienza.
E' la ragione per cui, nonostante il suo distacco, noi radicali lo abbiamo sempre sentito e avuto vicino come un costante punto di riferimento".