di Andrew H. MalcolmSOMMARIO: L'uso di stupefacenti nelle prigioni degli Stati uniti sta aumentando gravemente: portata dai visitatori nei più svariati e fantasiosi modi, la droga crea un'economia sommersa che minaccia la sicurezza nelle carceri, provocando violenza tra i detenuti e portando alla corruzione delle guardie e degli altri dipendenti.
(The New York Times, 30/12/89)
L'uso di droghe nelle prigioni degli Stati Uniti è diventato un problema gravissimo con svariate conseguenze, dalle minacce alla sicurezza nelle carceri, alla violenza tra detenuti alla corruzione delle guardie e degli altri dipendenti.
Dopo avere negato o trascurato per anni la presenza di stupefacenti dietro le mura e il filo spinato che circondano i loro istituti, gli amministratori carcerari, così come gli esperti, hanno cominciato solo ora a studiare le esatte dimensioni dell'abuso di droga tra i detenuti.
Ma nelle ultime settimane una serie di interviste, visite nelle carceri e rassegne di letteratura professionale indica che il problema viene riconosciuto più ampiamente. Alcuni controversi provvedimenti sono già stati presi per combattere la sorprendente ingenuità della rassegnazione espressa dagli amministratori carcerari secondo cui il problema non sarà mai risolto senza misure draconiane che la società americana non sembra decisa ad imporre.
"C'è stata una vera esplosione dell'uso di stupefacenti nelle prigioni," ha detto il dottor Harry Wexler della Narcotics and Drug Research Inc., un ente senza scopo di lucro che effettua importanti ricerche con fondi federali. "La spiegazione è semplice: c'è stata una vera esplosione di tossicodipendenti che finiscono in prigione." E aggiunge William Flower, portavoce del Dipartimento di Correzione del Connecticut,: "Quello che trovi nelle strade è quello che trovi qua dentro."
Più di tre dozzine di stati stanno operando sotto qualche genere di disposizione legale per il controllo del sovraffollamento, e l'inasprimento delle leggi sulla droga ha peggiorato il problema dal momento in cui più uomini e donne sono condannati per reati di droga. Una stima dei detenuti coinvolti personalmente con gli stupefacenti varia oggi dal 40 al 90 percento. Migliaia di nuove celle sono in programma o in via di edificazione, per un costo di miliardi di dollari. Il nuovo programma antidroga del Presidente Bush contiene un aumento dell'85 percento degli stanziamenti federali per la costruzione di carceri.
Mai nella storia della nazione un numero così alto di cittadini è stato imprigionato. Al 30 giugno le prigioni statali e federali contenevano 637.565 detenuti. Questo significa un incremento di 56.004 detenuti solamente da gennaio, in sei mesi un aumento maggiore di quanto la nazione non abbia mai sperimentato in un intero anno.
I trattamenti formali di disintossicazione all'interno delle carceri sono appena agli inizi, e molti di coloro che devono scontare lunghe condanne per reati di droga come lo spaccio sono essi stessi tossicodipendenti.
Spesso, durante i loro giri diurni nei locali comuni delle carceri le guardie incontrano il familiare sguardo appannato di un tossicodipendente sotto gli effetti di una droga. Le guardie raccontano di aver trovato detenuti che si facevano nel privato dell'ombra della propria cella e che la notte, dicono, è ormai di routine annusare il fumo della marijuana che esce dal buoi dietro le sbarre. Gli stessi detenuti riferiscono di aver assistito a un frequente uso di droghe.
"Ho visto più droga qua dentro che fuori", ha detto Charles Capers, 37 anni, per sei volte detenuto in carceri del Connecticut.
Sharon A. Williams del National Criminal Justice Reference Service afferma: "Il problema della droga nelle prigioni sta cominciando ad emergere oggi," e aggiunge: "Prima non era possibile parlarne". Non tutti i sistemi carcerari ammettono che si tratti di un problema grave. Greg Bordan, rappresentante del Federal Bureau of Prisons, i cui istituti accolgono il 7 percento dei detenuti del paese, ha affermato che su 49.936 test casuali delle urine effettuati sui prigionieri federali nei nove mesi precedenti allo scorso 30 giugno solo il 2,2 percento e' risultato positivo, un tasso della metà di quello del 1986.
In genere è nelle più grandi prigioni statali e di contea che il problema viene rilevato e ora discusso apertamente.
"Le carceri sono un pazzesco mercato "prigioniero" di droga," ha detto Bob B., ex assistente carcerario di New York ed ex eroinomane, che ha chiesto di essere indicato con la sola iniziale del cognome. "La droga dentro il carcere può rendere il triplo di quella venduta nelle strade." Ha parlato di assistenti carcerari spaventati per la loro incolumità perché coinvolti in guerre tra detenuti per il controllo dello spaccio di droga. Ha ammesso di avere fatto entrare anche lui della droga in alcune occasioni.
In effetti notizie di arresti di personale carcerario per contrabbando di droga sono sempre più diventando frequenti. Nel Michigan alcuni membri del personale carcerario sono stati accusati di aver accettato denaro per permettere ad alcuni detenuti di trasferirsi da un istituto all'altro in modo da allargare la rete del traffico di droga nelle carceri.
I contrabbandieri
Liberalizzazione delle visite, metodi ingegnosi
Anche se il problema delle responsabilità del personale nell'introduzione e nello spaccio di droga è serio, secondo quanto affermano i responsabili carcerari i principali veicoli delle droghe nelle prigioni sono i visitatori. E il numero sempre crescente di visitatori rende non realistiche, se non impossibili, le perquisizioni individuali, date le attuali scelte di liberalizzazione delle visite. Secondo le fonti ufficiali, le consegne di droga da parte dei visitatori e il pagamento degli spacciatori sono facilmente organizzati dall'interno con telefoni non controllati.
La droga entra in prigione con metodi variamente fantasiosi: pigiata dentro le rilegature dei libri, nascosta dietro i francobolli, dentro il reggiseno di una ragazza o i pannolini di un bambino, ficcata nel retto o nella vagina.
Spesso le perquisizioni sono vietate dai tribunali in mancanza di fondati motivi di sospetto. Per stabilire questi motivi, tutti i visitatori diretti alle prigioni di Rikers Island, a New York, per esempio, ricevono posti numerati su autobus speciali. Dopo una breve corsa, i visitatori vengono fatti scendere dall'autobus mentre cani antidroga annusano ogni sedile. Quando i cani, che hanno nomi come Curley, Melvin, Major e Roscoe, manifestano un forte interesse per un particolare sedile, il suo occupante viene perquisito e la sua visita sospesa.
Il vetro spesso non c'è più
Le dimensioni del problema del controllo dei visitatori sono evidenti nell'affollato sistema carcerario di New York, che accoglie nei suoi 15 istituti 20.300 detenuti, 2.810 in più dello scorso dicembre, e impiega 12.293 persone, di cui 10.210 guardie carcerarie. Ogni anno le carceri di New York ricevono 400.000 visitatori, o vari visitatori per ogni detenuto.
E mentre i visitatori sono controllati dai metal detector e da sparuti gruppi di guardie che sorvegliano i parlatori, le misure di sicurezza non hanno niente a che fare con le immagini popolari dei vecchi film, dove prigionieri e famiglie sono separati da uno spesso vetro che si parlano attraverso un telefono.
Negli ultimi dieci anni circa la filosofia carceraria ha posto l'accento sull'aiuto a mantenere i legami familiari dei detenuti come parte integrante della loro riabilitazione a lungo termine. Cosi' molti istituti ora permettono le cosiddette "visite a contatto". In genere, ci sono dozzine di detenuti che stanno seduti a dei tavoli insieme ai visitatori, tenendosi per mano. Sono permessi baci e abbracci all'inizio e alla fine delle visite.
Uno dei modi più diffusi per passare la droga è lo scambio di una gomma americana imbottita di stupefacente durante un bacio. Alcune prigioni videoregistrano i parlatori e le guardie rivedono gli abbracci iniziali per individuare effusioni sospette. I prigionieri sospettati vengono poi perquisiti con particolare rigore prima di rientrare nelle loro celle.
Si è conoscenza di detenuti che hanno inghiottito la gomma prima di queste perquisizioni per recuperare poi la droga o causandosi conati di vomito o ripescandola dai propri escrementi dopo un giorno o due.
"Stai in giro e traffica"
Un altro metodo di scambio è che un visitatore lasci la droga in un particolare bagno della prigione, che viene rapidamente "ripulito" da una squadra di detenuti. Un altro metodo prevede che il visitatore butti una busta di droga giù per uno scarico della prigione in modo che detenuti in attesa lo possano ripescare dalla rete fognaria.
Michael A. Chernovetz, direttore del Community Corretional Center di Bridgeport, nel Connecticut, afferma che gran parte dei cittadini non sa come funzionano oggi le prigioni. "Credono che ogni istituto sia sbarrato come una cassaforte," dice. "Ma la realtà vera è che io devo usare i detenuti non violenti per vari lavori di pulizia e mantenimento: pulire i viali d'accesso, tagliare l'erba, portare fuori le immondizie. Questi detenuti guadagnano un po' più di questo. Io non posso avere un membro dello staff dietro ogni detenuto che esce per pochi minuti.
"E tutto quello che ci vuole è una telefonata alla ragazza per dirle di lasciare la borsa nel terzo cespuglio dopo l'angolo. Ci sono persino delle madri che portano dentro la roba. Noi cerchiamo di fare tutto il possibile, ma questi tizi hanno un sacco di tempo per andare in giro e trafficare."
L'impatto interno
Molti affermano che l'impatto delle droghe nelle prigioni non sta tanto nell'eventualità che detenuti sotto effetto di stupefacenti possano assalire le guardie, anche se questo è accaduto. Il pericolo per l'istituzione sta piuttosto nell'ingresso massiccio della cultura violenta, piena di risentimento e carica di debiti della droga di strada. Ne risulta un ambiente più ostile, dove i detenuti sono più disposti che mai a litigare e combattere tra di loro. Le autorità carcerarie dicono che l'economia sommersa della droga crea un ambiente generale insicuro che mina l'ordine, riduce l'efficacia dei programmi didattici e terapeutici antidroga e provoca corruzione nel personale.
"Delle volte," ha detto Bob, l'ex assistente carcerario di New York, "questi detenuti discutevano con me come un esterno. Pensavano che fossi un matto, a venire tutti i giorni in galera per 23.000 dollari all'anno e a farmi solo durante i weekend. Loro arrivavano ammanettati, si facevano sette giorni a settimana e avevano la seria intenzione di uscire e cominciare a farsi i loro 100.000 dollari all'anno spacciando droga."
"Le guardie e i detenuti provengono dagli stessi quartieri," aggiunge Bob. "Quelli buoni diventano guardie che vanno al lavoro tutti i giorni e quelli cattivi diventato ospiti occasionali del carcere. Ma, sai, se vai allo zoo tutti i giorni, quando torni a casa cominci a puzzare di zoo."
Problemi nelle carceri locali
Agli inizi di quest'anno il Dipartimento carcerario dell'Illinois ha riferito che nei precedenti tre anni sono stati arrestati 66 membri dipendenti delle carceri con l'accusa di contrabbando di droga o di altre illegalità. Negli ultimi sei mesi 650 detenuti e 100 visitatori sono stati coinvolti in casi di introduzione clandestina di droga. "Il nostro problema è più grave che nella società in genere," ha detto a Chicago James O'Grady, primo magistrato della Contea di Cook, dopo che, nella scorsa primavera, tre delegati sono stati tra i 19 accusati di un'indagine federale per l'organizzazione di una rete di rifornimento di droga per i detenuti della prigione della contea. Questo autunno due guardie del Connecticut sono state arrestate per aver introdotto droga. Nel Michigan un gruppo di investigazione statale-federale sta indagando sulla notizia che dipendenti delle carceri statali avrebbero consentito ai visitatori di introdurre droga e protetto i detenuti dalle perquisizioni in cambio di 1000 dollari a sett
imana pagati dai trafficanti.
Ruby Ryles, del Dipartimento carcerario di New York City, ha dichiarato che negli ultimi 18 mesi, 17 impiegati del dipartimento sono stati arrestati in relazione al traffico di droga nelle carceri. "I detenuti hanno molta fantasia per inventare modi per fare entrare la droga," ha detto. "Ma noi ne abbiamo per scoprirli."
Inasprimento delle misure e divieti
Phil Seelig, presidente dell'Associazione benefica delle guardie carcerarie, che conta .... membri nel sistema carcerario cittadino, ha dichiarato che le guardie arrestate con accuse legate alla droga sono state vittime di adescamenti e che il "diffuso problema della droga" nelle prigioni della città è il risultato delle leggi sulle procedure di sicurezza per i visitatori e dell'insufficienza di misure legali verso i detenuti trovati in possesso di droghe.
"Ci piacerebbe che fossero abbandonate le visite a contatto," ha aggiunto, "e che si facessero perquisizioni più regolari delle celle". A causa del rapporto numerico e dei limiti di tempo, ha detto, le guardie possono perquisire gli alloggi di 50 detenuti al giorno su 2000 in ogni unità. Questo non intacca nemmeno la situazione", ha detto. "La droga si limita a spostarsi nelle zone non perquisite per qualche tempo. E coloro che sono trovati in possesso di stupefacenti dovrebbero subire degli aggravi di pena e non solo delle misure disciplinari."
Il Wisconsin ha inasprito le misure nelle prigioni sotto interdizione. Per scoraggiare l'uso di droghe vengono usati test casuali delle urine, con procedimenti disciplinari via via più gravi ad ogni risultato positivo. I risultati positivi dei test variano nell'arco degli ultimi tre anni da una percentuale del 30 a una tra il 3 e il 6 percento, con tassi più alti nelle prigioni di massima sicurezza. I responsabili carcerari dicono che questo ha significato la rimozione di oltre 1.150 tossicodipendenti dal mercato carcerario nello stesso periodo.
I metodi di perquisizione variano. Molti usano i metal detector sui visitatori e alcuni sia sui visitatori che sulle guardie. Il South Carolina usa perquisizioni sistematiche di tutti i visitatori, ma altri stati esitano senza motivi certi, forse per timore di strascichi legali. Molti istituti si affidano a perquisizioni a caso dei detenuti dopo le visite.
Chernovetz, dell'organizzazione carceraria del Connecticut, ha dichiarato: "Certo, alcuni dipendenti delle carceri spacciano. Sarebbe un'ingenuità negare che alcuni di non loro non siano coinvolti con la droga."
Molti sistemi carcerari stanno sottoponendo le guardie neoassunte a investigazioni rigorose e test antidroga. E la Florida ha cominciato a perseguire con durezza i membri del personale trovati in possesso di droga. "Il nostro miglior deterrente," ha detto Bob McMaster del Dipartimento carcerario della Florida, "è far vedere ai nostri dipendenti che siamo moto duri con la nostra gente."
"Certamente," dice Flower del Connecticut, "è possibile impedire che la droga entri nelle prigioni. Si può ricorrere a misure di forza talmente dure, niente contatti umani, niente visite, niente scambi, da creare una situazione inumana ed esplosiva probabilmente peggiore di quella già esistente."