SOMMARIO: Il dr. Sgroi, PG della Cassazione, dovrebbe dimettersi. Non ha infatti il diritto, in quanto Procuratore Generale, di entrare in polemica "con norme, principi, dettami costituzionali cui deve obbedienza, e al cui rispetto e prestigio deve vigilare".
(NOTIZIE RADICALI agenzia, 11 gennaio 1990)
Roma 11 gennaio 1990
Il cittadino Sgroi ha il diritto di pensarla come vuole, al pari di ogni altro. Il magistrato Sgroi può come ogni altro esprimere le sue personali convinzioni, e tutto il suo zelante conformismo nei confronti del potere, in tutti i dibattiti e le sedi che gli aggradano.
Ma il Procuratore Generale della Corte di Cassazione, nell'esercizio delle sue funzioni, compie un atto indebito e gravissimo se entra in polemica con norme, principi, dettami costituzionali cui deve obbedienza, ed al cui rispetto e prestigio deve vigilare. Lo stesso dicasi per le leggi del Parlamento sovrano: il suo attacco alla legge Gozzini, in questa occasione, deve esser rintuzzato. Così come la scandalosa polemica contro il principio costituzionale di presunzione di innocenza, e le sue altre indebite ingerenze.
Quando si farà eleggere, come tanti altri, in Parlamento avrà il diritto di proporre leggi e mozioni di indirizzo.
Prima cerchi di esprimere una cultura del diritto, anziché violarla. Il suo zelo nell'attaccare principi costituzionali, leggi della Repubblica, egli gioca brutti scherzi. Egli si muove al servizio dell'esecutivo che, in genere, non sa e non vuole attuare le leggi, facendo fallire ogni riforma che non sia in peggio.
In un altro Stato, il PG Sgroi si sarebbe già dimesso, per fare un altro mestiere. Io mi auguro che si dimetta, comunque. O che il CSM si occupi di questa storia incredibile delle relazioni dei Procuratori Generali all'inizio degli anni giudiziari, magari abolendo questa inutile parata di altri tempi; in parte, almeno stilisticamente, migliori.