SOMMARIO: Pur trovando "interessanti, nel merito, le dichiarazioni del Presidente della Corte Costituzionale Saja" su alcuni temi giuridici di attualità, Pannella deplora lo straripare del "potere di esternazione" che caratterizza l'"intero sistema giurisdizionale italiano". Occorre che il Parlamento torni a legiferare sulla Corte Costituzionale, sul CSM, sulle norme dei codici che regolano l'esercizio della giustizia.
(NOTIZIE RADICALI agenzia, 17 gennaio 1990)
Trovo molto interessanti, nel merito, le dichiarazioni del Presidente della Corte Costituzionale Saja sulla presunzione di non colpevolezza, sulle leggi fiscali, sulla legge Gozzini, sul caso Sica, sulla disciplina dell'emittenza televisiva.
Mi è quindi più agevole tornare ad insistere sullo straripamento sistematico di potere, magari con l'alibi del "potere di esternazione", che caratterizza l'intero sistema giurisdizionale italiano, cui partecipa con lena e in un crescendo degno di miglior causa il Presidente della Corte Costituzionale.
Non è ammissibile, viola chiaramente la separazione dei poteri, nega la terzietà del giudice a favore di una sua compromissione continua in ruolo di preteso arbitrio, di mediazione politica propria delle funzioni governative e, in alcuni casi, parlamentare, ipoteca l'indipendenza del giudice (anche costituzionale) l'interventismo continuo dell'attuale Presidente della Corte.
Se a questo si aggiunge la degenerazione sistematica e partitocratica del CSM, quella delle figure "straordinarie" come gli "Alti Commissari", l'azione di molti magistrati, procuratori e giudici, la saldatura fra questo "potere" e quello dei mass media, occorre che il Parlamento torni d'urgenza a legiferare sulla Corte Costituzionale, sul CSM, sulle norme dei codici che regolano, o dovrebbero regolare, l'esercizio della giustizia.