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Negri Giovanni, Teodori Massimo - 29 gennaio 1990
Congresso italiano del PR: Documento conclusivo presentato da
Giovanni Negri e Massimo Teodori

SOMMARIO: Il documento conclusivo sulla situazione politica in Italia presentato da Giovanni Negri e Massimo Teodori a conclusione del secondo Congresso italiano del Partito radicale (Roma, 27, 28, 29 gennaio 1990). Il documento non è stato votato dal Congresso (non aveva poteri deliberativi poichè i poteri statutari sono stati assunti, conseguentemente alle decisioni del Congresso di Budapest, congiuntamente dal Segretario, dal Tesoriere, dai Presidenti del Partito e del Consiglio federale) ed è stato rimesso alla valutazione degli organi del partito.

La scelta transnazionale e transpartitica, lungi dal costituire un disimpegno, ha rappresentato e deve continuare a rappresentare una intensificazione dell'impegno dei radicali anche nella politica italiana.

In questo contesto la decisione di non presentare alle elezioni liste del P.R. indica con l'esempio la necessità di promuovere il deperimento delle etichette partitiche, attraverso un atto politico unilaterale.

Così come nelle passate elezioni europee, i radicali italiani continuano ad essere impegnati sulla scena politica, quindi elettorale, italiana, tanto più in quanto il momento presente è di profonda trasformazione della politica e necessita di una credibile presenza antipartitocratica ed alternativa.

La speranza di riforma della politica italiana, rappresentata oggi dal referendum sul sistema elettorale del Senato, prima ancora di essere depositato ha già provocato le reazioni di quanti mirano a conservare i vecchi equilibri e privilegi della partitocrazia.

La lega per la difesa della legislatura

Dinnanzi alle minacce di scioglimento del Parlamento e di interruzione anticipata - per la sesta volta consecutiva e contro il dettato costituzionale - della legislatura, volta a impedire l'iniziativa referendaria e riformatrice, i radicali riaffermano la necessità di dare vita alla Lega per la difesa della X legislatura, ed in tal senso apprezzano le ferme prese di posizione in difesa del Parlamento e del suo ruolo, espresse da autorevoli e diverse personalità, da Oscar Luigi Scalfaro al segretario del PCI, Achille Occhetto.

Il referendum elettorale per la riforma politica

I radicali, riuniti nel secondo Congresso italiano, prendono atto che è stato promosso ad opera di personalità e di forze di diversa origine politica e culturale - dai cattolici Segni e Ciccardini a personalità laiche e del mondo comunista - il referendum abrogativo della legge elettorale del Senato, tale da trasformare l'attuale sistema elettorale da proporzionalistico ad uninominalistico. Approvano che tale fondamentale scelta essenziale per la vita stessa della democrazia, sia stata rimessa, dopo anni di indugi, nelle mani dei cittadini.

L'iniziativa assume un grande rilievo per avviare la trasformazione attraverso la modifica elettorale del sistema politico, gettando così le premesse di quella riforma politica per cui il P.R. si batte da tempo.

Il Congresso invita i radicali di già impegnati nella promozione del referendum a condurre a termine, sviluppandola, l'iniziativa, accentuandone la caratteristica di strumento attraverso cui si realizza una unità laica tra forze, pur diverse tra loro, per il raggiungimento di un obiettivo.

Invita altresì tutti i radicali italiani ad impegnarsi nella campagna che dovrà essere sviluppata nel Paese nei prossimi mesi cogliendo l'occasione per una operante e concreta azione tesa alla riforma politica.

Le elezioni amministrative e regionali

Per le prossime elezioni amministrative e regionali, i radicali italiani ritengono matura la presentazione di liste non di partito nè di schieramenti partitici e valutano come necessaria la promozione di liste del tipo "Nathan" o "sciasciane", capaci di aggregare personalità di partito e non, aventi spiccato carattere civico, laico, antiproibizionista, verde, alternativo, comprensive in primo luogo dei comunisti oggi impegnati nella coraggiosa rimessa in discussione della forma partito, laddove hanno di già maturato il superamento di una presenza elettorale con il simbolo e la lista di partito.

In questa ottica si auspica che in ogni situazione elettorale - regionale e comunale - non si verifichi la compresenza di una molteplicità di liste (per esempio, verde, verde arcobaleno, antiproibizionista ....), che vedano l'attiva partecipazione di radicali, indicando al contrario la preferenza per concentrazioni del tipo di quelle sopra indicate.

Cinquantamila iscritti

Vi è tuttavia una condizione, obbligata e necessaria, per la realizzazione e l'affermazione non solo della politica transnazionale ma anche della iniziativa transpartitica in Italia.

Il referendum elettorale e la riforma dei partiti; la trasformazione della democrazia reale italiana in piena ed effettiva democrazia politica; l'affermazione dei valori e dell'umanesimo espressi dalle battaglie laiche, ecologiste, antiproibizioniste del Partito radicale; le possibilità di attraversare con forza e responsabilità anche le prossime scadenze elettorali sono oggi affidate alla riuscita della campagna di iscrizioni al Partito radicale del 1990 e dei suoi obiettivi.

Essi sono nelle mani di ciascun radicale. Ma essi anche dipendono dalle scelte che vorranno compiere i comunisti, i verdi, i laici che intendono realizzare una autentica grande svolta nella politica italiana.

Garantire vita e sostegno al partito transnazionale e transpartitico che è oggi il Partito radicale, garantirlo ora, per questo 1990, è insieme una necessità ed una opportunità che va colta, un valore aggiunto che nulla toglie alle identità di ciascuno ma a ciascuno dà maggiore forza, unità e speranza.

Giovanni Negri, Massimo Teodori

 
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