SOMMARIO: La raccomandazione, presentata da Bruno Zevi, Luigi Del Gatto, Romano Scozzafava, Alberto Spano', non e' stata votata dal Congresso (non aveva poteri deliberativi perché i poteri statutari sono stati assunti, conseguentemente alle decisioni del Congresso di Budapest, congiuntamente dal Segretario, dal Tesoriere, dal Presidente del partito e dal Presidente del Consiglio Federale) ed è stata rimessa alla valutazione degli organi del partito.
Il congresso italiano del Partito radicale, riunito a Roma dal 27 al 29 gennaio 1990, constatato che la legge Ruberti sull'Università, cosiddetta "sulla autonomia", costituisce invece in molti suoi punti un reale pericolo di assoggettare le principali questioni di amministrazione e politica universitaria ad una scelta politica governativa, sottraendole all'autonomia, in particolare per quanto riguarda
- la creazione del Comitato Tecnico per la Programmazione Universitaria, previsto dall'art. 13, che predispone il piano triennale di programmazione e di sviluppo dell'Università e determina i criteri di ripartizione fra le sedi delle risorse ministeriali e che è composto da 8 membri di cui ben 5 di nomina ministeriale, consentendo così al Governo di avere il controllo completo dello sviluppo e della ripartizione delle risorse;
- la mancanza di una adeguata rappresentanza degli studenti negli organismi di gestione;
- la possibilità di condizionamento della ricerca da parte di industrie private, in mancanza di una seria regolamentazione;
esprime piena solidarietà alla lotta nonviolenta condotta dagli studenti nelle Università, auspicando che i parlamentari radicali vigilino, in sede di discussione ed approvazione della legge, per il conseguimento di quei validi obiettivi che sono alla base delle rivendicazioni degli studenti.