SOMMARIO: A proposito del lancio del referendum sul voto di preferenza unico, Marco Pannella si dichiara non convinto della sua opportunità: "se si dovesse arrivare - afferma - alla tenuta di questo titanico scontro e referendum, darei parere contrario, e non esiterei a far parte del 'comitato dei no'..."
(NOTIZIE RADICALI agenzia, 9 febbraio 1990)
"Francamente, convocare un referendum per chiedere al popolo sovrano di passare da tre, quattro, due ad un voto preferenziale non mi sarebbe mai passato per la testa. Ma capisco che a volte i neofiti esagerino. Capisco meno che, sia pure a titolo "strettamente personale", dei comunisti diano anch'essi una lettura cosi "partitocratica" e qualunquista degli attuali meccanismi di regime. Se è infatti vero che la partitocrazia, l'assenza di regole eque che garantiscono il "conoscere per deliberare" da parte dell'elettorato, la parastatalizzazione dei partiti, soprattutto attraverso gli enti locali, la corruzione come fondamento del funzionamento partitocratico delle istituzioni, rendono le campagne per i voti preferenziali torbidi e sospette, maggiore forza, agli individui ed alla "lobbies" leali ancora meno, è davvero lamentevole. Accadrà così ancora più facilmente che saranno eletti i "capilista" imposti dalle Segreterie dei partiti, magari avendo contrattato con la FIAT o con la mafia della droga l'elezione d
i alcune decine o centinaia di eletti, chi riuscirà ad avere più quattrini, ancora più estesi e variegati legami criminali e partitocratici.
Avrei preferito, per quanto mi riguarda, che il PCI desse "carattere strettamente personale" all'assenza da questa iniziativa, anziché alla presenza dei suoi. Ma i richiami consociativi continuano a far sì che non si esita a creare inutili e un po' risibili fatti compiuti, a sottovalutare il fatto che da Baslini a Dutto, da Biondi a Negri e Nicolazzi, da chi scrive a Calderisi, da Rutelli a Lanzinger, tutti uniti nella prima iniziativa, sono - con altri - se non vado errato - assenti da questa.
Personalmente, se si dovesse arrivare alla tenuta di questo titanico scontro e referendum, darei parere contrario, e non esiterei affatto a far parte del "comitato dei no" piuttosto che di quello oggi costituito".