SOMMARIO: Deplora che, "come pare, un magistrato, un pretore" sia "sensibile alla influenza di un partito" tanto da rovesciare logiche e procedure processuali. Dichiara di essere in attesa delle pronuncia del CSM sul caso:"Questo processo-squillo non s'ha da fare" [Prima di Tangentopoli, il pretore dell'Aquila aveva aperto una inchiesta sugli amministratori locali, con procedure disapprovate da M. Pannella. n.d.r.].
(NOTIZIE RADICALI agenzia, 29 marzo 1990)
L'interrogazione al Ministro di Grazia e Giustizia sulla strana efficienza della giustizia aquilana, presentata da numerosi parlamentari federalisti europei, verdi, arcobaleno, socialdemocratici, mostra che il Parlamento sa essere attento alle sue proprie funzioni di controllo e di indirizzo.
Mi auguro che altrettanto potrà dirsi, in questo caso, del CSM, cui ho deferito l'esame dell'episodio e che mi auguro saprà intervenire con la dovuta efficacia e urgenza.
Se, come pare, un magistrato, un pretore è così sensibile alla influenza di un partito, di una associazione, o magari solamente di un paio di avvocati, da rischiare di dover rinviare a nuovo ruolo o ritardare un processo che attende da anni per poterne celebrare con una sorta di rito direttissimo anomalo un altro, e lo fa per considerazioni manifestamente attinenti a vicende politico-elettorali, il dubbio che l'esito del processo sia già scontato diviene lecito.
Attendo quindi con impazienza che il CSM si pronunci. E attendo anche che chi di dovere - mi si intenda - si costituisca naturalmente parte civile nel processo. Questo processo-squillo, infatti, non s'ha da fare e la ricusazione del pretore mi pare seriamente da considerare.