SOMMARIO: Anche l'oppio, come il tabacco, l'alcol, il caffè e tutte le altre sostanze psicotrope in circolazione, ha subito attraverso i secoli cambiamenti repentini nella moda, nell'opinione scientifica e nelle legislazioni. Ripercorrendo la storia della proibizione e della legalizzazione di queste sostanze, l'autore arriva ad affrontare l'attuale dibattito sulla prescrizione controllata della droga.
(The Lancet del 22 giugno 1990)
"Laudato sia il Signore per aver dato l'oppio all'umanità"; sono parole di Thomas Sydenham. Tre secoli dopo, la pena per lo spaccio di oppio potrebbe essere addirittura di 14 anni di detenzione. L'oppio non è l'unica droga a subire i cambiamenti repentini della moda. Il caso del tabacco è un ottimo esempio. Fino al diciottesimo secolo, l'uso del tabacco era severamente vietato. In Germania i fumatori venivano multati, in Russia esiliati e in Italia scomunicati. In Iran si infilava la pipa dentro il naso del fumatore, e lo sventurato doveva esibirsi per la città. In Turchia e in Arabia il fumo veniva punito con la tortura e la morte. Malgrado ciò, già verso la metà del ventesimo secolo molte personalità di spicco, quali ad esempio le stelle del cinema, erano fumatori a catena. Fumare il tabacco era divenuto un segno di maturità e di distinzione. Molti credono che la pratica di inalare solventi fosse sconosciuta prima degli anni settanta. Al contrario, si sa che festini a base di etere erano molto in voga in A
ustria e in Prussia dopo la guerra 1914-1918, mentre all'inizio del secolo il clero tentava di debellare una epidemia di inalazione di etere nell'Ulster. Quello che forse sorprende di più non sono tanto i cambiamenti dei costumi quanto l'atteggiamento incostante dell'opinione scientifica. In un testo di medicina del 1909, due eminenti scienziati scrissero a proposito del diffuso allarme creatosi riguardo all'uso eccessivo di uno stimolante molto in voga: "il paziente è tremulo e perde il comando di sé; è soggetto ad attacchi di ansia e depressione. Diventa pallido e di aspetto macilento... Come con altre sostanze, una nuova dose di veleno procura un sollievo temporaneo, ma al prezzo di ulteriore tormento". La droga in questione era il caffè.
Una conoscenza delle opinioni mutevoli nei confronti delle altre droghe ci fa sembrare tutt'altro che insolito l'atteggiamento nei confronti dell'oppio. Nel 1819 chiunque poteva liberamente acquistare qualsiasi droga dal farmacista. In quell'anno, il Parlamento decise di cercare di proteggere il pubblico da una prescrizione irresponsabile di arsenico, acido ossalico e sublimato corrosivo. In quella occasione il Parlamento fallì nel suo intento, ma nei 100 anni che seguirono, medici e farmacisti praticarono il monopolio della vendita delle droghe più comuni. La vera motivazione dietro la pretesa di salvaguardare il pubblico dai veleni era la natura lucrosa di tale monopolio. E la droga più lucrosa era l'oppio, che veniva usato come una panacea dalla popolazione del diciannovesimo secolo. Una serie di Decreti Farmaceutici emessi nel corso del secolo culminarono nel 1917 nel decreto detto della "Difesa del Regno", che annoverava una ulteriore ragione per il controllo dell'alcool, dell'oppio, e di altre sostanze
psicotrope: l'inebriamento degli uomini minacciava l'esito della guerra '14-'18. Così l'alcool venne tassato, si stabilì che i locali che lo dispensavano dovevano avere una licenza, e vennero diminuite le ore di apertura. Allo stesso modo venne limitato il consumo di oppio, su base individuale, stabilendo che doveva essere dispensato dietro presentazione di ricetta medica. La professione medica stabiliva i criteri per la prescrizione della sostanza alle persone che ne erano dipendenti - il cosiddetto "Sistema Britannico". Prescrivere l'oppio a un tossicodipendente era ragionevole se: il paziente non poteva cessarne l'uso senza accusare gravi sintomi di astinenza; il paziente era in via di graduale disintossicazione; il paziente aveva bisogno della droga per condurre una esistenza normale ed utile. A giudicare dal calo del tasso di mortalità per cirrosi epatica e delle condanne per intossicazione, si deve supporre che tali provvedimenti ebbero una efficacia eccezionale.
Dopo il 1920, si venne ad accentuare una differenza nella pratica tra L'Inghilterra e l'America. Gli Stati Uniti proibirono completamente l'alcool e l'oppio, e questo provvedimento causò la seguente reazione in Inghilterra: "Non è esagerato definire barbari delle persone che coltivano il concetto così straordinariamente selvaggio di sopprimere tutti coloro che si trovano in disaccordo con le loro opinioni politiche" (Hansard, 1920). Gli Americani risposero che il Sistema Britannico era "l'epitome dell'opportunismo morale" e, fin nel 1972, il Procuratore Generale Americano definiva l'approccio Britannico come una "capitolazione". Il periodo che va dal 1920 fino al 1940 rappresenta quindi uno dei più completi "processi controllati" della storia, ed ebbe come esito una sonora sconfitta per l'atteggiamento Americano. I gangsters che operarono durante il Proibizionismo degli anni '30 scosssero le basi della società americana, e questo alla fine portò il governo ad abbandonare il Proibizionismo. Tuttavia l'esperim
ento si protrasse fino al 1960, dato che rimase in vigore il Proibizionismo sull'oppio. Il fenomeno del gansterismo si ripresentò nuovamente, questa volta
incentrato sul traffico di derivati dell'oppio e sulla cocaina. In Inghilterra, si riunì la Commissione sul Cervello per esaminare l'abuso di droga, e si dichiarò soddisfatta che tutto funzionasse bene in Gran Bretagna, esprimendo invece grande orrore per l'esperienza Americana.
In seguito, negli anni sessanta, accadde qualcosa che ancora dà luogo ad interpretazioni diverse. Gli eventi considerati importanti di quel periodo sono la guerra del Vietnam, la rivolta studentesca, la filosofia hippy (fate l'amore non la guerra, potere dei fiori, eccetera), il declino della religione di stato, e il benessere. Alcuni Americani si recarono in Inghilterra nei primi anni sessanta e non pochi medici privati prescrissero enormi quantità di droga. Non è difficile immaginare come, data la grande richiesta Americana di droghe, vi fossero grandi profitti da ricavare da ambo le parti. Tra i giovani inglesi si diffuse una sorta di "mania" per le droghe, con preoccupazione delle autorità, che riconvocarono il Comitato sul Cervello, il quale arrivò alla seguente, frustrante conclusione: "L'informazione che abbiamo non è quella che ci serve. L'informazione che vogliamo non è quella che ci serve. L'informazione che ci serve non è quella che possiamo ottenere". L'Inghilterra emanò il Decreto detto delle Dr
oghe Pericolose nel 1967, e limitò la prescrizione di droghe ai tossicodipendenti alle cliniche autorizzate. La situazione sembrava simile a quella per l'alcool nel 1917, ma vennero istituite poche cliniche e, essendo la mania delle droghe ancora in pieno sviluppo, fiorì un mercato nero. L'Inghilterra aveva incominciato a seguire il cammino intrapreso dall'America. E, come prova l'esperienza Americana, ulteriori passi verso il proibizionismo non fecero che aggravare la situazione. La violenza che dominava il mercato nero incominciò a scoraggiare i medici dall'avere a che fare con i tossicodipendenti, e anche quando il Ministero dell'Interno riuscì ad istituire cliniche, fu difficle reperire psichiatri che fossero disposti a rischiare una aggressione legata alla prescrizione di droghe ai tossicodipendenti.
Il proibizionismo sembra condurre verso il gansterismo, e la libera disponibilità ad una intossicazione epidemica. E' ironico che l'uso da parte dei giovani di etere, oppio e allucinogeni si stia verificando contemporaneamente ad un diffuso alcolismo negli uomini (e in misura crescente nelle donne) e alla dipendenza da benzodiazepine nelle donne. Il costo reale della birra (calcolato in minuti in cui un uomo deve lavorare per guadagnarla) è sceso costantemente dalla guerra 1939-45, e le benzodiazepine vennero prescritte con grande facilità per curare tutte i disturbi, un po' come le anfetamine negli anni '40 e '50. Sembra che vi sia un costante bisogno di un piacevole strumento per uso sociale. Il consumo illegale di droghe che creano dipendenza è intrinsecamente epidemico. I tossicodipendenti devono finanziare il loro vizio vendendo le loro proprietà o "spacciando". Un tossicodipendente può comprare 5 grammi di una sostanza e finanziare il suo consumo di 1 grammo vendendo i rimamenti 4 grammi ad un prezzo p
iù elevato. Lui o lei possono anche tagliare la droga con una sostanza adulterante e venderla come pura. Il consumo illegale è in tal modo sostenuto da una operazione di vendita piramidale. La maggior parte dei tossicodipendenti sono anche spacciatori.
Il dibattito circa la prescrizione controllata di droghe ha spaccato la professione medica. Si può riassumere nel seguente modo:
LE ARGOMENTAZIONI CIRCA LA PRESCRIZIONE CONTROLLATA DI DROGHE.
Contro:
1. mantiene la condizione di dipendenza;
2. quello di salvaguardare la gente dal mercato nero è stato un provvediemento per la salute pubblica;
3. non è dovere del medico controllare l'uso illecito di droghe;
4. i barbiturici e l'alcool non vengono prescritti perché nocivi - perché dovrebbe esserlo l'oppio?
5. l'uso illegale di droghe non viene frenato dalla prescrizione;
6. i tossicodipendenti cedono a terzi le loro prescrizioni;
7. i tossicodipendenti integrano le loro prescrizioni;
8. l'efficacia delle dosi di mantenimento non è accertata;
A favore:
1. il tossicodipendente manterrà comunque la sua condizione;
2. una somministrazione stabile giova al tossicodipendente e assicura l'uso di droghe pure e sicure;
3. i medici sono tenuti, come chiunque altro, ad aiutare la società a combattere l'infrazione della legge;
4. se l'alcool fosse proibito, sarebbe più pietoso prescrivere una dose giornaliera di whisky piuttosto che vedere un persona vendere tutti i suoi beni per acquistare alcolici;
5. vi sono ancora troppo poche cliniche adeguatamente controllate;
6. prescrivere di meno;
7. prescrivere di più;
8. il contrasto tra gli Stati Uniti e l'Inghilterra nel periodo 1920-60 sembrerebbe provare il contrario;
Madden parla del "terreno" (la personalità), del "seme" (la natura della droga) e dell'"ambiente" (la società o la cultura), una metafora che è stata arricchita dal "che?" (che tipo di persona sta usando quale droga in quale società), il "come?" (quanto spesso e quanto è controllato l'uso della droga, e come viene consumata), e il "perché?" (con altrettante domande quanto vi sono drogati). La legge e i costumi governano l'ambiente. In Arabia, per esempio, l'alcolismo è più raro che in Scozia. Questa regola viene confermata dalla corrispondenza dei tassi di tossicodipendenza e le droghe culturalmente accettate. Per esempio, su 50 milioni di inglesi, (tra i quali l'acool viene usato socialmente e anche pubblicizzato), vi sono 500.000 alcolizzati - una percentuale dell'1%. Su 40 milioni di Siamesi (tra i quali l'oppio viene usato socialmente, anche se ufficalmente sempre più scoraggiato) vi sono circa 40.000 tossicodipendenti, un tasso dell'1%. L'oppio, come l'alcool, può essere usato con frequenza senza necess
ariamente comportare dipendenza. La prevalenza della tossicodipendenza per una droga specifica viene nettamente intaccata dalla sua disponibilità e accettabilità. Ambedue sono controllate dalle leggi e dai costumi. Inoltre, vi sono rapidi fluttuazioni temporali nella frequenza della dipendenza. Dei soldati Americani che avevano sviluppato una dipendenza verso l'oppio nel Vietnam, soltanto il 10% rimase dipendente l'anno seguente. Periodi di tensione sociale sembrano portare ad un consumo maggiore di droghe. Probabilmente non è un caso che l'attuale incremento nell'uso dell'oppio si verifichi in un momento di diffusa disoccupazione e ristrutturazione industriale. Nela nostra società alla deriva, con la disoccupazione e il recesso della religione organizzata, l'oppio (di un tipo o dell'altro) diventa la religione dei popoli.
I tossicodipendenti smettono di drogarsi quando sono pronti a farlo e le strutture per la disintossicazione specifica possono fare poco per accellerare questo processo. Probabilmente l'unica cosa che queste strutture possono fare è di mettere i tossicodipendenti in condizioni di sopravvivere fino a quando non si sentono pronti a smettere. I tossicodipendenti ricominceranno a prendere le loro droghe a meno che non abbiano riesaminati i vantaggi e gli svantaggi dell'uso, e ritengano che gli svantaggi siano superiori ai vantaggi. La terapia psichiatrica deve scoprire perché i tossicodipendenti abusano di alcool e droga, e in seguito lavorare con loro per cercare metodi alternativi per affrontare i problemi soffocati con la tossicodipendenza.