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Cora - 15 luglio 1990
CORA: Mozione approvata dal Consiglio Generale del 13-14-15 luglio.

SOMMARIO: La mozione individua gli strumenti prioritari con i quali organizzare un'alternativa politica e legislativa alla intolleranza e all'autoritarismo del proibizionismo sulla droga: l'Osservatorio delle leggi sulla droga, (Cora-Old); la Carta degli impegni comuni; un convegno quadrimestrale per la verifica del livello e del modo di attuazione della legge Jervolino-Vassalli;

iniziative di controllo sui centri nevralgici del sistema repressivo e assistenziale proibizionista.

Il Consiglio generale del Cora, riunito a Roma nei giorni 13, 14 e 15 luglio,

Esprime la più viva soddisfazione per il risultato conseguito nelle elezioni amministrative generali del 6 e 7 maggio dalle liste antiproibizioniste sulla droga, e dalle altre liste e candidati a priorità antiproibizionista, nonostante che queste elezioni siano state caratterizzate, soprattutto nelle regioni meridionali, da un clima di intimidazione senza precedenti; la formazione di tali liste, che hanno trovato ogni possibile sostegno da parte del Cora, è stata una risposta necessaria alla situazione di disinformazione e censura grazie alla quale i partiti della maggioranza parlamentare hanno potuto approvare una nuova legge sulla droga intessuta di norme speciali in violazione dell'ordinamento giuridico costituzionale e delle garanzie fondamentali dei cittadini; gli eletti antiproibizionisti rappresentano oggi un importante referente istituzionale per tutti coloro che hanno a cuore la costruzione di una società più aperta, più tollerante, più giusta, oltre che meno condizionata dalle organizzazioni crimin

ali costituite in potere economico e politico sui profitti che ricavano dal proibizionismo sulla droga;

Rileva che sempre di più la politica proibizionista sembra soddisfare esigenze diverse, o per meglio dire opposte, rispetto agli obiettivi conclamati di tutela della sicurezza dei cittadini, della salute e dell'ordine pubblico. La politica proibizionista, in particolare, sembra corrispondere a due esigenze di fondo. Primo: dotare di potere, denaro, prestigio, gli apparati repressivi dello stato e gli innumerevoli poteri collaterali che costituiscono ormai una galassia di smisurata ampiezza e ricchezza (dagli istituti di ricerca scientifica e sociale, alle comunità terapeutiche di un certo genere, dalle innumerevoli agenzie antimafia agli organismi internazionali). Secondo: ritardare, o meglio, sopprimere ogni politica di riforma sociale volta a disinnescare le ragioni della violenza e a sradicare quelle della devianza, lasciando invece crescere le sacche di emarginazione, sofferenza sociale, sottosviluppo. Alle vittime dell'ingiustizia, della corruzione, della violenza di cui sono intessuti i rapporti giurid

ici e sociali del nostro paese si risponde col modello del proibizionismo sulla droga, che è il più conforme alla necessità dei gruppi di potere partitocratico, perché, producendo e alimentando criminalità feroce e delinquenza incontrollabile, produce la necessità della guerra, e quindi disperazione, astensionismo elettorale, qualunquismo.

Il Consiglio generale del Cora ritiene che sia sempre più urgente radicare sul territorio e nelle istituzioni forme organizzative che consentano la costruzione di un'alternativa politica e legislativa alla intolleranza e all'autoritarismo che risultano dal proibizionismo sulla droga, e individua di conseguenza i seguenti strumenti prioritari:

L'Osservatorio delle leggi sulla droga, (Cora-Old), per la raccolta di informazioni e l'elaborazione di analisi sui costi umani, sociali, economici, giuridici delle leggi proibizioniste, e in particolare della nuova legge Jervolino-Vassalli;

La Carta degli impegni comuni, un progetto di servizi sulla tossicodipendenza e l'Aids a carattere sociale e sanitario ispirati al modello non repressivo di Liverpool e Amsterdam, da proporre per la sottoscrizione a tutti gli eletti di ogni gruppo politico negli organi amministrativi;

Un convegno quadrimestrale, da organizzare in collaborazione con associazioni e ordini professionali, organismi sindacali e politici, movimenti del volontariato, per la verifica del livello e del modo di attuazione della legge Jervolino-Vassalli;

Iniziative di controllo (come visite ispettive, l' attivazione di un 'telefono antiproibizionista' per le segnalazioni dei cittadini) sui centri nevralgici del sistema repressivo e assistenziale proibizionista (prefetture, tribunali, carceri, centri per la tossicodipendenza, comunità).

Per conseguire questi obiettivi è pregiudiziale il rilancio di una campagna di iscrizioni e adesioni al Cora. Il Cora, consapevole della necessità di una dimensione transpartitica della iniziativa antiproibizionista, rivolge un appello agli iscritti ed aderenti all'associazione, militanti ed eletti di altri partiti, affinché si facciano promotori nelle proprie organizzazioni di una campagna di iscrizione ed adesione al Cora. Rivolge altresì un appello agli eletti e agli iscritti di altre formazioni politiche e sociali perché attraverso l'adesione e l'iscrizione al Cora si facciano promotori della crescita e della diffusione dell'iniziativa e dei valori antiproibizionisti.

 
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