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Ugolini Bruno - 6 settembre 1990
»Pannella, sei un provocatore...
La Festa di Modena

di Bruno Ugolini

SOMMARIO: Riferisce, tra cronaca e commento, del confronto-scontro svoltosi una o due sere prima, alla Festa nazionale dell'Unità di Modena, tra Pannella e Petruccioli.

[Invitato ad un dibattito su "la Cosa" assieme a Petruccioli il quale, nel suo partito, aveva espresso sempre posizioni antiradicali, Pannella aveva convocato nella mattina a Modena un centinaio di radicali: dopo la giornata di dibattito, i partecipanti si erano trasferiti al festival, n.d.r.].

Subito all'inizio, Petruccioli legge un comunicato ANSA che riferisce di alcune affermazioni, rese la mattina da Pannella, nelle quali si stigmatizzano i "rapporti tra terrorismo e Resistenza", le responsabilità di Palmiro Togliatti e quelle, ancor più gravi, di "Ho Chi Min" e di "tutti gli assassini compiuti in nome della liberazione". La cronaca riporta la "filippica" di Petruccioli, le reazioni, anzi il "finimondo" scoppiato nel pubblico, le reazioni di Pannella che ribadisce la "concatenazione" tra Resistenza (Via Rasella...) e delitti brigatisti. Dopo la "drammatica premessa", si riporta del dibattito, nel quale Pannella chiede ancora l'iscrizione di almeno "ottomila" comunisti al partito radicale.

(L'UNITA', 6 settembre 1990)

(Sui fatti di Reggio Emilia duro scontro tra Petruccioli e il leader Pr »Togliatti può essere considerato un compagno assassinissimo... Il dirigente del Pci: »Sono affermazioni gravi e inaccettabili La polemica durante un dibattito. Poi l'esponente radicale ridimensiona.

Burrascoso scontro alla Festa nazionale dell'Unità. Pannella rilascia, prima del dibattito con Petruccioli e Vittorio Foa, una dichiarazione sui rapporti tra terrorismo e Resistenza. Petruccioli apre la serata dichiarando »inaccettabili, offensive e provocatorie quelle affermazioni. Il leader radicale risponde, tra urla, fischi e applausi dei propri fans. Un finimondo, ma poi il dibattito prosegue sul vero tema: »la Cosa )

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MODENA. C'è una atmosfera eccitata sotto la grande tenda dei dibattiti, alla Festa dell'Unità. Sono, in prima fila gli esponenti dello stato maggiore radicale. Sono stati riuniti, con alcune centinaia di iscritti, nel corso della giornata, in un salone dell'albergo Fini ed ora aspettano il loro capo. I cronisti hanno tra le mani una dichiarazione rilasciata da Marco Pannella, in mattinata all'Ansa. E' un testo in cui il leader radicale rammenta come nel marzo del 1979 aveva parlato dei »terroristi rossi , come »compagni assassini . Lama, Amendola e Trombadori lo avevano denunciato, allora alla magistratura per vilipendio alla Resistenza. L'episodio era rimbalzato al congresso del Pci a Roma e Pannella era stato contestato. I comunisti, afferma Pannella, rappresentavano la »violenza anti-istituzionale e comunque »un compagno assassino non poteva essere considerato un mostro , se così fosse stato »Palmiro Togliatti doveva essere considerato un compagno assassinissimo . E, come finale minaccioso: »altro che mo

rti di Reggio Emilia, il guaio deve ancora venire e si chiama Ho Chi Min, Vietnam, Sudafrica e tutti gli assassini compiuti in nome della liberazione .

L'attesa è grande, la folla occupa ormai ogni posto, molti sono seduti in terra. Gli ospiti si fanno aspettare, arrivano, invece che alle 21, alle 21 e 30, accolti con applausi che testimoniano la presenza di una foltissima schiera di »fans di Pannella. Ma il previsto dibattito ha un inizio non rituale. Il moderatore Francesco Cavazzuti da subito la parola a Claudio Petruccioli che legge un testo durissimo. Ho visto, dice, il dispaccio dell'Ansa e considero una grande quantità delle sue affermazioni »inaccettabili, offensive provocatorie . Molti applaudono e molti mormorano, altri non capiscono e si interrogano. Esistono temi come quelli del rapporto tra liberazione e non violenza che mentano una riflessione attenta, prosegue il dirigente comunista, ma sono stati posti da Pannella »in modo rozzo e aggressivo, violentemente aggressivo . Nuovi applausi, nuove urla, nuove richieste di chiarimento. La filippica di Petruccioli prosegue. E' volgare oltre ogni limite, osserva, il modo come Pannella ha voluto usare

l'occasione di un dibattito alla festa dell'Unità »che vogliamo aperto, sincero, onesto e rispettoso , per dare risalto »ad una delle sue peggiori esibizioni . Il Pci, ricorda Petruccioli, è impegnato in una impresa ardua, per affermare »una nuova civiltà della politica, fondata sull'ascolto e sul rispetto reciproco . Pannella invece »in modo arrogante e anche ridicolo , pretende di gettare »la spada di Brenno sulla bilancia , comportandosi come una persona che »sprezza ogni dovere di ospitalità . Ma »per me , conclude il dirigente comunista, tolleranza e disponibilità e anche non violenza non sono parole vuote di cui riempirmi la bocca secondo convenienza... per questo e solo per questo sono qui a discutere .

E' davvero il finimondo. E Pannella replica sostenendo di non sapere che cosa sia successo. Non so, dice, se le dichiarazioni riportate dall'Ansa sono false o vere. Lamenta il fatto di non essere stato interpellato da Petruccioli prima della reprimenda. I sostenitori radicali sono scatenati nell'applauso. Ma poi lo stesso Pannella fa riferimento i quel fatto del 1979, dice che tra i brigatisti rossi si considerava l'assassinio come ad un »doloroso valore , equiparabile a quanto avvenuto, durante la lotta contro il nazismo, in via Rasella a Roma. Una concatenazione ed equiparazione, insomma, tra Resistenza e brigatismo rosso, tutto in nome del comunismo inteso come via violenta alla trasformazione. Quanto basta per mandare in bestia i comunisti emiliani presenti, protagonisti di una »trasformazione , o riformismo che dir si voglia, concreta e pacifica di anni e anni, gelosi custodi della loro Resistenza, non deturpabile da episodi di criminalità.

Una drammatica premessa, comunque, al dibattito vero che si dipana sul tema della serata. C'è Petruccioli che parla della convivenza e contaminazione tra posizioni e culture diverse, nel progetto di formazione di una nuova forza politica. E c'è Vittorio Foa che conquista l'uditorio, facendo respirare, dopo così dure polemiche, un momento di lucida saggezza, quando enumera, tra le diverse tradizioni e culture, quel modo di interpretare la realtà che ha nutrito, ad esempio, tante speranze dei comunisti italiani e auspica una liberazione collettiva che salvaguardi la libertà dell'individuo. E poi tocca ancora a Pannella che, finalmente, dice di aver letto quel dispaccio Ansa, ma che esso conteneva solo la citazione di un episodio riferito a undici anni fa, al 1979. Ma quel che preme al leader radicale è ribadire i concetti spiegati proprio ieri sulle colonne dell'Unità. Bisogna fare al più presto »la Cosa di Occhetto, cominciando con il fare iscrivere molti comunisti, almeno ottomila, al partito radicale e pro

muovendo un vertice di due o tre giorni a Botteghe Oscure.

 
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